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A 50 anni dalla chiusura della Ferrovia
Calalzo - Cortina - Dobbiaco di Antonio Bertagnin |
Il prossimo anno, il 17 maggio 2014, saranno
passati 50 anni dalla chiusura all’esercizio della tratta Cortina -
Calalzo di Cadore della Ferrovia delle Dolomiti, mentre il
cinquantenario della chiusura della tratta Cortina - Dobbiaco è già
avvenuto il 13 marzo 2012.
Per tale ricorrenza, nella
prestigiosa sede della
“Alexander
Girardi Hall”
di Cortina d’Ampezzo è stato
possibile
visitare, dal 7 luglio 2012 al 2 aprile 2013, la mostra intitolata “ Evaldo Gaspari, ricercatore storico della Ferrovia delle Dolomiti, ed il nostro socio Antonio Bertagnin posano per una foto ricordo all’ingresso della mostra tenutasi a Cortina.
Il
profilo altimetrico della linea era tipico delle ferrovie di
montagna. Infatti la linea partiva da Calalzo a quota + Nata
nel corso della Grande Guerra, quando gli opposti eserciti diedero
vita a rudimentali trasporti ferroviari da campo, Di conseguenza l’intero volto della ferrovia
cambiò con l’introduzione di tutte le migliorie che la nuova
tecnologia dell’epoca apportava sia agli impianti fissi sia al parco
trazione ed ai veicoli.
Il trenino delle Dolomiti mentre percorre una tratta liberata dalla neve tra Cortina e Dobbiaco (Cartolina S.F.D. del 1935).
Stazione di Carbonin durante il periodo estivo (Cartolina S.F.D. del 1935).
La sede ferroviaria inserita tra il Lago di Landro e la strada nazionale
n.51 Cortina - Dobbiaco (Cartolina S.F.D del 1935).
Il nuovo parco rotabili era costituito da:
Sia le
elettromotrici che le vetture a carrelli erano caratterizzate dal
design tipico dell’epoca per il
materiale rotabile destinato alle ferrovie secondarie come
La riduzione dei montanti
lungo le fiancate dei veicoli consentiva di realizzare ampie
finestrature che permettevano ai passeggeri di godere il paesaggio
delle zone attraversate
secondo un concetto costruttivo del
materiale rotabile poi ripreso in molti casi dalle ferrovie di
montagna svizzere. I nuovi mezzi erano verniciati in bianco azzurro,
i colori del Comune di Cortina di Ampezzo. Lo schema di verniciatura era impreziosito dal
telaio nero e da riquadrature in corrispondenza degli spigoli della
cassa in blu scuro. Il rotabile di punta del parco della Ferrovia
delle Dolomiti era la vettura salone A38 di sola prima classe che
riportava sulle fiancate la scritta per esteso FERROVIA DELLE
DOLOMITI. L’interno della vettura,
riccamente rifinito e decorato,
era configurato in
due scompartimenti: uno adibito a salotto con poltroncine e tavolini
sull’esempio delle lussuose vetture Pullman della CIWL destinato ad
ospitare le alte nobiltà dell’epoca, l’altro configurato a prima
classe destinato ad ospitare le persone al seguito. La vettura fu
usata per trasportare alcune volte a Cortina il Principe Umberto II
di Savoia e la sua famiglia, il Duca d’Aosta, di Bergamo, di
Spoleto, tutte “altezze” imparentate con Casa Savoia. Il percorso del trenino segue l'andamento della montagna nella tratta
Cortina–Dobbiaco (Cartolina
S.F.D. del 1935). Negli anni Trenta il “trenino di Cortina” assolse
egregiamente il duplice ruolo sia di mezzo di comunicazione per le
popolazioni valligiane sia di collegamento rapido per i turisti
provenienti dalle stazioni F.S. di Calalzo e di Dobbiaco e diretti a
Cortina, ormai consolidata ed esclusiva stazione turistica estiva ed
invernale. Il servizio della ferrovia era impeccabile e, con
l’affermarsi di un turismo sempre più intenso e qualificato, fu
riconosciuta come la miglior ferrovia italiana a scartamento ridotto
del tempo. Nel
dopoguerra Un convoglio proveniente da Calalzo in arrivo alla stazione di Cortina sul viadotto del rio
Bigontina nel 1960 (Foto Alfred Luft - Vienna). Nella stazione di Cortina, nel 1960, è in sosta un treno giunto da Calalzo (Foto Alfred Luft - Vienna). Un treno Cortina – Dobbiaco nella stazione di Carbonin pochi anni prima della chiusura della linea (Foto Alfred Luft - Vienna). Il
canto del cigno per la ferrovia coincise con l’assegnazione a
Cortina dei Giochi Olimpici Invernali del 1956. Fu l’occasione
adatta per mettere in mostra tutte le proprie potenzialità e gli
sforzi compiuti premiarono Per l’occasione, oltre a svariati interventi
migliorativi alla sede ferroviaria, furono commissionati alle
Officine Stanga di Padova due elettrotreni TIBB, simili a quelli
realizzati nel 1953 per la linea Roma – Fiuggi. Essi entrarono in
servizio per disimpegnare i collegamenti più importanti tra Calalzo,
Cortina e Dobbiaco in coincidenza con i principali treni delle
Ferrovie dello Stato. Purtroppo un grave incidente presso la fermata di
Acquabona, poco fuori Cortina in direzione di Calalzo, vide
protagonista l’11 marzo1960 un convoglio composto
dall’elettromotrice 001, una vettura a carrelli ed un bagagliaio a
due assi durante una forte nevicata. Il bagagliaio posto in coda al
convoglio, causa la rottura della boccola dell’assale anteriore,
deragliò in una curva del binario e provocò per il contraccolpo il
rovesciamento della vettura che lo precedeva: nell’incidente si
contarono numerosi feriti e purtroppo due morti. Fu questa l’opportunità per
La stazione di Dogana Vecchia, nella tratta Cortina – Calalzo in corrispondenza del vecchio confine tra l’Italia e l’Austria, come si presentava nel 2007 (Foto A. Bertagnin).
La sede ferroviaria a Pieve di Cadore trasformata in pista ciclabile. Nell'immagine A. Bertagnin mentre posa con il giovane figlio nell’estate del 2007. Oggi il servizio autobus continua ad essere gestito dalla SAD sulla tratta Cortina - Dobbiaco in quanto linea regionale del Trentino Alto Adige e dalla Dolomiti Bus sulla tratta Cortina - Calalzo sul versante della Regione Veneto, mentre gran parte del percorso della ferrovia è stato trasformato in una pista ciclabile rientrante nell’anello della ‘Lunga via delle Dolomiti’, rete di itinerari ciclabili tra il bellunese e il sud Tirolo.
La stazione di Cortina d'Ampezzo trasformata per stazionamento autobus. La suggestiva immagine, del gennaio 2011, è di
A. Bertagnin. Ci auguriamo che tutto il materiale espositivo
raccolto e prodotto per la mostra di Cortina possa trasformarsi in
una esposizione a carattere permanente con sede a Cortina o in uno
dei tanti paesi del Cadore toccati dalla Ferrovia delle Dolomiti a
testimonianza degli aspetti storici, tecnici e sociali dei 43 anni
di vita del trenino. |
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