Alla fine del 1951 apparvero a Napoli
otto vetture filoviarie (gruppo 3331÷3338)
particolarmente interessanti per le novità che
presentavano dal punto di vista tecnico. Si
trattava di veicoli costruiti su telaio FIAT 672
dall’AVIS di Castellammare di Stabia che - nello
stesso periodo - non solo allestì per l’Azienda
napoletana un’ulteriore serie di filobus a guida
centrale (FIAT 672F/122: gruppo 3225÷3232), ma
provvide anche a ristrutturare alcune vetture
anteguerra bisognose di notevole manutenzione.
Due significative immagini dei restauri
operati dall’AVIS su filobus A.T.A.N. costruiti
su telaio ALFA 110.
Nell’immagine a sinistra (coll. A. Cozzolino)
in primo piano la vettura n. 5223 e,
sullo sfondo, uno dei ‘nostri’ 672/250 in
costruzione;
a destra, la vettura n. 5331, modificata
proprio con l’adozione di apparecchiature OCREN
sistemate in parte lateralmente al veicolo e
in parte a destra del conducente (Archivio
OCREN). I
filobus sui quali intendiamo concentrare
l’attenzione presentavano guida a destra, 27
posti a sedere (nel tempo ridotti a 23),
caratteristico frontale dipinto in verde chiaro
con il motivo (eliminato, peraltro, negli anni
‘60) delle strisce giallo-rosse del Comune di
Napoli che scendevano lungo i lati. La
carrozzeria era stata realizzata su licenza
CaNSA e ne riproduceva fedelmente il disegno,
come può facilmente dedursi dal confronto, ed
esempio, con i filobus carrozzati CaNSA dell’ATM
di Milano delle serie 487÷496 e 711÷735.
La grande novità delle “33” era costituita però
dall’impianto elettrico: i FIAT 672F/250,
infatti, furono i primi filobus napoletani
dotati di equipaggiamento (avviatore EPN/1) e
motore (LC 326 da 130 HP) OCREN-Sécheron,
caratterizzato dalla possibilità di accedere
alla parte elettrica dal lato anteriore, dalla
“pancia” del veicolo. Inoltre, essi presentavano
la frenatura di tipo elettrostatico separata da
quella di servizio, con conseguente presenza di
tre pedali, di cui quello a sinistra del
conducente attivava il freno pneumatico
“abituale”, mentre quello accosto
all’acceleratore, sito ovviamente a destra,
serviva ad inserire la frenatura elettrica:
un’autentica difficoltà per i conducenti, che fu
però accolta favorevolmente grazie alle buone
prestazioni generali di queste vetture.
Da sinistra a destra e dall’alto in basso:
le apparecchiature elettriche OCREN sistemate a
sinistra del conducente;
il posto
guida delle “33”
con i due
distinti pedali
per la frenatura
elettrica e
pneumatica;
i due sportelli anteriori del filobus
apribili per ispezionare l’equipaggiamento e,
infine,
la vettura 3331 … in tutto il suo
splendore!!! (tutte le immagini provengono
dall’Archivio OCREN).
Le “33” furono sin dal
principio assegnate all’impianto “Carlo III”:
qui furono utilizzate soprattutto sulle linee
245 e 248 e, dal 1954 in poi, sulla 207; ma,
come accadeva per gli altri 672 in dotazione al
citato deposito, anche questi filobus trovavano
impiego su quasi tutte le linee vomeresi, in
particolare (dopo la soppressione della 248),
207b, 247 e 249.
Due FIAT 672F/250 nei primi periodi di
servizio: la vettura 3334 ritratta a piazza
Vittoria, capolinea ‘estivo’ della filolinea
245,
mentre la 3336 affronta una curva di via
Girolamo Santacroce (ambedue le immagini
Archivio OCREN).
Lasciato il Vomero dopo l’incidente della
“Cesarea” (maggio 1961), i 672F/250 passarono ad
esercitare le linee centrali 211, 212 e 231 e,
benché siano stati gli unici filobus OCREN a
mantenere il tipo di frenatura originale,
estesero il loro raggio d’azione, accanto ai
672F/224 del gruppo 3241÷3259, alle circolari CD
e CS ed ad alcune linee vesuviane, in
particolare la 254b.
Per quanto l’anzianità si
facesse non poco sentire sulle “33” (in
particolare sulle abbastanza sgangherate
carrozzerie) resistettero tutte e otto in
servizio sino al 31 agosto del ‘66 (allagamento
del deposito “Stella Polare”), quando vennero
meno 3337 e 3338, alienate poi a dicembre ‘67;
tra questa data e giugno ‘68 furono accantonate
tutte le altre, e toccò alla 3334, il 28 giugno
del ‘68, essere l’ultima vettura a tre assi
napoletana a rientrare in deposito dal servizio
ordinario. Furono alienati a giugno ‘69.
A partire dal 1960 le “33” vengono
significativamente ristrutturate presso gli
impianti aziendali,
perdendo
però il frontale
verde chiaro.
Primo esemplare
modificato fu la
vettura 3335,
che vediamo
a sinistra
occasionalmente
utilizzata sulla
linea
posillipina 240
(Archivio
fotografico
Ruggieri).
A destra, ritratta nel 1967, quasi al
termine della sua ‘carriera’,
la 3331
ferma al
capolinea della
CS in piazza
Garibaldi (foto
P. Gregoris).
Foto del
titolo:
La vettura 3334
ripresa in
piazza Mazzini
mentre esercita
la linea 245. |