Molti li abbiamo già conosciuti: basterà rileggere
in questo stesso sito gli articoli dedicati alle
vetture filoviarie costruite da Viberti, da
Menarini, da Casaro e dall’AERFER e certamente vi
troveremo alcuni di questi veicoli.
Ma non sarà male esaminarli tutti insieme un po’ più
da vicino.
A metà degli anni ’50 la FIAT - accanto ai filobus
“tipizzati” (2401, 2404 e 2411) - cominciò a
produrre dei gruppi meccanici la cui ‘storia’ merita
una parola di più: uno dei telai camionistici più
noti prodotti dalla Casa torinese era all’epoca certamente il 682, dal quale era derivato un autobus
interurbano non meno famoso. Dai gruppi meccanici
del 682 la Viberti ricavò un modello urbano, il CV6,
da m 10400. Il suo corrispondente da 11 m fu
definito FIAT 405 e da esso vennero ricavati anche i
corrispondenti telai filoviari che, a differenza del
2411, potevano essere adattati (e fu questa la loro
vera fortuna) alla realizzazione di vetture snodate
da 18 m, che, in effetti, costituiscono poco meno
della metà (105 filobus vs 116) dell’intera
produzione dei 2405.
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I primi FIAT
2405, sia a due assi che snodati,
appaiono nel 1955, e non è un caso che si
parta, nell’un caso e nell’altro, con
veicoli costruiti a Torino da Viberti e da
Casaro. Questi ultimi sono i FIAT 2405 -
Casaro Tubocar F30 realizzati per la rete di
Cagliari in 7 + 4 esemplari (1955-1956) che
l’Azienda isolana numererà 551÷561.
Presentano guida a sinistra (un’innovazione
estremamente significativa per l’epoca) e
tre porte di cui l’anteriore ridotta a sole
due ante. L’equipaggiamento elettrico è
fornito da CGE. Vetture molto resistenti, i
2405 del primo gruppo cagliaritano saranno
radiati entro il 1984. E la vettura 552, qui
ritratta da P. Gregoris, sarà ceduta al MNT
ed è quindi tuttora esistente. |
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Nello stesso anno 1955 sono costruiti da Viberti i
primi FIAT 2405 snodati (tipo Monotral CV16).
Costituiscono il primo gruppo (matricole F01÷F11)
delle vetture destinate ad esercitare la filovia
interurbana Torino-Rivoli. Rivestiti di
un’elegantissima livrea avorio-rosso e dotati di
parti elettriche TIBB, costituiranno per lunghi anni
(fino al 1979) un elemento distintivo dei trasporti
intorno al capoluogo piemontese. Qui vediamo la
vettura F02 ritratta da P. Haseldine. |
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Contemporanee degli snodati furono quattro vetture a
due assi (tipo FIAT 2405 - Viberti Monotral CV 14F)
che del modello lungo conservarono le
caratteristiche essenziali, quali la guida a
sinistra, tre porte e parti elettriche TIBB.
Classificate F31÷F34, furono destinate ad esercitare
le linee sussidiarie della Torino-Rivoli, ovvero le
diramazioni per Collegno e per Grugliasco. La
ridotta capacità le fece ritirare dal servizio già
nel 1975 (foto P. Gregoris). |
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Al 1956 risale la costruzione dei tre filobus
(matricole 4÷6) che costituirono l’unica dotazione
della linea di Civitanova Marche e che durarono fino
alla chiusura della filovia nel 1974. Furono
realizzati - sempre a struttura portante - da Casaro
ed erano dotati di equipaggiamento elettrico TIBB. A
differenza delle vetture piemontesi e cagliaritane
presentavano una struttura tradizionale con guida a
destra e due porte (foto P. Haseldine). |
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Allo stesso 1956 sono databili le vetture FIAT 2405
che vanno a costituire la serie 130÷139 della SAST
di Palermo. Esteriormente, i filobus siciliani sono
identici alle vetture marchigiane, ma se ne
differenziano per le parti elettriche che sono qui
CGE. I filobus FIAT 2405 - Casaro Tubocar F48
saranno utilizzati sulla rete isolana fino alla sua
chiusura nel 1966 (coll. G. Di Lorenzo). |
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Milano, 1957: arivano i Viberti Monotral CV34,
ovvero gli unici FIAT 2405 a guida centrale che per
moltissimi anni percorreranno le strade del
capoluogo lombardo. Numerati 341÷365, saranno
raggiunti nel 1960 da altri sei esemplari identici
(366÷371), come i primi dotati di motore ed
equipaggiamento elettrico CGE. Tanto eleganti, con
la loro forma affusolata sottolineata dal vetro a
sperone del frontale, quanto robusti, saranno
radiati entro il 1985 (foto J.-H. Manara). |
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Di nuovo tra Torino e Rivoli per documentare la
seconda serie di vetture destinate al collegamento
interurbano gestito dalla CTREA. I filobus numerati
F12÷F24 (in foto la F15), che ne completano la
dotazione, risalgono al 1958 (foto P. Haseldine). |
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Ancora Torino, ancora 1958, ma questa volta i 2405
snodati realizzati da Viberti (modello CV 12) sono
colorati nel classico bi-verde e presentano la guida
a destra e tre porte distribuite sui due elementi
del filobus. Sono la serie 1200÷1214 dell’ATM, che
in comune coi ‘cugini’ interurbani hanno la
motorizzazione TIBB. I 2405 snodati della rete
urbana torinese dureranno fino alla sua chiusura nel
1980 (foto P. Haseldine). |
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CV 12 anche per l’ATC di Bologna. Gli snodati
emiliani arrivati nel capoluogo di regione nel 1958
e anch’essi (ovviamente) realizzati con gruppi
meccanici 2405 sono però dotati di parti elettriche
CGE. Sono tredici unità (1301÷1313) cui ne
seguiranno altre quattro (1314÷1317) nel 1959, ma
dotate di apparecchiature elettriche TIBB (foto
P. Haseldine). |
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Il 1958 segna anche la costruzione del primo e più
consistente gruppo di filobus snodati su gruppi
meccanici 2405 destinati alle linee provinciali
veronesi. Questa volta i lunghi filobus avorio-rosso
sono fabbricati dalle padovane Officine Meccaniche
della Stanga. Molto simili strutturalmente ai
Viberti CV 12 della Torino-Rivoli se ne distaccano
però significativamente per l’estetica molto più
essenziale. A questo gruppo, classificato da APT
201÷221 si aggiungeranno altri cinque esemplari
identici nel 1963 (222÷226). Per tutte le vetture,
apparecchiature elettriche TIBB (foto
P. Haseldine). |
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Passa un solo anno e nel 1959 vengono consegnati
alla SFM di Venezia cinque filosnodati esteticamente
identici a quelli veronesi, ma rivestiti della
livrea avorio tipica delle filovie veneziane.
Classificati 101÷105 e successivamente rinumerati
201÷205, questi singolari filobus erano però dotati
di motore ed equipaggiamento elettrico CGE. Non
furono, a differenza dei “veronesi” che raggiunsero
in efficienza il 1981, molto longevi, ma solo perché
la rete di Venezia-Mestre fu chiusa già nel 1968 (foto
Archivio Stanga). |
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E torniamo a Cagliari: tra il 1961 e il 1962
arrivano nel capoluogo sardo ben 25 FIAT 2405 -
Casaro Tubocar F30 che - pur riprendendo le linee
generali della serie di sei anni prima - appaiono
molto più “essenziali” nel disegno, soprattutto del
frontale. Mantengono però, del gruppo precedente,
sia la guida a destra e le tre porte che le
apparecchiature elettriche CGE. La radiazione della
serie, classificata 568÷592, arriverà solo nel 1987
(foto M. Diotallevi). |
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Nel 1962 arriva all’AERFER di Pomigliano d’Arco un
ordinativo unico dalla Sicilia per sedici FIAT 2405
con parti elettriche CGE. Costituiranno i gruppi
141÷144 della SAST di Palermo e 81÷92 della SCAT di
Catania: vetture destinate a breve vita, visto che
le due reti siciliane chiudono entrambe nel 1966. In
realtà, questo vale solo per i quattro esemplari
palermitani, visto che i filobus catanesi,
mantenendo anche le matricole originarie, troveranno
nuova vita a Salerno (vedi la foto Haseldine a
lato) arrivando in efficienza fino al 1982. |
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Due serie di FIAT 2405 Casaro Tubocar arrivano a
Verona nel 1963. Identiche esteticamente (e molto
vicine ai filobus cagliaritani di due anni prima)
occupano le matricole da 137 a 144. Guida a sinistra
e tre porte caratterizzano questi filobus che si
distinguono, invece, per le parti elettriche giacché
137-138 sono dotati di apparecchiature TIBB, mentre
le restanti vetture presentano motore ed
equipaggiamento elettrico CGE. Alla chiusura della
rete urbana veronese nel 1975 tutto il gruppo fu
venduto in efficienza a Bari. Qui certamente i
filobus furono riverniciati in avorio-verdone, ma
non si sa se abbiano prestato realmente servizio (foto
P. Haseldine). |
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Ancora 1963, ancora Verona. Ma questa volta si
tratta dell’APT e di tre vetture “misteriose”,
numerate 301÷303 e acquistate per essere di supporto
ai 2405 ‘lunghi’. Ma questi tre filobus,
elegantemente rivestiti da Macchi, pare non abbiano
mai prestato regolare servizio e che siano stati
utilizzati solo per servizi interni: non a caso le
loro uniche immagini sono in deposito. Venduti nel
1975 all’ATACS di Salerno non furono mai ritirati.
Furono solo smontati gli equipaggiamenti elettrici
TIBB per essere utilizzati come ricambi (foto M.
Wright). |
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Di nuovo Macchi realizza nel 1964 un
ragguardevole gruppo di FIAT 2405 snodati
per l’ATC di Bologna. Le vetture,
classificate al seguito delle Viberti da
1318 a 1335, sono dotate di apparecchiature
elettriche CGE. Filanti, avvolgenti nel
frontale del tutto privo di spigoli, si
possono veramente considerare un modello di
eleganza, ad onta della struttura
tradizionale con guida a destra. Saranno
radiati solo con la cessazione della
cosiddetta “seconda rete” bolognese nel 1981
(foto Schedlbauer).
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Il 1964 segna la fine della produzione dei 2405, con
un singolare veicolo prodotto da Menarini (Monocar
1221) su esplicita richiesta dell’AEM di Cremona. Il
filobus, dotato di apparecchiature TIBB, è infatti
lungo solo m 10400 per potersi adattare alle
esigenze della rete cremonese. Caratterizzato da
linee abbastanza spigolose, il 1221 presentava guida
a sinistra e tre porte. Nel 1981 i filobus cremonesi
furono ceduti al CAT di Carrara già riverniciati in
avorio-arancio. Qui saranno radiati nel 1985 (foto
P. Haseldine). |
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E non basta!!! Anche se in soli tre esemplari
numerati da 39 a 41, i 2405, al pari dei 2411, sono
stati presenti sulla rete turca di Izmir, nella
versione Viberti CV12. I filobus “turchi”, rivestiti
di un’elegante livrea grigio-blu, erano in tutto
identici alle vetture della Torino-Rivoli, ma erano
dotati di apparecchiature elettriche CGE (foto P.
Haseldine). |
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Foto del titolo:
La vettura 1316 del parco bolognese,
appartenente al secondo gruppo acquistato
dall’Azienda del capoluogo emiliano.
(foto P. Haseldine) |
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