di Andrea Cozzolino

chiudi la pagina

Nel corso del primo semestre del 1966 - cinquanta anni fa! - l’A.T.A.N. dismise definitivamente le residue vetture marcianti del gruppo 4441÷4450. Si trattava dei primi dieci esemplari in assoluto di ALFA Romeo 900 AF prodotti dalla Casa di Arese. Arrivati nel 1950 (ma erano stati ordinati nel 1943!), gli ALFA 900 erano stati realizzati dalla Carrozzeria SIRIO di Novara e presentavano motore (modello MCT 80 da 125 HP) ed equipaggiamento elettrico (avviatore VAIF) della Marelli. A due assi, lunghi 10,2 m, guida centrale, 20 posti a sedere (ridotti successivamente a 16 in tutti gli esemplari tranne 4442), discreta abitabilità, erano caratteristici per le porte metalliche bi-verdi che ripetevano le tonalità dell’intera carrozzeria (il disegno unificato ALFA era improntato - a grandi linee - a quello delle vetture ALFA 140, rispetto alle quali le ALFA 900 potevano essere considerate le “sorelle minori” donde il nomignolo aziendale).

    

Interni e posto guida degli ALFA 900 - SIRIO Marelli in dotazione all’A.T.A.N. di Napoli (Archivio A.N.M.).

Le ridotte dimensioni li indirizzarono prevalentemente a percorrere strade strette e trafficate, soprattutto nella zona di Montesanto, utilizzate sulle linee 202 (piazza Amedeo-Montesanto) e 243 (Montesanto-Tribunali). Le “Alfetelle”, però, estesero spesso il loro raggio d’azione ad alcune filolinee vomeresi, soprattutto la 244 (almeno sino all’arrivo dei 668 AERFER) per la maggior facilità di manovra nel piazzale di San Martino. Nel rione Amedeo, oltre che sulla citata 202, furono presenti anche sulla 222 (piazza Cavour-Corso V. E., stazione Cumana).

    

La vettura 4446 al capolinea di S. Martino della 244 e un ALFA 900 - in servizio sulla stessa linea -

ritratto in una notissima cartolina mentre transita davanti alla stazione superiore

della Funicolare di Montesanto (coll. A. Cozzolino).

Si trattava però di filobus non molto affidabili, non foss’altro perché troppo veloci rispetto alla loro massa, il che li rendeva pericolosi nei tratti in discesa. A questo inconveniente, nel tempo, si provvide bloccando, con un dispositivo meccanico, l’ultima posizione di accelerazione. Nel frattempo, però, non mancarono incidenti: ad esempio, la vettura 4450 finì la sua corsa di via Salvator Rosa direttamente contro l’edificio del Museo e fu per questo completamente ricostruita con un frontale diversificato nel motivo del “baffo” e con stranissime porte in legno a doppio vetro, dei quali l’inferiore colorato in bleu per simulare il metallo originario (!).

    

Un incidente occorso in via Vittoria Colonna alla vettura 4447 nell’agosto 1952

è l’unica testimonianza fotografica  della presenza delle “Alfetelle” sulla filolinea 222 (coll. A. Cozzolino).

Dopo il grave incidente della “Cesarea” (maggio 1961), le “44” scomparvero, destinate a subire modifiche all’impianto frenante (non fu loro montato, però, il freno di emergenza); riapparvero nel 1962 in servizio sulla 232 (loro assegnata sin dalla sua istituzione: Ponti Rossi-via Filzi), oltre che su 211 e 243, per il loro residuo periodo di esistenza.

    

Il binomio ideale: filolinea 243 e Alfetelle!

Eccone due testimonianze riconducibili agli anni ’50 del XX secolo (coll. A. Cozzolino).

Quasi del tutto inutilizzate nel corso del loro breve soggiorno presso l’impianto “Stella Polare” (marzo 1963-gennaio 1964), le “44” ripresero invece servizio (sempre e soltanto sulla 232) dopo il rientro a “Carlo III”, e sino all’inizio del 1966, allorché tutte e sette le vetture residue (4441 e 4442 erano già state eliminate dal servizio e 4445 era stata coinvolta in un incendio doloso già nel 1960!) vennero progressivamente radiate; anzi, sei, perché 4449 - utilizzata per trasporto materiali - rimase in efficienza sino alla data dell’alienazione (febbraio 1967).

Un ALFA 900 ripreso dall’alto a via Roma in servizio sulla filolinea 232 (Archivio fotografico Ruggieri).

Foto del titolo: Immagine di fabbrica delle vetture ALFA Romeo 900 AF - SIRIO Marelli per Napoli.

(Centro di documentazione storica ALFA Romeo)

chiudi la pagina