Nel 1959 l’A.T.A.N. acquisì -
allo scopo di sostituire le ormai fatiscenti
vetture anteguerra - ventitré filobus ALFA-Romeo
911, costruiti dall’AERFER (modello FI.711) e
forniti di equipaggiamento elettrico e motore
(L336/C da 150 HP) OCREN; non differivano molto,
all’aspetto, dai FIAT 668 F di sei anni prima;
erano solo più lunghi (di poco: 11 m contro
10.400) e presentavano porte in legno a doppio
vetro con listello centrale largo. A differenza
però dei precedenti veicoli OCREN erano dotati
di un nuovo tipo di frenatura che consentiva di
utilizzare un solo pedale che “inglobava” la
frenatura meccanica e quella elettrica. Fu la
prima volta - se si eccettua un filobus
prototipo - che l’AERFER produceva veicoli da 11
m. È da rilevare che - ad onta della maggior
lunghezza dei veicoli - rimase identica la
scansione dei finestrini e venne soltanto
aggiunto (subito dopo la porta posteriore) un
vetrino chiuso di circa 60 cm: la stessa
soluzione che già anni prima era stata adottata
dalla Pistoiesi per i Lancia di Firenze
(2201÷2211), vicinissimi per disegno agli ALFA
911 di Napoli.
Due diverse “foto di fabbrica” delle “43”,
quella OCREN, che ci mostra la vettura
4306 (coll. E. Bevere),
e quella AERFER, che ritrae in fabbrica la
vettura 4301 (coll. A. Cozzolino).
Le nuove vetture furono immatricolate 4301÷4323
e destinate all’impianto di Posillipo per il
servizio su 240 e 203; tuttavia, trasferite
l’anno successivo al deposito “Carlo III”, pur
non abbandonando mai la direttrice di Posillipo,
furono frequentemente impiegate su linee
vomeresi, in particolare la 221.
Il primo periodo di servizio degli ALFA 911:
due esemplari, separati da un ALFA 900
Sirio-Marelli,
ritratti al capolinea di piazza San Luigi e
la vettura 4309 lungo la via di Posillipo.
(Archivio
fotografico
Ruggieri)
Al Vomero rimasero stabilmente dopo l’immissione
in servizio dei primi sei ALFA mille,
per il breve periodo sino all’incidente della
“Cesarea” e, successivamente, sia pure solo come
“aiuto” agli stessi ALFA mille, sino
alla fine del 1961, impiegati soprattutto sulla
207 (nel periodo estivo, allorché la linea
ritornò filoviaria) e sulla 249, dopo il suo
ripristino a novembre.
Due sole immagini (e non certo bellissime)
testimoniano la presenza degli ALFA 911 in
servizio su linee vomeresi:
una foto dell’Archivio fotografico Ruggieri
ci mostra una vettura ferma a via G. Santacroce
tabellata 242,
mentre una cartolina di
piazza Medaglie d’Oro ha “immortalato” la 4310 (filolinea
249) che si immette in
via Niutta (coll. A. Cozzolino).
Da gennaio ‘62, però, non
ritornarono mai più sulle linee vomeresi,
venendo utilizzati poco e male dai tre impianti
nei quali erano stati divisi, non solo perché
invisi al personale (erano le ultime vetture
senza servosterzo e, per di più, particolarmente
“dure”), ma anche proprio perché eccessivamente
frazionati (8+8+7) per poter assumere una
fisionomia propria; a Carlo III, in particolare,
esercitavano, accanto a vetture di ben maggiore
anzianità, la 231 e la 232, a San Giovanni erano
addirittura relegati ai servizi mattinali e di
rinforzo; solo a Stella Polare ebbero maggior
considerazione, esercitando la 254b., la 256 e,
poi, la 254r.b., allorché questa linea assunse
carattere di continuità; dopo la soppressione
del servizio filoviario vomerese, esercitarono
anche le due linee circolari.
Vari impieghi degli ALFA 911 distribuiti tra
diversi depositi aziendali:
la 4302 (Carlo III) è ritratta in servizio
sul 231 (Archivio fotografico Ruggieri),
la 4321 (San
Giovanni) è in
servizio su una
linea vesuviana
mattinale (foto
M. Kaiblinger),
mentre 4307 e 4309 (Stella Polare)
esercitano rispettivamente le linee 254 barrata
e CS
(ambedue le foto P. Gregoris).
Eppure, a livello tecnico, si era cercato di
migliorarli, sia con l’applicazione, su tutti i
filobus della serie, del freno di emergenza tipo
Westinghouse, sia cercando di risolvere il
problema della rigidità dello sterzo: in
particolare, nel 1965, alla vettura 4301, fu
applicato un dispositivo (non un vero e proprio
servosterzo), che rendesse più dolci le manovre
in curva, e il filobus, ridipinto coi paraurti
verde chiaro quasi per avvicinarlo (almeno
esteriormente) agli ALFA mille, fu spostato a
San Giovanni (in cambio di 4317: in seguito
anche 4323 sarebbe passato a “Carlo III” in
prestito per un certo periodo), nel tentativo di
allargare l’impiego delle “43” in
quell’impianto; ma non si ebbero i risultati
sperati, sicché si pensò a montare sugli ALFA
911 la stessa “idroguida” degli ALFA mille:
la modifica interessò dapprima 4318, poi,
nell’ordine, 4301, 4313, 4310, 4321, 4319: anzi,
quest’ultima vettura fu ridipinta in arancio
ministeriale e, all’interno, con la stessa
vernice delle “80” ricostruite a Roma, quasi ad
assimilarla idealmente alla serie più recente.
Ricevette anche i finestrini tipo Klein adottati
sugli ALFA mille in sede di
ricostruzione.
L’unica immagine della vettura 4301 dopo la
ricostruzione e l’applicazione del servosterzo.
Fotografata in prossimità del deposito
“Stella Polare”, è in servizio
sulla filolinea 255 rossa (Napoli-Torre del
Greco) (foto M. J. Russell).
Ma già, intanto, altri
filobus della serie venivano invece accantonati:
prima 4323, già declassato a trasporto
materiali, quindi 4302, 4317, 4320, 4322; a
trasporto materiali veniva intanto declassato
4303. Dopo l’unificazione del servizio
filoviario a Stella Polare (1979) rimasero in
esercizio solo le vetture col servosterzo,
mentre gli altri filobus, benché ancora
efficienti, venivano smistati (per necessità di
spazio e forse in attesa di una ricostruzione
che mai ci fu) tra gli impianti di Carlo III (autoviario)
e Fuorigrotta (tramviario e in via di
dismissione), e in quest’ultimo deposito
arrivarono, a fine ‘80, anche 4301 e 4321; gli
ultimi quattro filobus resistettero peraltro per
poco tempo, e solo la “ricostruita” 4319 risulta
(ma solo negli inventari aziendali) ancora in
efficienza sino al 1985. Nel 1981 la prima
alienazione per le vetture senza servosterzo,
nel 1986 quella dei sei esemplari residui.
Nell’ultimo periodo di ‘vita’, le “43” sono
destinate all’utilizzo esclusivo della 254 rossa
barrata,
come dimostrano le quattro belle foto
scattate da M.J. Russell nel 1978. Vediamo
nell’ordine la 4304 a piazza Garibaldi,
la 4315 mentre da corso Malta si immette su
via Lahalle e due vetture riverniciate in
arancio-grigio (4305 e 4314)
ritratte ai due capolinea, la prima al corso
Malta, la seconda a Portici, piazza San Ciro.
L’immagine del
titolo è tratta da un dépliant OCREN e raffigura
la vettura 4306
con lo sfondo di Posillipo (coll. G. Reppucci).
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