Nell’ultimo aggiornamento di questo sito ho avuto modo di
soffermarmi sulle funicolari italiane a contrappeso d’acqua.
Orbene, leggendo il mio articolo, l’antico amico e compagno
di scuola ing. Eugenio Pugliese Carratelli mi ha fatto
notare che avevo escluso dalla trattazione l’impianto di
Catanzaro: omissione certa, ma in parte dovuta alla
complessità della funicolare calabra (tratto centrale di una
tramvia che univa la stazione di Catanzaro Sala con il
centro cittadino) e in parte voluta, visto che ad essa si
accenna già in questo stesso sito nell’articolo “Nato a
Catanzaro” dell’ing. Raimondo Garcea. E tuttavia - visto il
gradito input - mi soffermerò brevemente su di essa,
seguendo peraltro la scia di alcuni altri noti studiosi di
trasporti qui citati al termine del lavoro.
Orbene, il 31 luglio del 1899 veniva inaugurata la stazione
di Catanzaro Sala lungo la linea che univa il versante
ionico con quello tirrenico della Calabria. Disattendendo le
attese della popolazione essa fu realizzata in aperta
campagna a 200 m circa sotto il livello della città e ad
oltre 4 km da essa. Di qui la necessità di creare - come in
tanti altri casi - una linea di adduzione alla stazione
ferroviaria che - nonostante una grande quantità di vari
progetti - fu costruita solo alla fine del primo decennio
del ‘900 e inaugurata (per una sola tratta) il 9 agosto
1910. Si trattava di una linea tramviaria a trazione
elettrica (550 V cc), costituita da tre tronchi, dei quali
quello centrale era in realtà una funicolare … a contrappeso
d’acqua.
In dettaglio, la linea - ad aderenza naturale - partiva
dalla stazione di Catanzaro Sala e percorreva un tratto di m
534. Qui, in località “Piè di Sala” la vettura veniva
collegata (mediante una piastra) al carro-freno e trainata
(grazie ad una fune) dalla vettura discendente, il cui carro
era zavorrato da un serbatoio riempito da 5 m3 di
acqua. Il convoglio arrivava così alla progressiva 0+852,
dove incontrava una galleria di m 282 che sbucava in piazza
Roma. Da qui, la vettura raggiungeva ad aderenza naturale
piazza Indipendenza e - in tempi successivi - la borgata di
Pontegrande, per un’estensione complessiva di km 7+993. Il
percorso della funicolare era di m 689 e superava un
dislivello di m 157 con una pendenza massima del 274 ‰.
La dotazione dell’automotofunicolare di Catanzaro era
costituita da tre elettromotrici a carrelli (1÷3), due
motrici per servizio merci (4-5) e dai due carri-freno che
erano utilizzati rispettivamente sui lati destro e sinistro
della tratta funicolare. I veicoli 1÷5 furono costruiti
dalla Carminati & Toselli ed erano dotati di motori ed
equipaggiamenti elettrici AEG-Thomson Houston; si
distinguevano per la presenza, ad una estremità, di un
respingente speciale posto sul terrazzino a valle: un
piastrone in ferro che - nel tratto funicolare - appoggiava
nella gola di un rullo fissato al carro-freno. Ai due
carri-freno originari si aggiunse, nel 1934, un terzo
esemplare (come i primi due costruito dalla Ceretti &
Tanfani), reversibile, che poteva essere utilizzato, previa
giratura su una piattaforma, su ambedue le ‘linee’ dello
scambio centrale.
Le vetture 1÷3, a causa del notevole ingombro (erano lunghe
ben mm 13470!), creavano non pochi inconvenienti nel
percorrere le strade cittadine; di qui la decisione di
utilizzare per la tratta da piazza Roma a Pontegrande tre
tram a due assi - anch’essi costruiti da Carminati & Toselli
- della lunghezza di mm 8890, numerati 6÷8.
La tratta urbana della tramvia fu sostituita con autobus nel
1949, mentre l’automotofunicolare continuò il suo servizio
fino al 26 ottobre del 1954, data di un grave incidente
avvenuto proprio sulla tratta funicolare, che però non
causò, fortunatamente, alcuna vittima.
Nel 1982 il Comune decise di
recuperare la tratta funicolare della tramvia; il nuovo
impianto di proprietà comunale fu inaugurato il 4 ottobre
1998 ed è tuttora regolarmente in esercizio.
Il tracciato della tramvia e funicolare di Catanzaro (da
Ogliari). |