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di Antonio Gamboni |
Tutto successe in una domenica di sole d’aprile. La seconda guerra mondiale era terminata da poco e la gente aveva una gran voglia di vivere, di ricostruire e cancellare i tristi ricordi. La vita ricominciava e, anche se i mezzi a disposizione erano molto scarsi, il napoletano, quello DOC, sapeva come arrangiarsi. Prima di procedere, sarà bene precisare che a Napoli i fatti non accadono, ma ‘succedono’; sì, succedono cose piacevoli o meno. Infatti, ‘accadere’ viene spesso adoperato per un avvenimento improvviso, mentre ‘succedere’ può indicare un fatto che richiede una certa rassegnazione. Desidero ricordare che, proprio in quegli anni, durante il pranzo della domenica, la gran parte dei napoletani ascoltava alla radio una trasmissione intitolata proprio “Succede a Napoli”. E poi si sa che un napoletano, quello verace, chiederà sempre cosa succede e mai cosa accade. Ed è proprio dei vari fatti che avvenivano in una Napoli nei primi anni ’50 del secolo passato, mi piace ricordarne uno legato ad un felice evento. Quella che segue è una storia legata ad un tram, il numero 20.
Guida Orario dei Tram ed Autobus, risalente al 1932, con indicazione delle linee e pagina interna relativa alla linea del 20 (coll. A. Gamboni).
Vettura tramviaria della linea 20 in sosta al capolinea di Piazza dei Martiri (coll. A. Gamboni). Quella mattina la vetturetta era partita dal capolinea di Piazza dei Martiri e, con il suo carico di passeggeri della domenica, effettuava un’altra importante sosta a Piazza Amedeo, nei pressi della stazione della Metropolitana. Superava, quindi, i Parchi Margherita e Grifeo e, dopo aver tagliato il Corso Vittorio Emanuele, iniziava la deviazione per imboccare la salita di via Tasso.
La sosta in Piazza Amedeo prima di imboccare la via del Parco Margherita (coll. A. Gamboni). Giunti all’altezza della chiesa della SS. Trinità, uno stridere di freni fece sussultare tutti i passeggeri ed anche il cartoccio con i pasticcini che qualcuno portava, con eleganza, sospeso al dito mignolo. Una fermata obbligatoria non prevista. Cosa era accaduto, o meglio successo?
La Chiesa della SS. Trinità in via Tasso (elaborazione da Google). Era successo che una giovane sposa in un bell’abito bianco, un signore in tight ed una folla di amici e parenti stavano attraversando la strada. Episodio comune, si dirà. Comune sì, ma non servendosi di un bel tappeto blu disteso proprio tra i due marciapiedi della strada tagliando il binario del tram. In effetti la coppia, uscita dalla casa della sposa, stava recandosi alla Chiesa che si trovava proprio di fronte al portone. E come accade in ogni simile circostanza, a bordo del tram si formarono subito due partiti di tendenze opposte. Gli uni dicevano che non era possibile far camminare una sposa su un manto stradale sconnesso, perciò aveva pensato bene l’addobbatore a stendere quel tappeto blu. Altri, invece, commentavano che queste erano cose che succedevano solo a Napoli. Al che veniva replicato che occorreva molto poco per far felice una fanciulla, ricordando che un tempo, forse neppure tanto lontano, lunghi tappeti venivano distesi per le vie pubbliche per far passare i Principi. Quella fermata fuori programma, non “obbligatoria” e non “facoltativa”, lasciò tutti perplessi. Passato il corteo, quel tappeto fu arrotolato passo dopo passo mentre un grande applauso si levava dal tram che proseguì la sua corsa verso il capolinea di via Manzoni. Qualcuno aveva gridato: viva gli sposi!
Splendida immagine con il tram della linea 20 lungo via Tasso dopo il superamento della Chiesa della SS. Trinità (coll. G. Fiorentino), per ...
... terminare la corsa in via Manzoni (foto Troncone - coll. Litigio).
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