Nel maggio del 2000, alla Stazione Marittima, unitamente ai
primi filobus F19,
viene presentata dall’AnsaldoBreda la “sagoma” dei futuri tram
SIRIO.
di Andrea Cozzolino
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Era il
Venerdì Santo del 2004 (9 aprile) quando – in anticipo di due giorni
sulla data tradizionale per le “sorprese” – arrivava al deposito
tranviario di San Giovanni un grosso, grossissimo
pacco
ricoperto di un involucro verde. Sistemato su un trasporto che mai
come in questo caso era giusto definire “eccezionale” era pronto per
essere scartato e per rivelare il suo singolarissimo contenuto:
settanta anni dopo le motrici a carrelli ancora in servizio nella
città di Napoli arrivava il primo dei tram articolati “Sirio” che –
già secondo le previsioni del piano comunale dei trasporti del 1997
– dovevano contribuire a rinnovare e ad estendere l’asfittica rete
tranviaria del capoluogo campano.
L’arrivo del “pacco-sorpresa” al deposito di
San Giovanni e il primo Sirio dopo esser stato posizionato
su un binario dell’impianto (ambedue le foto
F. Quaranta).
Sulle
caratteristiche tecniche dei nuovi tram ci soffermeremo in seguito;
per ora basti dire che già l’evento in sé costituiva un segnale
significativo, vista la distanza temporale dall’ultima consegna di
un gruppo di elettromotrici a Napoli. Vero è che – nei decenni
intercorsi – erano apparsi veicoli singoli che avevano accresciuto
il parco, che le stesse motrici a carrelli avevano subito un totale
restyling tra il 1976 ed il 1980, ma
ora – finalmente! – ci si trovava di fronte ad una precisa scelta
“politica”, quella di far permanere nel tempo la presenza del tram a
Napoli.
Fu il 18 maggio di quello
stesso anno che la prima vettura consegnata – che nel frattempo
aveva assunto la matricola 1101 – fu “solennemente” presentata al
pubblico in piazza Vittoria, sistemata su un tronchino laterale al
binario percorso all’epoca dalle linee 1 e 4.
Due diverse inquadrature per
il tram Sirio il giorno della sua presentazione
ufficiale.
(foto A. Cozzolino e F. Quaranta)
Fu un bagno di folla per
quello strano veicolo, che mostrava – soprattutto quando era
affiancato dai suoi ‘predecessori’ – tutte le enormi differenze di
tecnica e di estetica che necessariamente i diversi tempi
imponevano. Colpivano soprattutto – dei nuovi tram – la forma
affusolata delle testate (ovviamente uguali visto che si trattava di
vetture bidirezionali), la lunghezza totale, la raffinatezza della
nuova livrea bianca con finiture blu, la presenza di vere e proprie
cabine di guida e tanti altri dettagli (es. la disposizione interna
dei sedili, gli snodi centrali, la posizione delle porte di accesso)
che denotavano quanto innovative fossero quelle elettromotrici.
Ancora due foto scattate il 18 maggio del 2004 da F. Quaranta:
vista frontale del nuovo tram da solo e affiancato da una vecchia
motrice a carrelli.
Col passare del tempo sia la
1101 che gli altri “Sirio” cominciarono, anche se abbastanza a
rilento (le consegne sono terminate nel 2007) a far capolino sulle
tre linee tranviarie cittadine, presenti maggiormente sulla più
lunga linea 1, all’epoca in servizio da Poggioreale a piazza
Vittoria, fino a raggiungere le 22 unità previste dalla commessa. E
divennero così partecipi, alla pari delle vecchie “Carrelli” residue
cui furono affiancate, dei tanti problemi che il servizio tranviario
presenta a Napoli, dalla limitazione a piazza Nazionale per i lavori
sulla tratta fino a Poggioreale a quella a piazza Municipio per la
realizzazione del sottopasso del porto, ma anche dell’estensione
della rete fino a Stadera. Anzi: senza i Sirio – unici tram
bidirezionali nel parco ANM – oggi non sarebbe possibile né
l’esercizio del prolungamento a Stadera (nato con capolinea tronco),
né fermarsi a piazza Municipio, dove il capolinea tronco è stato
creato proprio solo in funzione dei “nuovi” tram che vi si attestano
provenienti sia appunto da Stadera (linea 1) che dal Deposito di San
Giovanni (linea 4).
I Sirio cominciano a
vedersi su tutte le tre linee napoletane,
come appare da queste quattro foto tutte
scattate dal compianto E. Bevere.
Forse, oggi – a dieci anni di distanza
dall’arrivo di quello strano “pacco” – la nostra quotidiana
convivenza con i Sirio appare scontata, ed anzi ci è più facile
evidenziarne i difetti (la porte rototraslanti in luogo di quelle ad
espulsione e scorrimento che sarebbero state certamente più
funzionali, la scarsità di spazio nelle due aree occupate dai sedili
longitudinali, il loro procedere talora ondeggiante) che ricordarne
i pregi, ma certamente senza i Sirio le linee tranviarie a Napoli
molto probabilmente non esisterebbero più. Ed è un peccato che
l’Azienda – per motivi economici – non abbia esteso il loro numero,
che avrebbe assicurato – oltre una ancor più duratura presenza del
tram a Napoli – anche una omologa gestione dei ricambi ed avrebbe
consentito di mettere definitivamente a riposo veicoli che – pur se
carissimi agli appassionati di trasporti – dimostrano ogni giorno di
più la loro età e la loro inadeguatezza.
Due Sirio al capolinea
tronco di via Stadera (il primo ampliamento della rete napoletana
dopo decenni!)
ed altrettanti tram a via C. Colombo, ove sono limitate attualmente
le linee 1 e 4.
(ambedue le foto A. Cozzolino)
Disegnato da
Pininfarina, il tram Sirio dell’AnsaldoBreda
è stato costruito in più versioni
che hanno avuto successo non solo in
Italia (oltre Napoli, Milano,
Firenze, Bergamo, Sassari) ma anche
all’estero (Atene, Göteborg).
Realizzato con pianale totalmente
ribassato per favorire l’incarrozzamento
dei passeggeri, è dotato di aria
condizionata, pedane per disabili,
pantografo ad angolo
posizionato sull’elemento centrale,
forme aerodinamiche con frontale
ovoidale in cui sono inseriti il
display indicatore della linea e del
percorso, il parabrezza ed
i fanali. Può raggiungere la
velocità di
70 km/h. La
versione arrivata nel capoluogo
campano è a tre casse con un
carrello motore ed uno portante (rodiggio
Bo-2); raggiunge la lunghezza di m
20.200 ed è dotata di due porte
estreme ed una centrale,
banalizzate. Ha una capienza
complessiva di 124 passeggeri di cui
31 seduti. È predisposto per essere
utilizzato ad una tensione nominale
di 750 V/cc.
Vista
laterale di un tram Sirio al
capolinea di via C. Colombo (foto A.
Cozzolino).
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