di Andrea Cozzolino

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Il giorno di venerdì 23 maggio 2014 si è spento in Firenze Nicola Cefaratti, autore

– oltre che di un notissimo libro sulla SITA e di un altro, non meno noto, sulle autolinee gestite dalla Società Lazzi –

di due fondamentali volumi sulla storia del trasporto pubblico locale a Firenze (dal 1865 al 2005),

del quale va considerato certamente il maggiore esperto: una sorta di vera e propria enciclopedia,

nella quale primeggia la trattazione sui suoi amatissimi tram,

che aveva avuto la gioia di rivedere circolare dal febbraio 2010.

Le poche righe che seguono su alcuni rotabili tramviari e filoviari fiorentini

e la carrellata di immagini proposte sono null’altro che un omaggio sentito

ad uno studioso della cui amicizia ritengo di dovermi sentire onorato.

PREMESSA

Nata a Napoli, mia madre si spostò (ma meglio sarebbe dire “fu spostata”) a Firenze a meno di un anno di vita seguendo in quella città suo padre – alto funzionario governativo – che lì era stato trasferito. È logico, quindi, che si sentisse (avendo vissuto nel capoluogo toscano fino a 28 anni) più fiorentina che napoletana e che avesse conservato fino a tarda età una memoria nostalgica di Firenze che suscitava in me interesse e curiosità, fino a quando non ebbi l’occasione (ovviamente guidato da lei!) di visitare la città del Giglio e di accorgermi di quanto mi piacesse e non solo per essere una delle città d’arte più famose del mondo, ma anche … per avere in comune con Napoli alcuni tipi di filobus, soprattutto quelli diretti a Fiesole, dei quali non solo mi attrassero le forme, ma persino le matricole che – stranamente – mi richiamavano quelle della mia città.

Fu questo che dissi per prima cosa a Nicola Cefaratti quando lo incontrai qui a Napoli nella hall dell’Hotel Cavour, aggiungendo un altro singolarissimo particolare: una delle prime foto – a pagina 41 – del suo primo libro sui trasporti fiorentini inquadrava un negozio di strumenti musicali, quello di Brizzi & Niccolai, nomi che conoscevo sin da bambino per essere “stampigliati” sul pianoforte materno. Nacque così il mio rapporto con l’oggi compianto Cefaratti. Sulla sua scia ora vediamo di esaminare alcune immagini della mia collezione o concessemi da altri amici, che potremo più facilmente commentare proprio sulla base di quanto appreso dalla “Storia dei trasporti di Firenze”.

1. Inaugurata il 19 settembre 1890, la tramvia elettrica da Firenze a Fiesole fu in assoluto una delle prime in Italia. Realizzata con captazione della corrente da filo aereo (sistema “Sprague”), era esercitata con vetturette lunghe solo 6 m, le cui parti meccaniche ed elettriche erano arrivate nella città del Giglio direttamente da Oltreoceano, mentre le casse (numerate 1÷12) furono realizzate dalle locali “Officine Desireaux”. Tanto più desta attenzione l’immagine a lato che ritrae la motrice n. 6 dopo il passaggio alla “Società dei Tramways fiorentini”, visto che proviene dall’Archivio della SACFEM di Arezzo. Ricostruzione?

2. La massima parte dei tram fiorentini fu ricostruita seguendo un disegno unificato negli anni ’20 del XX secolo. Lo schema generale delle motrici prevedeva cinque moduli laterali e la cassa coperta da un lucernario lungo quanto la vettura e spiovente sulle due piattaforme. Due furono i modelli realizzati: “a cassa corta” (lunghezza totale mm 7900) e a “cassa lunga” con truck Brill 21E (originariamente mm 1829) allungato a 2000 mm e lunghezza totale di mm 8360. Fu, questo, il tipo più diffuso nel capoluogo toscano (120 tram vs 28).

(Coll. G. Fiorentino)

3. Non bisogna lasciarsi impressionare dalla inserzione di vetture a  cassa corta e/o lunga nella stessa serie. Non diversamente che in altre città (tanto per citare un esempio a caso Napoli!!!), a Firenze i tram furono suddivisi, a seconda del motore e della sua potenza, in tre grandi gruppi: matricola 1 a seguire: motore GE 58 o DK 30B; gruppo 101 a seguire: motore GE 800; gruppo 201 a seguire: motore GE 57. Queste ultime motrici – dette “le 100 cavalli” – erano atte a trainare anche due rimorchi.

(Foto Forbes 1948, coll. A. Cozzolino)

4. Benché fino al 1956 abbiano circolato sulla rete fiorentina persino rimorchi provenienti dalla rete a cavalli (!!!!), la massima parte delle carrozze trainate seguì lo schema delle motrici, come si può chiaramente dedurre da questa immagine che ci  mostra un convoglio nei pressi della stazione ferroviaria di S. Maria Novella.

(Foto Forbes 1948, coll. A. Cozzolino)

5. Ancora nei pressi della stazione, una delle “locations” più frequenti per ritrarre i tram fiorentini. Qui siamo a metà degli anni ’50, come dimostrano i due FIAT 680 RN – Viberti che affiancano la vettura 237, un tram “a cassa lunga” dotato di motori GE 57.

(Coll. A. Cozzolino)

6. Rara immagine a colori di un tram di Firenze. La foto – anch’essa scattata in prossimità della stazione ferroviaria – raffigura una motrice ricostruita a cassa lunga e numerata dapprima 104 e successivamente 351 a causa del cambio di motore: gli originari GE 800 furono, infatti, sostituiti da due CGE CT133, che la resero la più veloce delle motrici fiorentine!

(Coll. E. Bevere)

7. Ancora un’immagine di un tram a cassa lunga ritratto in prossimità della stazione ferroviaria di Firenze. Siamo nel 1956 e la vettura fotografata è la 221, che ha mantenuto intatte matricola e motorizzazione lungo tutti i lunghi anni del suo servizio nel capoluogo toscano.

(Coll. L. Carnesecchi)

8. Durante gli anni della 2^ Guerra Mondiale, presso le Officine “San Giorgio” di Pistoia furono realizzate per l’Azienda di Firenze dieci casse metalliche di tipo aerodinamico con porte pneumatiche a 4 antine, che vennero montate su vecchi truck Brill allungati a mm 2250. I “nuovi” tram vennero immatricolati nella  serie 1101÷1110. La vettura immortalata nell’immagine a fianco, ultima del gruppo, aveva il truck ricavato da un locomotore per servizi interni già numerato 508.

(Coll. A. Cozzolino)

9. Tra il 1926 e il 1927 l’ATAF acquistò dodici trucks della Brill di Philadelphia della lunghezza di mm 5887 del tipo a carrelli monoassiali, sui quali vennero montate casse costruite nelle Officine sociali unificate nel disegno alle altre vetture fiorentine. Le motrici di questo gruppo (in origine numerato 401÷412) – che vennero dette “Radiax” – subirono anch’esse la sostituzione totale della cassa nel dopoguerra costituendo il nuovo gruppo 1151÷1162. Le nuove casse metalliche furono costruite dalle Officine Lotti di Firenze e dalla SACFEM di Arezzo.

(Coll. G. Fiorentino)

10. Esemplare unico, la vettura 1201 del parco tramviario fiorentino (ex-59) fu un tentativo di ricostruzione peraltro senza seguito effettuato dalle Officine Sociali nel 1947. Il tram – oltre ad essere unidirezionale  e a presentare la carenatura qui visibile – era dotato di due portine pneumatiche a quattro antine sul modello delle vetture ricostruite dalle Officine “San Giorgio”.

(Foto Forbes 1948, coll. A. Cozzolino)

11. Il piccolo Andrea ha nove anni e sa che a Napoli circolano delle vetture costruite dall’AERFER, dalla caratteristica forma arrotondata, che sono numerate 2331÷2350. È la prima volta che visita Firenze e con i genitori si reca a Fiesole in un filobus del tutto simile a quelli napoletani. Può mai egli sapere che le apparecchiature elettriche sono CGE e non OCREN, che il costruttore della carrozzeria è la Pistoiesi anche se il disegno è comune a quello AERFER perché parte del progetto UT-VeS??? Certamente no!!! E quindi – nella sue mente di fanciullo – pensa ingenuamente: “Ah, ecco, qui sono numerate da 2131 a seguire, a Napoli da 2331”…… (Foto P. Gregoris)

12. Adesso Andrea è grande e continua ad essere appassionato di trasporti. È così che apprende – grazie anche ai volumi di Cefaratti – che a Firenze hanno circolato non solo le vetture 2131÷2139 (FIAT 668F – Pistoiesi CGE) tanto simili alle “napoletane” 2331÷2350, ma anche altri filobus derivati dal progetto UT-VeS, undici esemplari di Lancia Esatau P – Pistoiesi CGE che l’ATAF ha numerato 2201÷2211 e che presentavano quel finestrino chiuso in più all’altezza del posto del bigliettaio che l’AERFER riprenderà nel costruire per Napoli gli ALFA 911 – AERFER Ocren del gruppo 4301÷4323.

(Foto P. Gregoris)

13. In comune, i parchi filoviari di Napoli e di Firenze, nonostante che il piccolo Andrea non ci abbia badato (!!!), avevano non solo vetture simili esteticamente, ma anche perfettamente uguali e precisamente i tre assi FIAT 672/122 CaNSA CGE, presenti nel capoluogo campano con la serie 3221÷3224 (già 5151÷5154) e a Firenze con il gruppo 3001÷3008, di cui vediamo a fianco l’esemplare n. 3006.

(Coll. A. Cozzolino)

Foto del titolo: La motrice 1153, derivata dalla “Radiax” 405, fotografata al capolinea della linea 17 al parco delle Cascine.

(coll. A. Cozzolino).

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