|
di Ennio Castelletti |
|
Il tramway di Demonte fu una ferrovia che collegava la Città
di Cuneo con Demonte tra il 1914 ed il 1948. Questa vallata
costituiva un territorio ricco di vita e di operosità contadina e
fin dall’antichità fu molto trafficata, essendo la
principale via di collegamento con le vallate Francesi,
attraverso l’Argentera ed il Colle della Maddalena. Per
questi valichi transitarono i Celti, i Romani, i Barbari, i
Saraceni e più recentemente intere colonne armate Francesi.
Qui i Savoia rafforzarono la cintura difensiva della Valle
facendo costruire il forte Albertino di Vinadio, cittadina
ancor oggi ricca di acque minerali in località Sant’Anna di
Vinadio.
In questo
contesto Demonte, allora popoloso capoluogo della Valle
Stura, era interessato ad avere rapidi collegamenti,
attraverso la Strada nazionale (che toccava i centri di
Moiola, Gaiola e Borgo San Dalmazzo) con Cuneo, Città del
fondovalle, per
intrattenere traffici di merci e di persone. Questi traffici
avvenivano, fino alla metà del 19° secolo, a dorso di mulo o
con “cartoun o birocc”, carretti trainati da buoi, che
impiegavano circa un giorno per percorrere i 26 km, (3 km/h
in media) che dividevano i due Centri urbani.
Fu così che il
sig. Pietro Fornasero, verso la metà del 1800, avviò un
servizio di diligenze a Demonte. La carrozza era bella e
robusta, poteva caricare 8 passeggeri più il bagaglio e la
posta e, trainata da due cavalli, era condotta dallo stesso
proprietario. Effettuava due viaggi settimanali, il martedì
ed il venerdì. Il sig. Fornasero era molto attento ai
suoi cavalli, che all’andata cambiava presso lo stallo della
trattoria “Due montoni d’oro”, per riprenderli riposati al
ritorno. Ciò perché il tratto in salita fra Moiola e Demonte
era il più duro da affrontare, con una pendenza media del
15,6 x mille. |
01 - La Diligenza di Pietro
Fornasero in un disegno di Silvano Taricco. |
Nell’aprile dell’anno 1877
iniziarono i lavori per una tramvia ippotrainata tra i
centri di Cuneo e Borgo San Dalmazzo, che fu inaugurata nel
dicembre dello stesso anno. Le rotaie, con scartamento di m
1,445, furono sistemate sulla banchina sinistra della Strada
Nazionale. Erano formate da due longheroni di ferro che
delimitavano un profondo solco in cui correvano le ruote
delle carrozze, costruite dalla ditta Grondona di Milano. Si
narra che, col rotolamento delle ruote delle carrozze,
venissero schiacciati sassi e terra nel solco delle rotaie e
che, durante l’inverno con le gelate, si formava un impasto
così duro da far sviare le carrozze; occorreva allora che
alcuni operai, con pala e piccone, liberassero, spostandosi a piedi, 8
km di linea.
Dopo poco più di un anno la
trazione fu trasformata a vapore. A tale scopo furono
utilizzati binari del peso di kg 17,50 per metro lineare e,
per migliorare il servizio, nel 1877 fu acquistata una prima
locomotiva dalla Krauss alla quale fu dato il nome “Città di
Cuneo”. Ad essa fu imposta la velocità di 10 km/h per non
spaventare gli animali al pascolo. Nei due anni successivi
la Krauss fornirà altre due locomotive: “Alto Piemonte” e “Carlo Ciappello”.
Questa tramvia sarà
acquistata nel 1890 dal sig. Francesco Vigna Taglianti,
della cui casata presto parleremo. |
02 - Il percorso della tramvia
a vapore da Cuneo a San Dalmazzo (1877).
(elaborazione A.
Gamboni) |
03 - Borgo San Dalmazzo -
Stazionamento della tramvia (da S. Taricco - Archivio
Dott. M. Cestella). |
Nel 1908 il
Conte Alessandro di Rovasenda inviò le pratiche per
collegare Demonte a Cuneo con una ferrovia, su
sollecitazione della popolazione di tutta la Valle Stura,
che sperava in progresso e lavoro da questa opera, essendo
Demonte luogo di smercio di castagne, patate, legna e
soprattutto bestiame bovino molto apprezzato. Nel 1910 i
Fratelli Vigna Taglianti, già concessionari della linea
Cuneo - Borgo San Dalmazzo entrano in trattativa per la
costruzione della nuova linea. Nel 1913 iniziarono i lavori
di costruzione fra mille polemiche, sia a
Demonte che a Cuneo. A Demonte i cittadini chiedevano due
stazioni, una all’ingresso del paese in località S.
Giovanni, ed una sull’altopiano, ove poi sarà eretta, sulla
Strada Nazionale per l’Argentera, di fronte alle stalle
della Caserma degli Alpini (oggi palazzina della Caserma
dei Carabinieri). Mentre a Cuneo vi furono accese discussioni per la scelta dell’attraversamento tra Corso Umberto,
sede di scuole, e via Pascal, sede del mercato e
dell’Albergo Superga.
Si giunse ad un accordo tra il Comune
ed i Fratelli Vigna Taglianti, per cui i carri merce
avrebbero fatto scalo nella nuova stazione di Corso Umberto,
mentre i convogli viaggiatori sarebbero arrivati in Piazza
Vittorio Emanuele (oggi Piazza Galimberti).
Per la nuova
strada ferrata Cuneo - Demonte lo scartamento venne fissato
in m 1,10, identico a quello delle Tramvie Piemontesi (che
vennero collegate) per permettere ai carri merce di poter
raggiungere direttamente Torino e viceversa, senza alcun
trasbordo. Fu quindi necessario disfare il vecchio tronco
Cuneo - Borgo San Dalmazzo, costruito con scartamento di m
1,445 e le rotaie recuperate, del peso di kg 17,50 per
m/lineare, furono usate per le controrotaie e per i binari
secondari delle stazioni. Il nuovo binario, posato su nuove
traverse in rovere, ebbe invece rotaie nuove, tipo Vignole,
della lunghezza di m 12 e del peso di kg 22,50 per m/l. |
04 - Il percorso completo della
tramvia a vapore da Cuneo a Demonte (1877).
(elaborazione A.
Gamboni) |
Il tracciato
della nuova ferrovia economica, della lunghezza totale di 26,352
km. Uscendo da Cuneo, correva per altri km 8 sul sedime
del vecchio tracciato, fino a Borgo San Dalmazzo lungo la
banchina sinistra della strada Nazionale n° 21. Sul lato
sinistro della strada, oggi Corso Barale, vi era
la stazione principale, il deposito locomotive e la villa
Vigna Taglianti, sede amministrativa della ferrovia. Entrava
poi, con un’ampia curva a raso verso destra, armata con
rotaie tipo Phoenix, in Piazza Argentera ed imboccava via
‘Dietro mura’ (oggi via G. Lovera), percorsa la quale
piegava a destra con curva di 60 m, intersecava la strada
provinciale per Vignolo e Caraglio e proseguiva sulla strada
Nazionale di Valle Stura (oggi il tratto nell’abitato di
Borgo prende il nome di Corso Mazzini), questa volta sul
lato destro della banchina. Toccava le borgate di Beguda,
con una fermata che serviva la vicina Roccasparvera, e
Casale (oggi Piano Quinto). La linea piegava a destra,
seguendo sempre la strada, verso il ponte Olla, in forte
discesa, (al contrario ripida salita con pendenza del 32,80
per mille), e si narra che, quando il trenino affrontava la
salita, provenendo da Demonte, i passeggeri di terza classe
scendessero a dare una mano per spingere il convoglio. |
05 - Cuneo, Piazza Vittorio
Emanuele II, località di partenza della tramvia.
(coll. A.
Gamboni) |
La linea
raggiungeva quindi il ponte dell’Olla, che ancor oggi
scavalca lo Stura ad un’altezza di 62 m sul greto del fiume
e, su leggero falsopiano, raggiungeva Gaiola. Dopo altri
2640 m si arrivava a Moiola, dove la strada ferrata, con due
scambi, dava accesso ad un binario di raddoppio su cui
sostavano carri merce, per caricare grandi quantità di
legname raccolto nei vicini boschi. Lasciata la fermata di
Moiola, si affrontava la lunga e dura salita della Cavaiera,
con pendenza del 26 per mille, giungendo in corrispondenza
della strada per Festiona, ove vi era una fermata. Qui la
ferrovia dava origine, con scambio, ad un binario morto per
il carico, sui carri merce, di legname, patate, fieno e
castagne. La salita continuava fino alla successiva fermata
di Rialpo. Affrontando questo ripido tratto la locomotiva,
sbuffando ed ansimando, fra nuvole di fumo e vapore,
sembrava dicesse, col ritmo cadenzato dello scappamento:
‘pagou tut, pagou tut, pagou tut…’ (pagherò tutto..) e,
giunta al culmine della salita, presso il pilone di
Sant’Anna di Rialpo, si riposava poi soddisfatta dicendo:
‘tut pagà, tut pagà…’ (tutto pagato, cioè ho fatto il mio
dovere).
Che piccola, grande locomotiva, cui tutti erano
grati ed affezionati! Percorso il falsopiano di San Marco,
in vista di Demonte la ferrovia abbandonava la Strada
Nazionale ed entrava, in sede propria, a monte del Capoluogo
della Valle, superando con un ponte il torrente Cant, per
giungere infine alla stazione capolinea di Demonte.
|
06 - Borgo San Dalmazzo -
Officine della tramvia (da S. Taricco - Archivio
Dott. M. Cestella). |
07 - Borgo San Dalmazzo -
Strada provinciale con a lato la tramvia.
(da S. Taricco - Archivio
Dott. M. Cestella) |
08 - Demonte - Stazionamento
della tramvia (da S. Taricco - Archivio Dott. M. Cestella). |
09 - Demonte - La stazione
tramviaria con lo scalo merci (da S. Taricco - Archivio
R. Fiandino). |
10 - Demonte - Altra vista
della stazione della tramvia (coll. A. Gamboni). |
I rotabili della Tramvia
Il materiale
rotabile della Tramvia comprendeva n° 5 locomotive a vapore
Breda della potenza di 200 CV ciascuna, n° 12 vetture
passeggeri con 32 posti a sedere e 10 in piedi, n° 2 vetture
“giardiniere” con 24 posti a sedere e 16 in piedi, 8 carri
merce chiusi, 18 carri aperti a sponde alte e 4 carri aperti
a sponde basse accoppiabili con bilico per trasporto di
lunghi tronchi.
Quando il 3 dicembre
1914 vi fu l’inaugurazione della linea con una gran festa
presso l’Albergo del Giglio a Demonte, il
trenino giunse trainato da una locomotiva addobbata con due
bandiere d’Italia. Una di queste rimase in dotazione alla
Stazione di Demonte e fu detta “la bandiera
dell’inaugurazione”. |
11 - Foto di fabbrica della
locomotiva 'Demonte', una delle 5 locomotive fornite dalla
Breda.
(coll. A.
Gamboni) |
12 - Foto della locomotiva
'Cuneo', un'altra delle 5 locomotive fornite dalla Breda.
(dal
testo di S. Taricco) |
L’esercizio iniziò con 6/8 coppie di
corse giornaliere fra Cuneo e Borgo San Dalmazzo e con 2/3
coppie al giorno fra Borgo e Demonte. Venti dell’imminente
prima guerra mondiale soffiavano minacciosi e presto la
carenza di buon carbon fossile mise in crisi la ferrovia,
che però dalla guerra non ebbe altri danni. Danni li ebbe
invece dalla concorrenza delle autolinee fra Cuneo,
Sant’Anna di Vinadio e l’Argentera. Per correre ai ripari la
Ditta Vigna Taglianti rilevò tutte le concessioni su gomma
fra Demonte ed il Colle della Maddalena. Così, fra alterne
vicende, il tramvai di Demonte sopravvisse sino all’inizio
della seconda guerra mondiale. Durante la guerra 1940/45 i
danni furono gravi: dapprima furono messe mine, che
distrussero due arcate del ponte dell’Olla, poi un
bombardamento tedesco rase al suolo la Stazione di Cuneo ed
infine incursioni tedesche e partigiane misero fuori
servizio locomotive e carrozze. Al termine del conflitto i
danni più gravi furono riparati e riprese il servizio della
tranvia, integrato con quello delle corriere della stessa
Ditta Vigna Taglianti.
Il costante esodo della popolazione
montana verso la pianura e lo sviluppo della motorizzazione
privata decretarono la chiusura della linea il 17 dicembre
1948. Per circa 2 anni ancora una locomotiva restò nel
piazzale del deposito a Borgo, ma poi, ridotta ad un ammasso
di ruggine, fu rottamata, così come lo erano stati i carri e
le vetture superstiti. I binari furono smantellati nel 1952,
cancellando ogni traccia del tramvai di Demonte.
Unico
testimone a ricordo del tramvai, rimane un enorme cedro del libano
piantato nell’area della stazione tramviaria di Borgo San
Dalmazzo il 1° settembre 1900, per ricordo del matrimonio di
Umberto Angelo Vigna Taglianti, protetto e curato dal
Comune. Resta poi il ricordo nel libro dell’autore Silvano
Taricco, figlio del Capostazione di Demonte, e nel modello
della locomotiva a vapore vivo, magistralmente costruita in
scala 1/6 scartamento 7” ¼. dal modellista Luciano Sergio di
Cuneo. |
13 - Modello della locomotiva
'Cuneo' realizzata in scala 1:16 dall'eccellente modellista
Luciano Sergio.
(foto
di E. Castelletti) |
Quel che resta
del Tramway di Demonte ...
... nelle foto
di Ennio Castelletti |
Sulla destra,
la vecchia stazione di Demonte (v. foto 09).
Strada
nazionale della Valle Stura lungo la quale
correva la tramvia.
Il sedime nei
pressi del Ponte sul Torrente Cant (v. foto 04).
La cittadina
di Beguda oggi, fermata della tramvia prima di
Borgo San Dalmazzo (v. foto 02). |
|
Bibliografia: S. Taricco, Il Tramwai di Demonte, Mauro
Fantino Editore, 2001
Si ringrazia Silvano Taricco per la concessione
all'utilizzo della immagine del titolo
e delle altre, tratte dal suo testo. |
|
|