di Andrea Cozzolino

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Ch'addore 'e malvarosa...” Così comincia una delle più belle, dolci e fascinose canzoni napoletane (I' te vurria vasà), che suggerisce alla fantasia dell’ascoltatore la frescura di un giardino mentre sta per sorgere il sole. Già, la frescura, il desiderio del sollievo dalla calura estiva, già cantato dai poeti dell’antichità, Virgilio bucolico, l’Orazio della “fonte di Bandusia” e tanti altri… Deve essere stata questa atmosfera a suggerire ai dirigenti – belgi e quindi abituati a tutt’altro clima – della S.A.T.N. (Societè Anonyme de Tramways Napolitains) la singolare forma di esercizio che caratterizzò le tramvie napoletane dal loro approdo alla trazione elettrica fino approssimativamente al 1912.

Ma procediamo con ordine: nel marzo del 1899 vengono inaugurate le prime due linee tramviarie urbane di Napoli esercitate appunto con la trazione elettrica, la P.zza Dante – San Martino (linea del Vomero) e la P.zza Dante – Corso V. E. – Mergellina – Torretta (linea del Corso). Nell’occasione la S.A.T.N. si dotò di 30 elettromotrici e 20 rimorchiate acquistate (non si sa se tutte o in parte) dalla Diatto-Benvenuti. Ebbene, di questo materiale rotabile 15 (o forse 14) motrici e tutte le carrozze di rimorchio erano “di tipo aperto” o, come usava dire all’epoca, “giardiniera”: en plein air, così da potersi godere l’aria fresca (appunto!) durante il periodo estivo.

Convoglio “tutto aperto” al traino della motrice 24 in servizio sulla linea del Vomero.

(coll. A. Gamboni).

La motrice ‘giardiniera’ n. 26 al capolinea di piazza Dante (coll. E. Bevere).

Ma non basta: al seguito della prima dotazione la S.A.T.N. acquistò ancora altre 40 motrici ‘aperte’, che numerò da 31 a 70, prima del gruppo di ben 135 elettromotrici chiuse che avrebbe classificato da 71 a 205. Questa volta sembra che, al pari del successivo maxi-gruppo, 31÷70 siano state fornite all’Azienda del capoluogo campano dagli Atéliers Métallurgiques de Nivelles.

Il tram di Posillipo esercitato con la motrice ‘aperta’ n. 33 (coll. E. Bevere).

Frescura sì, ma non il sole in faccia! Si notino le tende che coprono

i compartimenti viaggiatori della motrice n. 48 ritratta alla Riviera di Chiaia (coll. A. Cozzolino).

A questo punto – siamo nel 1903 – la Società escogita un vero e proprio ‘sistema stagionale’ di trasporto acquistando (come apprendiamo da più fonti) ben 155 ‘casse intercambiabili per servizio estivo’ sempre dalla fabbrica di Nivelles. Cosa vuol dire? Semplice: durante il periodo da aprile a fine settembre sui trucks delle motrici ‘invernali’ chiuse venivano montate le casse aperte di tipo ‘giardiniera’, che scomparivano da ottobre in poi per cedere il passo a quelle chiuse, e così via in una vicenda durata più anni, che (poiché le foto, almeno all’epoca, si scattavano più facilmente in periodo estivo) ha consentito a questi singolari rotabili di essere moltissime volte effigiati in cartoline raffiguranti vari angoli della città partenopea!

Le casse intercambiabili vengono numerate dalla S.A.T.N. da 211 a seguire:

vediamo di seguito la 291 al capolinea della Museo - Torretta …

… e la 215 a via S. Carlo (ambedue le immagini provengono dalla coll. Bevere).

Ma com’erano queste vetture? Sostanzialmente lo schema era simile: nelle giardiniere, che appaiono non verniciate, ma con la parte esterna in legno lucidato, le piattaforme, con accessi chiusi lateralmente da cancelletti, erano completamente separate dal compartimento viaggiatori, dotato di sette panche trasversali, cui si accedeva lateralmente grazie ad appositi predellini in legno che affiancavano la vettura per tutta la sua lunghezza. Sia nelle motrici che nelle vetture che si creavano con l’adozione delle casse intercambiabili all'esterno dei frontali sporgevano i comandi del controller e del freno a pattini.

Convoglio composto di motrice (n. 328) e rimorchiata aperte in servizio

sulla linea Barbaia - piazza Carlo III, la futura, ‘gloriosa’ n. 3! (coll. A. Cozzolino).

Due motrici ‘giardiniera’ si incrociano a piazza Amedeo (coll. E. Bevere).

La parte inferiore del tetto era caratterizzata, lungo tutto il perimetro, da una elegante merlettatura, in seguito ridotta alle sole zone laterali (compartimento viaggiatori); in corrispondenza delle piattaforme, la merlettatura fu sostituita da una mensola all'interno della quale - sui due frontali - venne installato il faro anteriore assente al momento della costruzione. Anche il compartimento viaggiatori subì una significativa modifica: l'eccessiva vicinanza tra le panche, infatti, lasciava uno spazio utile di soli trentacinque centimetri; di conseguenza, la S.A.T.N., probabilmente nelle proprie Officine di Croce del Lagno, diminuì il numero delle panche (da sette a cinque), allargando lo spazio disponibile e ridisegnando anche i montanti laterali.

Due motrici aperte ambedue in servizio sulla Vasto-Sette Settembre

fotografate a piazza Garibaldi, mentre si dirigono verso il Vasto (coll. E. Bevere).

Un’interessantissima testimonianza: affollamento di motrici ‘giardiniera’ in via S. Carlo

esercitano linee già dotate di numeri; siamo quindi certamente negli anni ’10 del XX secolo (coll. E. Bevere).

A dispetto delle numerose immagini che le mostrano in servizio in tutta la città, l'utilizzazione delle "casse aperte" è limitata ad un arco temporale piuttosto breve. Probabilmente nel 1912 esse erano già tutte accantonate. E ciò non ci pare incomprensibile.  Accanto alle  giuste proteste del  personale,  che rimaneva  esposto alle intemperie dato che (a differenza di

 

 quanto era accaduto con le motrici chiuse) le ‘giardiniera’ mantennero il posto di guida non protetto, ebbe indubbiamente un peso non indifferente la macchinosità di esercizio delle casse intercambiabili, smontate e rimontate ai cambi di stagione, oltre che al rilevante spazio occupato nei depositi aziendali.

Meno breve la durata delle rimorchiate ‘aperte’, molte delle quali provenienti dall’esercizio a cavalli e a vapore, che rimasero più a lungo in servizio mantenendo le caratteristiche dello stato d’origine e che comunque non vennero radiate, ma progressivamente modificate adeguando il loro schema a quello delle carrozze chiuse in dotazione alla S.A.T.N. Certo, con l'eliminazione delle "casse aperte intercambiabili" e delle motrici aperte si chiuse un'epoca che per svariati decenni (dagli omnibus ai tram elettrici) aveva caratterizzato, nei mesi estivi, l'esercizio dei trasporti pubblici partenopei: ora, per trovare la frescura, bisognava cercarla nei giardini celebrati dal canto dell’innamorato di I' te vurria vasà!!!

Due convogli tramviari S.A.T.N. si incrociano

all’altezza del S. Carlo: la rimorchiata

‘giardiniera’ n. 20 (poi 1020) proviene

dall’esercizio a cavalli (coll. A. Cozzolino).

Primo piano per la rimorchiata aperta 268, poi 1268, appartenente al gruppo

di venti unità acquistate nel 1899 e denominate ‘Vomero e Corso’ (coll. E. Bevere).

Alcune motrici aperte vennero trasformate in rimorchiate e parzialmente chiuse

(gruppo 1501÷1515): eccone una durante i lavori di modifica  (Archivio ANM).

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