di Andrea Cozzolino

chiudi la pagina

Nel 1951 furono ufficialmente presentate, in piazza Principe di Napoli (oggi piazza della Repubblica), due diverse serie di motrici a carrelli ricostruite. Di esse, alcune presentavano testate aerodinamiche ed erano state ristrutturate presso le Industrie Meccaniche Meridionali (I.M.M.) per cui vennero definite “tipo Meridionale”, mentre altre 15 unità erano state rinnovate presso le Officine aziendali di Croce del Lagno (“tipo Officina”: 951-957-960-966-984-991-995-999-1001-1004-1011-1034-1036-1038-1045). Queste ultime conservavano sostanzialmente la struttura originaria dei tram a carrelli, quindi con il muso piatto (anche se rastremato), ma presentavano alcune singolari caratteristiche: due fari di derivazione automobilistica (in luogo del “classico” faro unico centrale) e porte in legno naturale a doppio vetro e senza l’originario scalino retrattile.

A queste peculiarità si aggiungeva la struttura abbastanza complessa dei moduli frontali. Questi, allo stato d’origine, prevedevano, ai lati del parabrezza e della soprastante veletta destinata ad ospitare gli estremi percorsivi della linea, due cristalli laterali corrispondenti al parabrezza, un vetrino allineato alla veletta (per contenere il numero di linea) e - sull’altro lato - un aeratore, in seguito sostituito da un altro vetrino. Nelle “tipo Officina” questi ultimi due cristalli erano stati “allungati” e perciò risultavano più grandi rispetto alla veletta centrale. La scansione dei moduli era ripetuta esattamente allo stesso modo anche nel lato posteriore dei tram.

   

Vista anteriore e posteriore dei tram “tipo Officina” appartenenti al gruppo del 1950 -‘51.

A lato del doppio vetro contenente il numero di linea e del suo corrispondente si trova

un ulteriore cristallo unico lungo e stretto (che unisce, per così dire, il frontale ai lati della vettura)

(ambedue le immagini coll. G. Litigio).

Nel corso degli anni ’50 a questa serie si aggiunsero altre quattro motrici, precisamente quelle contraddistinte dalle matricole 994, 1003, 1026 e 1046. Di queste vetture, 1003 e 1026 conservavano però la scansione originale dei vetri anteriori e posteriori che pertanto erano allineati alla veletta centrale, caratteristica, questa, presente anche nelle rimorchiate 962 e 1002, demotorizzate (sempre a “Croce del Lagno”) nel 1956. Quanto a 994 e 1046 (che faranno da battistrada ai tram rinnovati negli anni ’60), esse erano caratterizzate da un’ulteriore variante, con la ‘spezzatura’ in due moduli anche dei vetri angolari e dei due cristalli immediatamente a sinistra del manovratore e di quelli corrispondenti posteriori. In tal modo l’intero circuito della carrozza era composto di vetri doppi, superiori ed inferiori!

   

Un’immagine ‘ufficiale’ della vettura 1003 (Archivio storico Ansaldo)

ritratta dinanzi alla stazione F.S. di Napoli Campi Flegrei e tabellata 23

ci mostra il tram con i vetri laterali superiori adeguati all’altezza della veletta.

Ma - mistero! - nell’immagine a destra (foto P. Gregoris) e in tante altre della stessa 1003

vediamo una vettura con le caratteristiche del primo gruppo.

Modifica o … cambio di matricola? E con quale altro tram?

   

Le vetture 1026 (a sinistra: foto P. Gregoris) e 1046 (coll. A. Verde) ci mostrano la diversa scansione

dei cristalli anteriori ed angolari che le caratterizzano. Peculiarità unificante di tutti i tram ricostruiti

entro il 1960 è l’assenza di carenatura anteriore e posteriore.

   

Una differente scansione dei vetri caratterizza anche i due tram qui raffigurati ed ambedue numerati 984!!!

In realtà, nel corso del 1968, alle motrici 984 e 994 furono scambiate le matricole

per cui il tram a destra è in realtà la 994 dopo il cambio di numerazione!

(la prima immagine è tratta dalla coll. A. Cozzolino, la seconda dal sito Mondotram).

Nel corso del 1960 tredici tram furono inviati presso l’AERFER e destinati alla trasformazione in rimorchi numerati R3÷R15 (al seguito dei due già demotorizzati in Azienda e riclassificati nel frattempo R1-R2). Otto di essi, rimotorizzati tra il 1965 e il 1967 riassumendo le matricole precedenti, furono ristrutturati seguendo il disegno di 994 e 1046. Analoga disposizione dei vetri ebbe anche la vettura 1002, ricostruita anch’essa nel corso del 1967. E però tutti questi tram si distinguevano dai loro predecessori per la presenza di una vistosa carenatura sia anteriore che posteriore.

   

La rimorchiata R.3 (ricavata dal tram n. 1022) e la motrice n. 977 (ex-R.10) a confronto:

da una parte una vettura che segue il “modello” di 994 e  1046, dall’altra la presenza evidente della doppia carenatura.

Elemento unificante è però la presenza dei ‘vetrini’ superiori lungo tutto il circuito del tram (ambedue le foto P. Gregoris).

Concludiamo ricordando che il modello “originale” (ma con i vetri angolari ‘doppi’ e le carenature!) sarà riproposto in tre tram “tipo Officina” ricostruiti entro il 1970 dalla SOFER, 966, 994 (ma sappiamo che si tratta della ex-984) e 1045, che (unitamente a 971, 1038 [ex-1001] e 1039) saranno gli ultimi tram a muso piatto a circolare per Napoli entro il 1979.  

   

I tram 1002 (foto P. Gregoris) e 1045 (foto M. Russell) a confronto mostrano le diversità di disegno

tra le vetture ricostruite in Azienda e quelle ristrutturate dalla SOFER.

Foto del titolo: La motrice n. 972, ritratta prima della sua trasformazione in tipo “Meridionale”,

ci mostra la scansione dei cristalli anteriori delle motrici a carrelli allo stato d’origine

(foto Mack, coll. A. Cozzolino).

chiudi la pagina