Nel 1951 furono ufficialmente
presentate, in piazza Principe di Napoli (oggi
piazza della Repubblica), due diverse serie di
motrici a carrelli ricostruite. Di esse, alcune
presentavano testate aerodinamiche ed erano
state ristrutturate presso le Industrie
Meccaniche Meridionali (I.M.M.) per cui vennero
definite “tipo Meridionale”, mentre altre 15
unità erano state rinnovate presso le Officine
aziendali di Croce del Lagno (“tipo Officina”:
951-957-960-966-984-991-995-999-1001-1004-1011-1034-1036-1038-1045).
Queste ultime conservavano sostanzialmente la
struttura originaria dei tram a carrelli, quindi
con il muso piatto (anche se rastremato), ma
presentavano alcune singolari caratteristiche:
due fari di derivazione automobilistica (in
luogo del “classico” faro unico centrale) e
porte in legno naturale a doppio vetro e senza
l’originario scalino retrattile.
A queste peculiarità si aggiungeva la struttura
abbastanza complessa dei moduli frontali.
Questi, allo stato d’origine, prevedevano, ai
lati del parabrezza e della soprastante veletta
destinata ad ospitare gli estremi percorsivi
della linea, due cristalli laterali
corrispondenti al parabrezza, un vetrino
allineato alla veletta (per contenere il numero
di linea) e - sull’altro lato - un aeratore, in
seguito sostituito da un altro vetrino. Nelle
“tipo Officina” questi ultimi due cristalli
erano stati “allungati” e perciò risultavano più
grandi rispetto alla veletta centrale. La
scansione dei moduli era ripetuta esattamente
allo stesso modo anche nel lato posteriore dei
tram.
Vista anteriore e posteriore dei tram “tipo
Officina” appartenenti al gruppo del 1950 -‘51.
A lato del doppio vetro
contenente il numero di linea e del suo
corrispondente si trova
un ulteriore cristallo
unico lungo e stretto (che unisce, per così
dire, il frontale ai lati della vettura)
(ambedue le immagini coll. G. Litigio).
Nel corso degli anni ’50 a questa serie si
aggiunsero altre quattro motrici, precisamente
quelle contraddistinte dalle matricole 994,
1003, 1026 e 1046. Di queste vetture, 1003 e
1026 conservavano però la scansione originale
dei vetri anteriori e posteriori che pertanto
erano allineati alla veletta centrale,
caratteristica, questa, presente anche nelle
rimorchiate 962 e 1002, demotorizzate (sempre a
“Croce del Lagno”) nel 1956. Quanto a 994 e 1046
(che faranno da battistrada ai tram rinnovati
negli anni ’60), esse erano caratterizzate da
un’ulteriore variante, con la ‘spezzatura’ in
due moduli anche dei vetri angolari e dei due
cristalli immediatamente a sinistra del
manovratore e di quelli corrispondenti
posteriori. In tal modo l’intero circuito della
carrozza era composto di vetri doppi, superiori
ed inferiori!
Un’immagine ‘ufficiale’ della vettura 1003
(Archivio storico Ansaldo)
ritratta dinanzi alla stazione F.S. di
Napoli Campi Flegrei e tabellata 23
ci mostra il tram con i vetri laterali
superiori adeguati all’altezza della veletta.
Ma - mistero! - nell’immagine a destra (foto
P. Gregoris) e in tante altre della stessa 1003
vediamo una vettura con le caratteristiche
del primo gruppo.
Modifica o … cambio di matricola? E con
quale altro tram?
Le vetture 1026 (a sinistra: foto P. Gregoris) e
1046 (coll. A. Verde) ci mostrano la diversa
scansione
dei cristalli anteriori ed
angolari che le caratterizzano. Peculiarità
unificante di tutti i tram ricostruiti
entro il 1960 è l’assenza
di carenatura anteriore e posteriore.
Una differente scansione dei vetri
caratterizza anche i due tram qui raffigurati ed
ambedue numerati 984!!!
In realtà, nel corso del 1968, alle motrici
984 e 994 furono scambiate le matricole
per cui il tram a destra è in realtà la 994
dopo il cambio di numerazione!
(la prima immagine è tratta dalla coll. A.
Cozzolino, la seconda dal sito Mondotram).
Nel corso del 1960 tredici tram furono inviati
presso l’AERFER e destinati alla trasformazione
in rimorchi numerati R3÷R15 (al seguito dei due
già demotorizzati in Azienda e riclassificati
nel frattempo R1-R2). Otto di essi,
rimotorizzati tra il 1965 e il 1967 riassumendo
le matricole precedenti, furono ristrutturati
seguendo il disegno di 994 e 1046. Analoga
disposizione dei vetri ebbe anche la vettura
1002, ricostruita anch’essa nel corso del 1967.
E però tutti questi tram si distinguevano dai
loro predecessori per la presenza di una vistosa
carenatura sia anteriore che posteriore.
La rimorchiata R.3 (ricavata dal tram n. 1022) e
la motrice n. 977 (ex-R.10) a confronto:
da una parte una vettura
che segue il “modello” di 994 e 1046,
dall’altra la presenza evidente della doppia
carenatura.
Elemento unificante è però
la presenza dei ‘vetrini’ superiori lungo tutto
il circuito del tram (ambedue le foto P.
Gregoris).
Concludiamo ricordando che il modello
“originale” (ma con i vetri angolari ‘doppi’ e
le carenature!) sarà riproposto in tre tram
“tipo Officina” ricostruiti entro il 1970 dalla
SOFER, 966, 994 (ma sappiamo che si tratta della
ex-984) e 1045, che (unitamente a 971, 1038
[ex-1001] e 1039) saranno gli ultimi tram a muso
piatto a circolare per Napoli entro il 1979.
I tram 1002 (foto P. Gregoris) e 1045 (foto
M. Russell) a confronto mostrano le diversità di
disegno
tra le vetture ricostruite in Azienda e
quelle ristrutturate dalla SOFER.
Foto del titolo: La motrice n.
972, ritratta prima della sua trasformazione in
tipo “Meridionale”,
ci mostra la scansione dei cristalli anteriori
delle motrici a carrelli allo stato d’origine
(foto Mack, coll. A. Cozzolino). |