di Andrea Cozzolino

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Nella seconda metà degli anni ’40, al termine della II Guerra Mondiale, il parco tramviario dell’Azienda napoletana (ATAN del 1947) era in condizioni deplorevoli a causa dei danni subiti durante gli eventi bellici, ma anche per lo stato fatiscente di gran numero dei veicoli a disposizione, che spesso non si era in grado di riparare convenientemente.

La scelta aziendale fu quella di guardare con attenzione soprattutto alle motrici più recenti (e più capienti), vale a dire quelle a carrelli, entrate a far parte del parco tra il 1932 e il 1935, ma non per questo meno bisognose di cure rispetto a quelle a due assi. Fu così che – per rendere più efficienti questi tram e al tempo stesso per ridurre i tempi di revisione – l’ATAN decise di ristrutturarli in parte presso le proprie Officine di Croce del Lagno e in parte di inviarli in ricostruzione esterna presso le Industrie Meccaniche Meridionali (IMM). Qui le vetture vennero radicalmente modificate assumendo (sia nella parte anteriore che in quella posteriore) testate aerodinamiche che – come si avuto modo di sottolineare altra volta (vedi qui l’articolo a mia firma dal titolo Disegni di tram) – derivavano sostanzialmente dai tram della serie fiorentina 1101÷1110 costruiti dalle Officine “San Giorgio” di Pistoia (poi OMFP). I tram rinnovati assunsero il nome di “tipo Meridionale”, mentre quelli restaurati in Azienda, che sostanzialmente conservavano le fattezze originarie, vennero definiti “tipo Officina”, ma anche (soprattutto tra gli appassionati) i tram “a muso piatto”.

   

Settembre 1950: La presentazione delle vetture ricostruite che, a sinistra quelle di tipo “Officina”

ed a destra quelle di tipo “Meridionale”, impegnano l’anello attorno a piazza Principe di Napoli.

(coll. G. Litigio)

Col passare degli anni, il numero delle motrici di questo tipo si ridusse sempre di più, dal momento che lungo tutto il corso degli anni ’50 e soprattutto tra il 1960 e il 1961 (ricostruzione AERFER) l’ATAN inviò un significativo numero di motrici in ricostruzione esterna, dalla quale i tram ‘uscivano’ con le caratteristiche del tipo “Meridionale”.

   

Due tram di tipo “Officina” ritratti da R. Marini nel 1963 e nel 1968.

La 1011 fu l’ultima motrice a mantenere i doppi fari tipici della ricostruzione effettuata nel 1950.

Nel 1968, quando il parco si stabilizzò su 82 motrici e 5 rimorchiate (a seguito della radiazione di 14 esemplari), i tram “a muso piatto” erano in tutto 25 di cui 9 derivavano dalla rimotorizzazione di rimorchiate (952-971-977-990-1002-1033-1035-1039-1047) e a cui si dovevano aggiungere le rimorchiate stesse, che avevano parimenti conservato le fattezze originarie.

   

Nelle due foto di P. Gregoris vediamo altrettanti tram del gruppo di rimotorizzati tra il 1965 e il 1967.

Presentano alcuni particolari che li differenziano dalle motrici ristrutturate negli anni ’50,

come le carenature anteriore e posteriore e la diversa scansione dei vetrini superiori dei finestrini.

Nel 1976, allorché l’Azienda assunse la decisione di ricostruire integralmente un significativo numero di tram con la sostituzione integrale della cassa, furono proprio le tipo “Officina” ad inaugurare il ‘nuovo corso’ giacché non poche di esse si trovavano in cattive condizioni soprattutto di carrozzeria. Fu così che 11 tram (prototipo la 999) vennero completamente modificati presso le ‘Officine Fiore’ di Caserta riducendo così ulteriormente il numero dei tram “a muso piatto”, tra i quali però – già da qualche anno – erano riapparsi (ricostruiti dalla SOFER di Pozzuoli, ma senza sostanziali modifiche) 966, 994 e 1045. Con la ricostruzione operata da Fiore e SOFER tra il 1978 e il 1979 si ridusse ulteriormente il numero delle vetture di tipo “Officina”: in pratica, presso il deposito di Fuorigrotta funzionavano solo 971 e 1039, mentre l’impianto di San Giovanni – oltre le tre motrici sopra citate – aveva in servizio anche la 1038. Ma erano proprio gli ‘ultimi fuochi’: con l’ulteriore ricostruzione Fiore-SOFER del 1980 scomparvero anche gli ultimi sei tram “a muso piatto” (ultima ad essere inviata alla ricostruzione fu la 966, utilizzata per un certo tempo come “Trasporto Materiali”), lasciando certamente negli appassionati non poca nostalgia!!!

   

   

   

Sei foto, tutte scattate da M. J. Russell nel 1978, ci documentano i sei ultimi tram a muso piatto

che hanno circolato a Napoli poco prima della loro trasformazione: 971 e 1039 sono ritratti in servizio sulla linea 1 rispettivamente a via Poggioreale e al capolinea di Bagnoli Dazio. Le vetture rimessate a San Giovanni erano utilizzate, invece, pressoché esclusivamente sul 29 rosso: 966 è ferma al capolinea di piazza Nazionale,

1038 da corso Lucci si immette su via A. Volta, mentre 994 e 1045 sono state fotografate  al capolinea suburbano di  Borrelli,in comune di S. Giorgio a Cremano.  

 

Foto del titolo: motrice “a muso piatto” n. 1036 al capolinea di via Pignatelli della tramvia 3 (foto V. Longo).

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