In un articolo pubblicato su questo
stesso sito ho ricordato come fin dalla tenera
età abbia cominciato a raccogliere cartoline
della mia città, Napoli, che non tanto
riproducessero luoghi celebrati del capoluogo
campano, ma che piuttosto inquadrassero mezzi
pubblici, filobus in particolare.
Col passare del tempo,
aumentando la mia ‘insana’ passione per i
trasporti, ho cercato di risalire indietro nel
tempo aggiungendo alla mia collezione immagini
che testimoniassero i tempi da me non vissuti e,
in specie, quelli nei quali protagonisti
assoluti erano i tram. Certo, l’acquisto delle
cartoline d’epoca non era incoraggiato dagli
alti prezzi praticati da molti venditori, ma –
col tempo – anche la “raccolta” tramviaria si è
accresciuta abbastanza, estendosi quasi
naturalmente alle linee provinciali e alle altre
tramvie esercitate in Campania, la
Castellammare-Sorrento e la Pompei-Salerno.
Qui
di seguito vorrei illustrare luoghi ormai
lontani nel tempo per quel che concerne la
presenza di binari e di fili elettrici in un
ideale “campionario” delle linee che furono … |
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Il nostro non sarà un itinerario cronologico, ma non
si può non
partire da
lontano se si
vuole
testimoniare una
realtà
scomparsa. Qui
siamo in una
piazza Amedeo
veramente
irriconoscibile
se comparata ad
oggi. Non c’è
ancora, ad
esempio, la
stazione della
Metropolitana e
i due tram
raffigurati non
recano ancora le
tabelle
numeriche di
linea che
saranno
utilizzate dal
1910 circa, il
che data la
cartolina ad
oltre un secolo
fa! Le vetture
che esercitano
la linea dal
rione Amedeo
alla Ferrovia
(il futuro 5)
sono due
Franco-Thomson
Houston
appartenenti
alla prima
dotazione di
tram napoletani.
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Ancora profumo
d’antico in
questa cartolina
dei primi del
Novecento che ci
mostra lungo via
Posillipo,
all’altezza di
villa Thalberg,
un tram ed una
rimorchiata, per
non dire
dell’elegante
palo a mensola
che regge la
rete aerea. Un
binario in primo
piano, due
vetturette sullo
sfondo, ma – per
una volta –
forse sono i due
personaggi ed il
loro
abbigliamento ad
attirare
maggiormente
l’attenzione,
anche perché
molto
probabilmente
“aggiunti”
all’immagine
(come spesso
all’epoca) dalla
perizia del
fotografo!
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Uno dei centri
nevralgici del
servizio
tramviario
napoletano fu
certamente
piazza Dante,
dalla quale si
dipartivano non
poche linee (a
cominciare dalle
prime due
“elettriche”,
quelle per il
Vomero e per la Torretta attraverso il
Corso Vittorio
Emanuele). Come
si vede, il
sistema di
binari prevedeva
un grosso anello
per consentire
il passaggio
delle linee in
transito e
un’ampia zona
(visibile
qui sulla
sinistra)
dedicata a
capolinea con
due binari
destinati alla
sosta delle
varie linee, tra
le quali non
vanno
dimenticate
quelle della
SABT (Societé
Anomyme Belge de
Tramways)
dirette verso i
Comuni del Nord,
prolungate dal
Museo a piazza
Dante nel 1911.
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Di nuovo piazza
Dante, qui in
un’immagine del
dopoguerra che
forse ancor
meglio, con la
prospettiva
dall’alto, ci fa
comprendere la
sistemazione
della rete
tramviaria alla
quale si è
aggiunta anche
quella
filoviaria, come
testimonia
(sullo sfondo)
il filobus al
capolinea della
46->246, filovia
diretta verso
piazza Vittoria.
Tutto il
“sistema
tramviario” di
piazza Dante fu
eliminato nel
1954: i binari
furono arretrati
al Corso Amedeo
di Savoia per le
linee “del
Nord”, mentre
tutte le tramvie
urbane qui
attestate o in
transito furono
progressivamente
sostituite da
autolinee e
filolinee.
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Il centro del
Vomero – piazza
Vanvitelli – e i
tram. Il
capolinea
vomerese
ospitava le
linee 8, 24, 28
e 33; inoltre,
era presente
nella piazza un
binario di
transito per i
tram delle linee
7 e 27 dirette a
San Martino.
Nell’immagine,
databile a metà
degli anni ’30
del XX secolo,
vediamo ritratta
in primo piano
una
“Charleroi”
e precisamente
la vettura n.
600,
appartenente al
gruppo di tram
rinumerati dopo
la
riunificazione
degli esercizi
urbano ed
interurbano nel
1927 e
proveniente
dalla dotazione
della società
belga SATN (Societé
Anonyme de
Tramways
Napolitains),
primo gestore
delle linee
tramviarie
napoletane.
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Un’immagine
ineludibile:
piazza
Garibaldi, la
vecchia Stazione
Centrale e … i
tram di un tempo
che si
incrociano sul
tracciato al
centro della
piazza, quel
tracciato che,
tutto sommato, è
lo stesso
percorso ancora
oggi dalle linee
1 e 2. In primo piano è inquadrato
il raccordo che
consentiva alle
tramvie dirette
verso il centro
cittadino di
imboccare corso
Umberto I. La
contemporanea
presenza di due
autobus
interurbani
certamente
appartenenti
alle cosiddette
“vetture
affittate” e di
un tram
ricostruito con
doppi fari
anteriori ci
consente di
datare la
cartolina ai
primi anni ’50
del XX secolo.
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Barbaja-Reclusorio:
questi gli
estremi
percorsivi di
una delle linee
più antiche
della rete
napoletana, che
assumerà nel
tempo il numero
3. Nella
cartolina qui
riprodotta
vediamo l’uscita
dalla rotonda di
Mergellina
(tuttora
capolinea di non
poche linee
automobilistiche)
di due tram a
carrelli “a muso
piatto”. Per una
volta si
coniugano
perfettamente le
bellezze della
città e
l’interesse per
i mezzi pubblici
…
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La rete
tramviaria di
Napoli – sin
dalla sua
realizzazione –
comprendeva
anche non poche
linee
extraurbane,
dirette da un
lato a Pozzuoli
e dall’altro
verso i Comuni
Vesuviani:
queste ultime
raggiungevano S.
Giorgio a
Cremano,
Portici, Resina
(oggi Ercolano)
e Torre del
Greco. Qui
vediamo il
capolinea di S.
Giorgio a
Cremano, sito in
piazza
Garibaldi, dove
si attestavano
la linea 56
(ex-26)
proveniente da
Napoli-piazza
Municipio, e la
59, diretta
invece a Portici
(capolinea a
piazza S. Ciro).
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Tre erano le
linee in
partenza dalla
‘stazione’ di
piazza Capuana
delle Tranvie
Provinciali di
Napoli: una era
diretta ad
Aversa (con
diramazione per
Giugliano), una
a Frattamaggiore
(con diramazione
per Grumo Nevano
e Casandrino) e
– più antica di
tutte – quella
per Casoria,
Afragola,
Caivano. Ecco un
convoglio di
T.P.N. ripreso
all’altezza di
un raddoppio
nella piazza
Belvedere di
Afragola: in
primo piano,
individuabile
dal lungo
lucernario
spiovente, una
rimorchiata di
tipo “Preston”,
risalente
all’anno 1911.
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Un’immagine
classica di
piazza Tasso a
Sorrento, con S.
Antonino
benedicente, il
binario sulla
sinistra e il
tram, uno dei
sedici tram che
dal 21 gennaio
1906 al 6
gennaio 1948
collegarono la
più nota
località
turistica della
Penisola con
Castellammare di
Stabia,
consentendo così
alle popolazioni
della zona di
raggiungere la
più vicina
stazione
ferroviaria. La
tramvia
Castellammare-Sorrento,
che prevedeva
anche una sorta
di servizio
urbano tra il
centro di
Castellammare e
i cantieri
navali ed una
linea ridotta
Sorrento-Meta,
fu dismessa
all’atto del
prolungamento a
Sorrento della
ferrovia
Circumvesuviana.
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Pompei-Scafati-Angri-Pagani-Nocera
Inferiore-Cava
dei
Tirreni-Vietri
sul mare-Salerno:
questo il lungo
percorso
(circa 30 km) della tramvia che collegava la città
dell’Irno con
l’agro
nocerino-sarnese
attestandosi a
pochi passi
dalla basilica
mariana di
Pompei. Benché
progressivamente
ridotta nella
sua estensione
fino a diventare
già nel 1940
Pagani-Pompei,
la linea
(inaugurata nel
1909) fu
dismessa
soltanto a
gennaio del
1952. Qui
vediamo
l’immagine
‘simbolica’ di
un tram con
rimorchio,
mentre transita
davanti al
Palazzo Coppola
di Cava, sede
dal 1921 della
TEPS (Tranvie
Elettriche della
Provincia di
Salerno).
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