di Andrea Cozzolino

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A sessanta anni esatti dalla loro apparizione per le strade di Napoli ci piace ricordare in queste brevi note i trentatré tram che l’A.T.A.N. affidò in ricostruzione all’AERFER che - peraltro - operò il loro restyling presso le Officine del Vasto che già erano state dell’I.M.A.M. (Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali), assorbite qualche anno prima appunto dall’AERFER. Di questi tram (tutti ancora allo stato d’origine, dotati degli obsoleti motori Ansaldo LC 224 e da tempo fermi nei depositi aziendali in attesa di decisioni) venti (matricole 954-955-956-969-972-975-976-979-985-988-993-1000-1005-1010-1016-1020-1025-1027-1029-1048) furono sottoposti ad una completa ristrutturazione e dotati - come i quarantasette esemplari ricostruiti proprio dall’I.M.A.M. dal 1950 in poi - di testate aerodinamiche e vennero pertanto ad accrescere la schiera delle motrici dette di “tipo Meridionale”.

Va però sottolineato che i tram “AERFER 1960” erano caratterizzati da una maggior cura dei dettagli e che presentavano un’estetica più raffinata, il cui elemento di maggior impatto visivo erano le portine in legno naturale molto chiaro che contrastava fortemente soprattutto con il verde intenso che avvolgeva la parte inferiore delle motrici. Le venti unità ricostruite vennero dotate di due motori CGE CT 139K (già presente su tutte le altre vetture a carrelli) e di controller Ansaldo CC-4-35. Furono tutte rimessate presso l’impianto di Fuorigrotta, ove vennero impiegate sulle linee 1 (Poggioreale - Bagnoli Dazio), 2 (Poggioreale - Via G. B. Marino) e 3 (Piazza Nazionale - Mergellina), favorendo la dismissione degli ultimi tram a due assi con cassa in legno. Testimonianza della loro eccellente resistenza all’usura è la permanenza in servizio di tutto il gruppo (esclusa la 955 radiata per incidente nel 1968) fino alla ristrutturazione del parco tramviario operato dall’Azienda napoletana nella seconda metà degli anni ’70.

Quanto alle tredici unità residue esse furono trasformate in rimorchiate mantenendo il “muso piatto” caratteristico dello stato d’origine. Di esse, cinque unità (R.3÷R.7) rimasero in questa loro condizione fino alla citata ristrutturazione degli anni ’70, mentre i restanti tram (952-971-977-990-1033-1035-1039-1047) furono rimotorizzati tra il 1965 e il 1967 e - assegnati anch’essi al deposito di Fuorigrotta - contribuirono alla regolarità del servizio delle superstiti linee 1 e 2 allorché vennero meno per obsolescenza non poche motrici nella prima metà degli anni ’70.

Una parola di più merita un tram di questo gruppo, 1029: esso, non incluso tra le vetture da ristrutturare, rimase indenne dopo il terremoto del 1980 (che condannò alla demolizione altri tram di tipo “Meridionale”) in quanto declassato a “Servizio Impianti Fissi”. E deve a questa sua condizione se - dopo un accuratissimo restyling da parte degli operai delle Officine aziendali - è oggi “il tram storico” dell’A.N.M. (Azienda Napoletana Mobilità)!!!

GALLERIA FOTOGRAFICA

Il tram numerato 1025 allo stato d’origine (Archivio fotografico Ruggieri) e ...

... dopo la ristrutturazione operata dall’AERFER nel 1960 (foto P. Gregoris).

Le vetture 956 e 1020 fotografate nel 1970 da Peter Haseldine.

Nel tempo, le portine sono state riverniciate nello stesso verde chiaro

che caratterizza la parte superiore del tram.

Primo piano per la rimorchiata R.5 (con le portine in legno naturale: coll. A. Cozzolino).

Foto Rohrer del tram n. 952, uno degli otto (già R.11) rimotorizzati a metà degli anni ’60.

La 1029, fresca di ricostruzione nel 1960, ritratta a piazza Sannazaro in servizio sulla linea 3

(coll. A. Cozzolino), e ...

 

... e nel 2013, pronta ad uscire dal deposito San Giovanni per un ‘giro’ sulla “nuova” linea 2.

(foto A. Cozzolino)

Foto del titolo: Due “AERFER 1960”, le motrici 985 e 1000, ferme al capolinea dell’Emiciclo di Poggioreale.

(foto P. Haseldine)

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