1) Fotografare sia in stazioni che vicino a linee
ferroviarie non è mai stato un problema. Avevo saputo di
difficoltà in passato e allora per sicurezza avevo cercato ad
esempio quali sono le regole presso la MTA, metro di New York,
che si trovano in internet e avevo posto il quesito alla NJT
dove prevedevo di passare un po’ di tempo. In ogni caso la
regola è quella ovvia: nei luoghi accessibili al pubblico si può
fare liberamente senza strumenti aggiuntivi e senza disturbare
il servizio. Ho sempre avuto con me il testo e la e-mail da far
leggere in caso di necessità, anche perché per me spiegarmi in
inglese non sarebbe stato facile! Ho avuto conferma che tutto
era a posto quando nella Newark Penn Station, mentre ero in
fondo al marciapiede contro una transenna, ho visto un
poliziotto con il cane avvicinarsi: ho cominciato a
preoccuparmi, ma poi non sono stato degnato di uno sguardo
perché si interessava ad un sacchetto di plastica appeso alla
transenna. In compenso sempre nella stessa posizione sono stato
salutato da un macchinista Amtrak uscito dal locomotore appena
fermato che voleva chiacchierare. Saputo che ero italiano mi ha
fatto vedere tutto contento il badge che aveva al collo e da cui
risultava avere un cognome italiano.
2) Per quanto riguarda le
tariffe di trasporto ho trovato che esistono:
- biglietti
giornalieri di libera circolazione a Filadelfia, Cleveland,
Montreal mentre a New York al minimo per una settimana,
-
linee speciali gratis in centro città a Cleveland e Baltimora
mentre a Pittsburg è gratuito il trasporto nell’area centrale.
Tre anni fa avevo trovato la stessa organizzazione a Long Beach
(Los Angeles)
- nel New Jersey esistono solo i normali
abbonamenti per una singola linea.
3) I “railfan” hanno radio
per ascoltare le comunicazioni e capire quando arrivano i treni.
Le frequenze sono pubblicate e quindi ad esempio a Berea, con il
rischio effettivo di pioggia, c’era una persona abbastanza
vicino a me che stava in automobile e quando usciva era il
segnale che stava per arrivare un treno!
4) Ho visto soluzioni
insolite per noi dove invece si hanno tutte le stazioni di una
linea attrezzate in modo uniforme: - porte delle carrozze
sia di treni che di LRT diverse per adattarsi a stazioni con
marciapiedi in alcuni casi alti e altre volte bassi, -
stazioni con marciapiedi di altezze diverse per poter ricevere
materiali diversi che ovviamente si fermano in punti diversi
(soluzione impostata a Torino per la linea 3 e poi eliminata)
-scalini aggiuntivi fissi a terra per non modificare
tutto il marciapiede (ma questa soluzione l’avevo già vista in
Svizzera) - utilizzo solo delle carrozze di testa per chi
è diretto a certe fermate che hanno il marciapiede corto.
Curiosità di altro genere: gli schienali dei sedili delle
carrozze di tipo più vecchio per pendolari, sono incernierati
alla base e vengono orientati al capolinea per il nuovo senso di
marcia. Avevo visto questa soluzione che trovo molto
intelligente, solo sulle carrozze originali aperte, ancora
dell’impianto Agudio, della linea Sassi-Superga.
5) -
L’armamento sulle linee che ho percorso è buono, quasi sempre
con LRS anche se le rotaie sono appoggiate alle traverse su una
piastra e fissate tramite il classico “chiodo” talvolta neanche
ben infisso. Sulla NEC ci sono lunghi tratti con traverse in
cemento.
- La catenaria, dotata del filo di contatto e
di un filo secondario, in curva è inclinata, con la portante che
tira i pendini creando la curvatura; è anche estremamente
elastica e oscilla per molto tempo dopo il passaggio di un treno
in velocità. In rettilineo ci sono pochi tiranti di
poligonazione.
- Nei passaggi a livello, oltre al
concerto di campane e trombe anche di notte, si notano le barre
separate per i passaggi pedonali che affiancano quelli per le
auto
- Gli orari sono “larghi”, infatti in un caso siamo
arrivati 30 minuti prima e in un altro è stato ridotto da 1 ora
a 30 minuti solo perché un tratto è stato percorso in metà tempo
rispetto a quanto scritto!
6) In vari settori ci sono sprechi
incomprensibili. Già nel viaggio precedente avevamo notato l’uso
sproporzionato dell’aria condizionata oppure i computer rimasti
accesi dal venerdì al lunedì in un palazzo di uffici, ovviamente
vuoti, davanti al nostro hotel: non avevano neanche spento i
monitor! Questa volta abbiamo aggiunto le scale mobili in
funzione verso luoghi vuoti, dall’hotel di Filadelfia al Science
Center di Cleveland. In ambienti ferroviari aggiungo in
disordine di gravità:
- l’insegna al neon accesa “TELEPHONES”
sopra alla parete dove gli apparecchi sono stati smontati e
sostituiti da piastre metalliche nella stazione di Hoboken,
- i cartoncini aggiunti e poi buttati inseriti sui sedili
per indicare i posti occupati anziché mettere il biglietto che
tanto poi viene ritirato dall’ultimo controllore,
- binari
“condannati” da passerelle nelle stazioni per poter passare dal
marciapiede in muratura al binario più esterno dove ferma il
treno,
- la dotazione di 7 convogli della AMT di Montreal
per realizzare uno striminzito servizio per cui ne basterebbero
4 aumentando le corse di ritorno e quindi il servizio (a loro
non interessa aumentare le corse: così hanno risposto alla mia
domanda scritta!)
- l’uso di 2 EMU (qui EMU=elettromotrice
singola) sull’antenna per Princeton quando il marciapiede serve
per 1 sola -l’uso di locomotori bimodali con
alimentazione diesel sotto catenaria/su 3a rotaia Amtrak e NJT.
Per di più ho visto il cambio trazione ad Albany da un
locomotore diesel a uno bimodale che poi ha funzionato come
diesel anche nella sotterranea Penn Station di New York.
-
manovre inutili a Long Branch, stazione di confine tra TE e TD
sulla linea costriera del New Jersey: il treno a trazione
elettrica che arriva da New York avanza dal binario di arrivo
verso lo scalo per circa 500 metri per poi ritornare dopo 10
minuti sullo stesso binario e ripartire in senso inverso.
- locomotori diesel che rimangono accesi con treno vuoto a Hoboken anche per 2 ore: la temperatura esterna non obbligava
certo a tenere acceso per poter ripartire senza difficoltà.
7)
È possibile trovare scartamenti un po’ fuori del normale. A
Filadelfia e a Pittsburg le metropolitane, tranne una linea, e le
linee di LRT e tram usano il Pennsylvania Trolley gauge di 1581
mm; lo stesso scartamento è usato solo a New Orleans. Nel
viaggio precedente avevo trovato lo scartamento largo “indiano”
usato dal BART di S. Francisco: 1676 mm.
Concludo con una
sequenza di immagini non solo ferroviarie: si tratta del
passaggio di una nave nella parte terminale del fiume Cuyahoga
che sfocia nel lago Erie a Cleveland. Nella prima si vedono due
ponti sollevati: il primo è ferroviario ma inutilizzato e quindi
sempre alto mentre quello dietro è stradale e alzato per
l’occasione. A destra invece si vede più lontano un altro ponte
ferroviario di un raccordo in uso, ma che viene abbassato solo
per il passaggio dei treni. In internet ho trovato che la nave
ha dimensioni 186 x 21 m.

Qui sotto il ponte stradale è stato
riabbassato mentre a destra la nave passa sotto al ponte
successivo.
Le foto sono state fatte praticamente nello stesso
punto.
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