In questo viaggio,
effettuato nel 2013, ho potuto vedere alcuni aspetti non
proprio comuni relativi ai trasporti su rotaia in tre zone diverse: Irlanda,
Isola di Man
(nel mare tra Irlanda e Inghilterra) e
Inghilterra.
Ecco una serie di mie considerazioni varie.
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1. IRLANDA
Andando con l’ordine del
viaggio, inizio da questa grande isola che si affaccia
sull’Atlantico, dove le ferrovie sono caratterizzate da uno
scartamento tutto speciale: 1600 mm sia nella parte dell’Eire
indipendente che nella zona nord, l’Ulster, con governo della Gran
Bretagna. Non è un problema in quanto la rete non ha contatti con
l’esterno mancando traghetti ferroviari.
La rete ferroviaria, dopo i tagli soliti avvenuti anche qui, era
diventata radiale incentrata sulle due capitali Dublino e Belfast
unite da una linea “internazionale”. Ora iniziano i ripensamenti ed
in Eire ad esempio nell’estate 2012 hanno riaperto una linea
tangenziale di circa 60 km.
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Interessante è l’uso che hanno fatto dei fondi europei per
migliorare le infrastrutture di trasporto pubblico. Nelle stazioni
ferroviarie e di autobus spiccano i cartelli con la bandiera europea
(sopra, a Tralee).
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Un altro aspetto molto positivo nel nostro caso è
stato quello dei documenti di viaggio. In Eire abbiamo
utilizzato una tessera di libera circolazione per adulti valida 7
giorni sui treni e su tutte le linee di autobus urbani e
interurbani, tranne che nella capitale Dublino! Nostra figlia di 15
anni ha viaggiato gratis semplicemente perché con uno di noi due.
In Ulster abbiamo usato un “pass” giornaliero di
20 sterline per la famiglia, anch’esso di libera circolazione per
treni e bus, valido nei periodi di vacanza scolastica.
Ovviamente anche se siamo nel paese “verde” per
definizione, non è che la loro erba “ferroviaria” sia più verde della nostra italiana (anche se non siamo vicini). Due esempi personali
subìti.
Alcune strutture danno l’impressione di essere un
po’ giuste rispetto al servizio realizzato e ben utilizzato dal
pubblico. Inoltre alcuni aspetti della gestione, che dipende dalle
persone e non dai mezzi tecnici, può peggiorare la situazione, ad
esempio l’impossibilità tipica del mondo anglosassone, di andare al
binario quando si vuole. A Dublino ci è successo che il materiale
per Belfast sia arrivato vuoto con 25 minuti di ritardo sull’ora di
partenza; invece di avere già i viaggiatori sul marciapiede pronti a
salire nel tempo del cambio della cabina di guida, ci hanno tenuti
al chiuso per altri 5 minuti per poi farci passare, molte decine di
persone con bagagli, attraverso una porta larga 2 metri. Risultato,
altri 10 minuti sprecati per mancanza di organizzazione efficace.
Altro fatto in un’altra stazione di Dublino.
Finalmente viene aperto il cancello, tutti si piazzano in paziente
attesa che vengano sbloccate le porte delle vetture. Io vado come
mia abitudine verso la testa e scopro che la composizione delle
prime 6 automotrici è preceduta da un’altra di 3 non agganciata e
quindi tutti coloro che aspettano davanti alle 6 precedenti lo fanno
sicuramente invano.
A pochissimi minuti dalla partenza viene deciso
che neanche il convoglio di testa parte e tutti veniamo rispediti
indietro, ripassiamo nei labirinti di cancelli e cancellate per
andare ad un altro binario più arretrato dei precedenti camminando
contro il flusso di altre persone e finalmente troviamo il convoglio
giusto. I numeri di questa “passeggiata” sono: circa 500 m di
percorso, almeno 250 persone coinvolte e 10 minuti di ritardo. Anche
la carenza di informazioni fa perdere tempo .....
Un ultimo aspetto per me negativo, è stato la
necessità di fare un viaggio in autobus parallelamente ad una linea
ferroviaria esistente, ma con un “buco” molto italiano nell’orario.
Per me è assurdo dover viaggiare su un autobus che per moderno che
sia è comunque tremolante, traballante e ondeggiante (definizioni
relative a oscillazioni con frequenza decrescente) quando esistono i
treni molto più comodi. Semplicemente questi doppioni non dovrebbero
esistere!
Cambiando totalmente
argomento, ecco un curioso impianto unico nel suo genere: è la
ricostruzione di un tratto di circa 1 km della monorotaia sistema
Lartigue a Listowel, creata da una associazione per presentare i
vari aspetti funzionali di questo sistema costruito alla fine
dell’800 e in servizio fino agli anni ’20 del 1900 quando, in
seguito alle distruzioni dovute ai fatti bellici della guerra civile
che portò all’indipendenza dell’Eire, non venne più ricostruito.
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La locomotiva ricostruita con motore diesel, in fase di giratura
sulla piattaforma che in forma simile serve come scambio.
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In queste immagini si può vedere anche la struttura del “binario”
che non è “bi”, ma formato da una rotaia superiore su cui poggiano
le ruote e due guide laterali in basso.
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Carrozze viaggiatori ricostruite: per passare da una parte al’altra
con il treno fermo, c’è una scaletta che scavalca la rotaia.
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Modellino dimostrativo della soluzione per i passaggi a livello: la
strada passa sul ponte levatoio.
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Ho anche potuto
utilizzare una parte della rete tramviaria di Dublino dove
sono in servizio vetture Alstom Citadis.
Le linee sono due, non connesse tra di loro e neanche
integrate nel sistema tariffario della rete urbana di autobus perchè
gestite da due società diverse nessuna delle quali è a sua volta
quella di tutta l’altra rete autobus della nazione!
E pensare che a Londra ci sono una quindicina
di società diverse di autobus, ma l’unica differenza è una scritta
neanche vistosa che ne indica il proprietario.
Alcuni problemi sono
in fase di soluzione, come la costruzione di una linea tramviaria di
collegamento, ma intanto hanno costruito la stazione di interscambio
ferrovia-tram presentata nella foto e costituita da 2 binari
tronchi. La stazione ferroviaria è alle spalle e su un piano
rialzato rispetto alla copertura visibile e quindi i pendolari che
usano la rete ferroviaria elettrificata DART trovano comoda
coincidenza.
Un’ultima realtà di cui vorrei parlare, anche
se non ne ho visto nulla, ma che ho scoperto preparandomi al
viaggio, è la rete industriale della società Bord na Mona.
L’Irlanda è terra molto umida e ciò favorisce la presenza di torba
in strati superficiali del terreno: questo carbone povero ma
abbondante e facilmente estraibile viene utilizzato sia nelle
centrali termoelettriche che in campo agricolo. Per trasportarlo dai
campi alle sedi di lavorazione esiste un insieme di reti di ferrovie
a scartamento ridotto scollegate ma facilmente riconfigurabile e che
nel suo insieme ha una estensione maggiore della rete statale.
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2. ISOLA DI MAN
Un paradiso per gli
appassionati di rotaie! E poi nei giorni della mia visita era in
corso un “Festival dei Trasporti” con manifestazioni aggiuntive.
Non mi dilungo in
spiegazioni tecniche perché ne verrebbe un libro, ma voglio mettere
la curiosità magari di andare a cercare approfondimenti in internet
o meglio ancora di fare un viaggio ....
Gli 8 sistemi funzionanti
nel raggio di qualche decina di chilometri sono i seguenti:
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1 - Douglas Bay Horse Tramway:
scartamento 3' - Trazione cavalli - Lunghezza 2,6 km
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Incrocio in linea: sullo sfondo la serie di palazzi / hotel sul
lungomare. Le vetture non vengono girate al capolinea ma si sposta
il cavallo e si ribaltano gli schienali delle panche.
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La fermata viene fatta in mezzo alla strada,
senza banchine e quindi il secondo operatore sulla vettura, scende
per proteggere il movimento dei passeggeri.
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2 - Manx Electric Railway:
scartamento 3' - Trazione elettrica - Lunghezza 27,4 km
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Manovre al capolinea di Douglas.
Il rimorchio è senza cabina di guida, quindi è sempre necessario
fare il “giro macchina” con manovra dell’asta di presa corrente.
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In
questo caso il convoglio arrivato aveva la sola motrice e al
capolinea i passeggeri in attesa erano troppi. Senza tante formalità
l’equipaggio ha fatto una corsa al deposito che si vede sullo sfondo
per agganciare un rimorchio e trasportare tutti …
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Cartello all’interno di una vettura: chi si
comporta in modo pericoloso lo fa a proprio rischio e pericolo …
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Stazione di
Laxey con affiancate motrici delle
due linee elettrificate: notare la
forma simile con la porta sul
frontale, mentre gli scartamenti
sono diversi, anche se solo di 6”.
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3 - Isle of Man Railway:
scartamento 3' - Trazione vapore - Lunghezza 24,6 km
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Partenza da Douglas tra sbuffi di vapore.
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Incrocio tra due convogli con fotografi …
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Motrice di servizio prima utilizzata nel
cantiere di una linea di metropolitana londinese.
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Altri mezzi di trasporto storici a Port Erin,
capolinea sud della linea.
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4 - Snaefel Mountain Railway:
scartamento 3' 6" - Trazione elettrica - Lunghezza 8,0 km
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La curiosità degli appassionati è uguale a tutte
le latitudini …
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Rotaia centrale sistema Fell per sola sicurezza.
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Ruote per ancoraggio alla rotaia centrale.
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Ganasce per la frenatura sulla rotaia centrale.
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5 - Groudle Glen Railway:
scartamento 2' - Trazione vapore/diesel/batterie - Lunghezza 1,6 km
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6
- Great Laxey Mine Railway:
scartamento 19" - Trazione vapore - Lunghezza 0,4 km
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7 - Orchid Line (*):
scartamento 3' 1/2" - 5" - 7' 1/4" - Trazione vapore/diesel - Lunghezza
1,0 km
(*) In un parco zoologico, vicino a Ramsey nel nord dell'isola.
Gestito dal Manx Steam and Model Engineering Club.
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8
- Crogga Railway (**):
scartamento 7' 1/4" - Trazione vapore/diesel - Lunghezza 0,4 km
(**) Circuito in un
parco privato accessibile solo su invito: si trova a sud di Douglas
vicino al percorso della ferrovia a vapore.
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E pensare che in passato erano inoltre attivi
altri 3 impianti:
- tram elettrico urbano
- tram a fune sempre in città
- tram sul molo
di Ramsey
e altri circa 50 km di linea della ferrovia a
vapore, che attraversava l'isola da est a ovest per poi andare a
nord.
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3. INGHILTERRA
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Dall'isola di Man siamo arrivati in Inghilterra
a Liverpool, dove io pensavo di poter andare a vedere un impianto
particolare anche se non unico in quella nazione: un tram sul Pier
di Southport. Molte città costiere alla fine dell’800 erano
diventate meta di soggiorno marino e a causa della marea molto
significativa che 2 volte al giorno lascia scoperta una lunga
distesa di spiaggia, erano stati costruiti dei moli che si
protendono al largo. A Southport, avevo letto dell’esistenza di uno
di questi impianti rimodernato di recente e lungo 1100 m, più di un
km!
Pensavo di vedere e viaggiare sulla vettura di
sinistra (foto da wikipedia) e invece ho trovato lo pseudo-trenino
di destra e nessuna spiegazione; persino le panche alle fermate
erano recintate e inutilizzabili ....
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Ho scritto all’ente gestore dell’impianto e non
mi hanno ancora risposto, poi “scavando” in internet ho scoperto che
il servizio era interrotto da qualche giorno perchè avevano trovato
delle incrinature nei pilastri di ghisa che reggono il molo. La
comunicazione anche li è migliorabile.
Dopo questa delusione
sono andato alla stazione di Liverpool SouthParkway dotata di
una passerella panoramica chiusa da vetrate con una visione su
questo importante bivio ferroviario. Intorno alle 14, nel volgere di
circa 20 minuti sono passati 8 treni, da questo pendolino Virgin a
convogli di 2 automotrici.
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Non ho potuto fare a meno di pensare al
macchinista della SEPSA che si era arrabbiato dal finestrino della
sua cabina di guida perchè un gruppo di appassionati fotografava il
suo treno da un ponte per di più di pubblico passaggio ....
Ho anche
visitato il sito di archeologia industriale conosciuto come
Ironbridge, patrimonio
dell’Unesco, nel centro dell'Inghilterra, a ovest di Birmingham. E'
il luogo simbolo della Prima Rivoluzione Industriale nel 1700, dove
vennero usate le prime rotaie in ferro nelle miniere, in pratica un
rinforzo a U sovrapposto a quelle di legno. Nella foto sotto, si
vede la ricostruzione di alcuni metri di questo binario adatto alle
ruote senza bordino dei carri dell’epoca.
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Sempre in
quei luoghi vennero sviluppate le macchine a vapore fisse e
Trevithick costruì la sua prima locomotiva.
Nel comprensorio esiste anche un impianto di
“piano inclinato” per battelli, per far superare il
dislivello di 63 m
esistente tra due canali.
Non ho potuto vederlo perchè nella zona era in corso un diluvio
tale che mi ha impedito di
muovermi come avrei voluto.
Altrettanto non ho visto una delle tante ferrovie storiche a vapore
presenti in Inghilterra, ma questa non è una rarità in quella
nazione!
Comunque ho visitato
anche una linea storica lungo la costa della Manica: la Swanage
Railway gestita su 10 km di binario dismesso dalla rete
nazionale. Come in molti altri casi manca il collegamento
ferroviario diretto perchè i pochi km di unione sono inattivi e
quindi per raggiungere la meta è necessario utilizzare linee locali
di autobus. Su questa ferrovia il servizio è completamente
realizzato con rotabili e attrezzature di sicurezza storiche
compreso il token formato anche da un anello per poter essere
passato velocemente dall’operatore a terra al macchinista. Nella
cabina di controllo sono in uso i comandi a leva con tiranti in cavo
di acciaio che escono dalla apertura sotto il marciapiede e si
possono vedere le 2 scatole rosse degli apparati di blocco, simili a
quelle italiane.
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Anche in Inghilterra ho subìto un contrattempo,
questa volta grosso, che mi ha fatto sentire a casa nonostante le
differenze di lingua ...
Volevo andare a visitare un parco a tema nelle
vicinanze di Londra servito dalla Chiltern Railway con una
ricostruzione del territorio inglese compresa una rete ferroviaria
che dovrebbe essere interessante: non ci sono arrivato perchè il
traffico ferroviario si è bloccato con il mio treno alla stazione
precedente. Il guaio non è che sia successo un intoppo (è una cosa
sempre possibile perchè non si guasta solo ciò che non c’è), ma il
modo con cui è stata gestita la situazione. Sono emerse
contraddizioni proseguite per 1h e 40m tra i messaggi scritti in
stazione, quelli scritti sul treno fermo, le indicazioni del
personale presente, la situazione reale di occupazione dei binari e
i movimenti, i ritardi, le soppressioni e i bus sostitutivi. A tutto
questo si aggiungevano messaggi vocali inutili a causa del rumore di
2/3 motori diesel delle automotrici ferme.
Se si verifica un problema non è possibile che
chi gestisce la situazione riesca ad essere così confuso: se dice
cose contradditorie chissà con che logica risolve il guaio. Certo
che abituati alla comodità degli automatismi moderni, c’è il rischio
di non avere più l’esperienza personale sufficiente oltre al fatto
che magari si è impediti dagli stessi automatismi che non possono
essere esclusi. Si comincia a scuola a non saper fare le 4
operazioni a mente e si finisce così: parola di un professore di
informatica.
Per finire due curiosità
londinesi.
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Qui non sono rotaie, ma ecco la versione moderna
dei classici autobus con la salita posteriore aperta e la scaletta
curva.
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Per concludere il viaggio virtuale e ritornare a
casa, ecco cosa ha in bella vista il bar della stazione di Stratford:
non c’è bisogno di commenti per degli intenditori italiani....
Chissà se anche il caffè è per intenditori? Io
non l’ho provato e sono
andato a fare foto dai binari a treni di tutti i tipi, merci
compresi in TE e TD, e persino un convoglio speciale per la pulizia
delle linee. Tutto a fianco di due binari di una linea di
metropolitana con il suo via-vai continuo.
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