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Testo e foto di Gennaro Fiorentino | |||||||||||||||||
Il 4 Settembre 2015, il Museo dell’aria Volandia posto a Sommalombardo ha ufficialmente inaugurato la sezione dedicata ai trasporti terrestri assumendo la ricca collezione dell’avvocato F. Ogliari. Come molti sapranno, il compianto e benemerito presidente della FIMF è stato autore di decine e decine di libri sulla tematica trasporti. Mosso da una forte volontà e passione, aveva altresì raccolto presso la sua villa di Ranco (Lago Maggiore) tante testimonianze della storia dei trasporti. Non modelli in scala, ma locomotori, tram, autobus e quant’altro, proprio nelle loro dimensioni originali. Alla sua morte, la famiglia ha ritenuto di conferire questo patrimonio ad un Ente che l’avesse potuto esporre in una sede degna sostenendo gli oneri della manutenzione. Tale Ente è stato dunque individuato in questo parco tematico, posto non lontano dall’aeroporto internazionale di Malpensa. Prima però di descrivere la nuova sede dei veicoli provenienti da Ranco, ritengo interessante e doveroso darvi qualche cenno sul Parco Volandia. Esso trova posto negli storici stabilimenti della Caproni (fondazione 1910), industria aeronautica dove si è scritta la storia italiana del volo. Gli antichi hangar con i loro tipici mattoni rossi, dove sembrano risuonare antichi brontolii di motori in prova o rivettatrici in azione, sono oggi occupati da esemplari di velivoli (ala fissa ed ala rotante). Il tour è organizzato in maniera ragionata e cronologica, inserendo sovente i preziosi esemplari in contesti paesaggistici di grande suggestione. Cito per tutti la scena sulla sabbia che ricorda il ritrovamento casuale del Siai Marchetti S79 nel deserto libico e disperso durante la II GM, avvenuto durante una campagna petrolifera nel 1960. La presenza di un elicottero in livrea Agip Mineraria, nonché il relitto del velivolo perito con il suo equipaggio, davvero commuovono e documentano. Non mancano spazi studiati per i bambini e la singolare collezione Piazzai che con 1200 modelli in scala, racconta la storia dell’aviazione. Conclude l’itinerario un intero hangar dedicato allo “spazio” dove la parte del leone la fa l’operazione Apollo, in tutte le sue declinazioni con il racconto dei successi e degli insuccessi. La collezione Ogliari è stata sistemata in una vasta area alberata ed attrezzata a verde, già destinata a spazi picnic. Nelle intenzioni della direzione museale ci sarebbe la creazione di aree di accoglienza al coperto ed insomma più consoni. Si vedrà. Intanto effettuiamo questo giro virtuale con le immagini dei veicoli più rappresentativi della collezione. All’ingresso della speciale sezione, si viene accolti da un busto dell’avvocato Ogliari mentre in secondo piano una vettura berlina a cavalli, ci introduce nel tema.
Omaggio all’avv. Ogliari ed in secondo piano una tipica berlina a cavalli. Subito dopo, la presenza di un tram a cavalli c’immerge nello spirito dell’esposizione. E’ una vettura a due piani risalente al 1876 ed in servizio sulla linea ippotrainata Milano-Sesto S.G.-Monza-Regio Parco.
Il tram a cavalli che prima dell’avvento dell’elettricità, assicurava il trasporto. Di seguito l’innovazione del vapore è simboleggiata dal leggendario “Gamba de legn”. Si tratta di una locomotiva tramviaria in servizio fino al 1957 (Costruzione Breda) e chiamata Busseto in omaggio alla gloria nazionale di G. Verdi. Questa infatti operò sulle linee tramviarie di Parma, dove il grande compositore era di casa.
Locomotiva a vapore per servizio tramviario. Seguiamo ancora lo sviluppo del vapore con due macchine ferroviarie molto popolari. Parliamo della n. 8 del CCFR costruita nel 1908 dalle officine Reggiane su licenza della casa Henschel di Kassel (a sinistra della foto) e destinata al servizio della provincia di Reggio. Qualcuno l’avrà anche intravista in qualche film di Don Camillo. L’altra è un’arcinota 835 (a destra della foto), forse la più popolare delle loco tender operante per lo più in servizi di manovra sulla rete FS.
Panoramica su due vaporiere rappresentative dell’epoca del vapore. Più che altro una curiosità è questa piccola vaporiera in servizio durante la I GM sul fronte di guerra a disposizione del Generale Cadorna. Operava su scartamento ridotto di mm. 600.
Piccola locomotiva detta di Cadorna, in servizio al fronte durante la IGM. La trazione elettrica a scartamento ordinario è rappresentata validamente da due esemplari: un 552 funzionante con corrente alternata ed un 626 in corrente continua. Il primo costituì una tappa d’obbligo per l’elettrificazione della rete con il suo sistema a 3600 volt e 16,7 Hz. Il secondo, invece, non ha bisogno di presentazione essendo stato il più diffuso e rappresentativo locomotore dell’innovativo sistema a corrente continua 3000 Volt.
Il locomotore trifase E 552 ed il popolare E 626. Suscita sempre una certa simpatia la cosiddetta automotrice Emmina. Mossa da un motore diesel sullo scartamento ridotto 950 mm. della linea a cremagliera (sistema Strub) interna a Catanzaro, prestò servizio fino al 1975.
Emmina, tipica automotrice a scartamento ridotto in servizio sulla cremagliera di Catanzaro. Passiamo al trasporto su rotaia urbano di Milano, seguendo un ragionamento, per così dire, cronologico. In buono stato ci appare la gialla vettura della Edison, appartenente alla prima dotazione di macchine destinate al servizio urbano milanese su rete elettrica. Era il 1898 e prestava servizio dalla stazione centrale, all’epoca posta in Piazzale Fiume (oggi Repubblica).
Tram Edison di prima serie, riprodotto anche da Rivarossi in H0. Decisamente innovativo il cosiddetto modello Abbiategrasso del 1914. Poteva viaggiare con un doppio valore di tensione e collegava il capoluogo con alcune cittadine della provincia brianzola.
Decisamente innovativo il tram modello Abbiategrasso. Singolare è invece la storia del tram 4041. Nato come motrice serie 600, nel 1932 subì un’innovativa trasformazione in tram articolato. Era il famoso progetto “due camere e cucina”. Con il tempo, questi tram vennero avviati alla rottamazione in quanto sostituiti dai moderni Jumbo tram. La 4041, privata della coda e dell’elemento centrale aggiunto, continuò a svolgere servizio come sgombraneve.
Vettura milanese 4041 dalla storia quasi epica. Questo curioso automotore del 1953 ci porta invece all’estero, in Svizzera sulla ferrovia a cremagliera del Monte Generoso (vedi articolo sul sito). Questo veicolo rappresentò l’anello di congiunzione tra la trazione a vapore risalente al 1890 e l’elettricità che pervenne nel 1982. Era equipaggiato con un motore a gasolio Caterpillar da 250 kW. Questa ferrovia turistica adotta sistema a cremagliera ABT e scartamento 800 mm.
Automotrice diesel in servizio per circa un trentennio sul Monte Generoso. Concludo questa sintetica rassegna con l’immagine della vettura n. 3 dell’antica funicolare Como-Brunate. Malgrado sia in sostanza uguale alla n. 1 e n. 2 del 1935, essa risale al 1951 quando, per disposizione ministeriale, fu costruita a titolo di riserva. Restò in servizio fino al 1989 e, dopo una sostanziale ricostruzione di tutto l’impianto, essa venne sostituita da materiale moderno. Entrò pertanto nella collezione di Ranco ed oggi di Volandia.
Vettura n. 3 del 1951 della funicolare Como-Brunate.
Com’immaginabile, non ho documentato tutto quanto esposto ma solo ciò che ho ritenuto di particolare rilievo, scelta che si è rivelata davvero difficile anche se adeguata allo spazio a mia disposizione. Però, prima di congedarmi, ritengo opportuno inserire un’ultima immagine che ritrae il gigantesco plastico di mq. 220 dell’avv. Ogliari che, per ottima scelta, è stato collocato in un padiglione al coperto, in posizione protetta. Com’è vero che sia difficile traslocare i grandi mezzi, altrettanto si può immaginate sia stato portare questo impianto costituito da migliaia di piccoli elementi. Non solo vi è arrivato sano e salvo, ma è stato altresì oggetto di un primo restauro oltre che conservativo anche funzionale. Infatti vi si può ammirare tutto il contesto in maniera comoda, grazie anche ad alcune passerelle, e veder altresì funzionare alcuni circuiti dei tanti ivi presenti. Insomma davvero una visita che vi consiglio, sia per la parte aeronautica che la parte della storia dei trasporti.
Immagine…aerea della città ideale pensata da Ogliari.
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