Evento Porte Aperte 4 e 5 Giugno 2011

 

testo e foto di Gennaro Fiorentino

 

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Avevo sentito parlare su riviste del settore del Museo dei Trasporti di La Spezia e non poche volte mi era sorto il desiderio di farci una capatina. L’evento “Porte aperte” del 4 e 5 Giugno ha rappresentato l’opportuno pretesto per soddisfare la mia curiosità.

Dico subito che il Museo consta di una sezione ferroviaria ospitata per opportuni motivi logistici nella stazione ferroviaria centrale, come enuncierò meglio avanti, ed una sezione automobilistica ospitata, per altrettanto immaginabili motivi, in un deposito dismesso della locale compagnia di trasporto pubblico. In questa sede mi limiterò a raccontare della visita della parte su binari in quanto la seconda, oltre che al momento non è accessibile, non rientrerebbe nella tematica del nostro sito.

Il Museo ha veste giuridica di Associazione fondata nel 1986 per la parte “su gomma” e nel 1991 per la parte “su ferro”. L’azione intelligente dei padri fondatori è stata quella di coinvolgere nella realizzazione del Museo, oltre che persone fisiche (elemento indispensabile di una attività diuturna per il restauro e la conservazione del materiale), anche Enti ed Aziende presenti sul territorio. Ciò ha consentito di poter avere un supporto tecnico ma talvolta anche un sostegno economico, per quanto possibile, per raggiungere quegli obiettivi che un’Associazione non può da sola conseguire.

L’esposizione ed i laboratori di restauro sono ospitati in un deposito dismesso della squadra rialzo per veicoli passeggeri della stazione centrale di La Spezia. Questa zona è posta al termine del binario 7 del piazzale ed a ridosso dei locali DLF. Tant’è che per il passato, in occasione di manifestazioni, veniva organizzato un transfer con veicoli ferroviari d’epoca per raggiungere il Museo. Oggi invece, come puntualizzavano alcuni dirigenti, ciò non è più consentito in quanto tale binario non viene più concesso da Trenitalia, neanche per eventi speciali, per il suo irrinunciabile impiego destinato al traffico ordinario. Ciò  comporta pertanto l’obbligo per il visitatore di dover arrivare al padiglione per la strada comunale assoggettandosi ad un lungo e vizioso giro.

Si perviene dunque in questa vasta area, parte coperta e parte scoperta, dove sono ospitati i gioielli della collezione per lo più tenuti in uno stato di impeccabile aspetto.

Le belle e luccicanti macchine oggetto della collezione, mi hanno indotto ad una visita mossa più dalle emozioni che dalla razionalità.

Nel corso della mia descrizione vorrei invece cercare di mettere un poco d’ordine nelle cose viste alla rinfusa.

Cominciamo dai veicoli a vapore.

Proprio all’ingresso troneggia una splendida 743 con la matricola 301 (immagine del titolo). Un succinto cartellino, peraltro non sempre presente, ne ricorda la carriera. La locomotiva fu costruita nel 1920 nelle officine Romeo di Saronno. La trasformazione in esemplare a vapore saturo risale invece agli anni del dopoguerra. Ne furono trasformate 94. Per il suo restauro è stato determinante il sostegno dell’industria locale Oto Melara. Il vapore è presente ancora con due locotender: la 835.053 e la 940.050. Ambedue risalenti agli ’20 del ‘900.

 

Il vapore è presente con due loco tender: la 835.053 e la 940.050, ambedue risalenti agli ’20 del ‘900.

Il parco dei locomotori elettrici appare davvero molto ricco con la presenza di vari esemplari di 428 in rappresentanza delle varie serie, di un 626, mentre un secondo attende di essere restaurato, una 635 ed una 646. Tra alcuni esemplari di carrozze e postali, quella che ho trovato affascinante è stata senz’altro la classica Corbellini a due assi di cui ammiriamo una foto esterna ed una foto interna. Vari locomotori da manovra e vetuste carrozze completano la collezione. Anzi una di queste è stata addirittura donata dalla Direzione dell’Arsenale di Marina di La Spezia che la utilizzava insieme ad altre costituenti una piccola serie per i transiti all’interno dei suoi grandi opifici.

Il parco dei locomotori elettrici annovera la presenza di vari esemplari di 428 delle varie serie, di un 626, un 635 ed un 646.

   

La classica Corbellini a due assi di cui ammiriamo una foto esterna ed una foto interna.

L’area coperta, oltre che accogliere alcuni dei veicoli descritti, conserva oggetti e plastici sempre di tema ferroviario. Tuttavia l’angolo che ha colpito maggiormente il mio interesse è quello dedicato ad un personaggio modellista scomparso alla metà degli anni ’50. Parlo del signor Vinciguerra. Utilizzando materiale di risulta, si dice degli involucri metallici dei bossoli del munizionamento, egli costruì modelli ferroviari in grande scala realmente funzionanti, binari e stazioni liberamente ispirati alla realtà, ma di grande impatto visivo.

Modelli ferroviari in grande scala realizzati utilizzando materiale di risulta (involucri metallici dei bossoli del munizionamento).

 

Le cose esposte tuttavia non rappresentano l’intera disponibilità della collezione in quanto ospitate altrove per motivi di spazio. Una per tutte: il celebre “Treno Azzurro”  con le carrozze d’epoca ed il locomotore 646.085 perfettamente restaurati ed atti all’utilizzo, ricoverato a Santo Stefano di Magra.

Al termine di questa breve relazione circa la mia visita al Museo di La Spezia, volevo citare una presenza non proprio conforme alla tematica: il Gorgona. Si tratta di uno strano veicolo decisamente innovativo di impiego militare, concepito dalle officine spezzine Oto Melara a metà degli anni ’80. Purtroppo, malgrado tante soluzioni geniali ne potevano fare un serio concorrente di analoghi veicoli per impiego militare di pronto intervento: il Gorgona non ha avuto alcun seguito di produzione in larga serie. Considerando la citata intesa con l’industria che lo produsse che si spera non lesinerà aiuti, il Museo spera di poterlo restaurare tenuto conto delle sue discrete condizioni generali. Mi hanno colpito in particolare gli spessi vetri (tre dita) ed i vellutati sedili forse più adatti per confort ad una limousine che ad un veicolo militare.

Il Gorgona, strano veicolo decisamente innovativo di impiego militare,

concepito dalle officine spezzine Oto Melara a metà degli anni ’80.

 

Mi sento senz’altro di suggerire una visita al Museo di La Spezia, abbinabile ad una gita alle località splendide di Lerici, Portovenere ed alla zona delle Cinque Terre.

Il Museo in periodi ordinari si visita il Sabato mattina. Prudente verificarne l’apertura attraverso questi contatti:

 

www.museonazionaletrasporti.it

contatti@museonazionaletrasporti.it

 

Telefono fisso 0187718912

 

Tutte le foto scattate dall’autore durante la manifestazione

 

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