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di Gennaro Fiorentino |
Il Museo delle Ferrovie di Lubiana, con la sua notevole collezione di oltre sessanta locomotive a vapore nonché di una galleria di apparecchiature di sicurezza, offre al visitatore notevoli motivi di interesse non disgiunti dall’apertura di un sipario virtuale sul mondo poco noto, delle ferrovie balcaniche. La breve storia della sua nascita riflette in un certo senso quello della costituzione e poi separazione, della repubblica federativa della Jugoslavia. Nel corso degli anni ’60, quando apparve chiaro che la trazione a vapore sarebbe stata presto un ricordo, un vivo desiderio di conservazione delle vecchie glorie si diffuse prospettando che la capitale della Unione, Belgrado, avrebbe potuto accogliere il museo nazionale dei treni. Il progetto andò avanti e fu realizzato. Tuttavia le vicende politiche degli anni ’90, conferendo l’indipendenza agli ex stati dell’Unione, stimolarono anche la costituzione di un Museo precipuo sloveno dei treni, a memoria dell’identità della verde nazione. Il percorso non fu né facile, né rapido. Nel 1996 in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni delle ferrovie slovene, una Mostra tematica ebbe luogo in un locale di origine ferroviaria, che presto doveva manifestare tutti i suoi limiti e la sua fatiscenza. Il singolare biglietto di ingresso al museo del tipo Edmondson. (coll. G. Fiorentino) |
Così, finalmente la volta buona, dopo un opportuno restauro, il Museo fu collocato in un deposito dismesso non lontano dalla stazione ferroviaria della capitale. Un vasto spazio è a disposizione per il parcheggio delle auto dei visitatori. Gli onori di casa li fa una graziosa signorina, Miss Polona, che rilascia il biglietto su cartoncino e vende cartoline per ricordo della visita. Durante il mio soggiorno ho avuto anche il privilegio di conoscere il Direttore dell’impianto, il signor Mladen Bogič, al quale ho parlato della nostra associazione e della sua vita sociale, suscitando il suo interesse. Prima però di intraprendere la descrizione della visita e pertanto dei contenuti, credo sia opportuno dare qualche notizia della rete nazionale distinta dal logo SZ. Come è stato indirettamente detto, nel 1846 il primo treno percorse la nazione slovena che all’epoca era sotto la dominazione asburgica. Si trattava della linea Trieste-Graz via Lubiana-Celje di circa 132 chilometri. Gli eventi bellici e politici hanno com’è noto modificato in maniera sensibile la geografia. Di quella prima linea, il tratto Maribor-Graz rimane però oggi per intero nella nazione austriaca. D’altro canto con la proclamazione della repubblica slovena, avvenuta il 26 Giugno 1991 e la conseguente creazione della compagnia ferroviaria SZ, è rimasto sul territorio e dunque al servizio della neonata impresa, il materiale che serviva tale zona. Oggi la rete si presenta con un’estensione di 1200 chilometri, elettrificati per circa la metà. A causa della centralità della nazione slovena, sono altresì ben curati i collegamenti internazionali sia con l’Austria, sia con l’Italia e la Croazia. Com’è intuibile, la primitiva dotazione del materiale rotabile, è stata incrementata nel tempo con sostanziosi acquisti sia presso industrie italiane che presso industrie tedesche e polacche. Ma torniamo al nostro Museo. Il complesso si può schematizzare in maniera semplice: la grande rimessa a forma di mezzaluna (v. foto titolo) ospita le locomotive restaurate e dispone di un annesso settore (precluso al pubblico) per le operazioni di manutenzione; una prospiciente galleria esibisce una notevole collezione di segnalamento, oggettistica e draisine; infine la vasta area esterna (da visitare con prudenza) è occupata da materiale molto interessante di cui si auspica un restauro nel tempo. Nel vasto padiglione principale sostano affiancate una serie di locomotive a vapore. Vigendo un’oggettiva difficoltà di fare foto per motivi di illuminazione e di campo, ho scelto alcune immagini fornite dal Museo che documentano in maniera esemplificativa, il ricco patrimonio. La prima locomotiva di cui ci occupiamo, è la più antica qui ospitata. Mi riferisco alla 718 secondo la matricola della compagnia SB (Sudbahn Company) che ne fece produrre in numero di 200 esemplari alle industrie StEG tra il 1861 ed il 1873. Locomotiva 718 la più vecchia del Museo (da cartolina). Di queste dopo la I Guerra Mondiale, ne rimasero solo 66. Ed erano solo 32 quando entrarono nel novero della neonata compagnia ferroviaria JDŽ e l'esemplare in questione venne numerato 124.004. Il suo impiego prevalente era quello del servizio merci contando su una modesta velocità di 45 km/h ed una potenza di 300 kW. L’esemplare esposto, ultimo della serie, nel 1996 ha subito un rigoroso restauro che lo ha riportato allo stato d’origine ripristinandone anche la matricola 718. Passiamo a parlare di una curiosa “macchinetta” con la matricola K3 ed il singolare scartamento di 760 mm. che da queste parti chiamano bosniaco. Anno di nascita 1892 e rodiggio 0-4-0. La graziosa K3 a scartamento 760 mm.(da cartolina). Il costruttore fu la nota fabbrica di Linz, Krauss Maffei che ne produsse quattro esemplari, numerati da 1 a 4 ma con i suggestivi nomi di località amene dell’impero: Meran, Stainz, Gonobitz ed Heiligengeist. Il loro impiego fu su linee passeggeri di interesse locale (Localbahn) come la Preding-Wieseladorf oggi in territorio dell’Austria. Dei quattro esemplari che con una potenza di 57 kW potevano raggiungere la velocità di 25 km/h, si è salvata anche la 2 (oltre alla 3 presente al Museo) affidata ad un Club austriaco di appassionati. E’ invece davvero una potenza la macchina austriaca 73.372, immatricolata con le ferrovie federali JDŽ con il numero 133.005. Macchina 73.372 (da cartolina). Molto affascinante la sua storia. Con la nascita nel 1885 dell’impero austriaco, le ferrovie imperiali (kkStB) schematizzarono in tre tipi la classe delle locomotive da produrre: locomotiva per treni espresso passeggeri, una locomotiva intermedia leggera dall’impiego duttile, una locomotiva molto potente per servizi merci pesanti. A quest’ultima classe appartiene la 73.372 con i suoi 500 kW ed un rodiggio 0-8-0. Tra il 1885 ed il 1909 ben 453 esemplari furono costruiti (la nostra risale al 1906) ma in verità solo dopo la I Guerra Mondiale ne furono viste a Lubiana. Questa locomotiva, peraltro anche appartenuta per un periodo alle ferrovie tedesche, fu convertita ad un’alimentazione ad olio così come terminò la sua carriera presso la miniera carbonifera di Kreka. Ci occupiamo infine della SŽ 03-002 (già della compagnia Sudbahn matricola 109.38). Il colosso SZ 03.002 (da cartolina). Forse tra le più belle e performanti costruite per la Compagnia del Sud. Una di queste macchine riuscì a raggiungere la velocità di 128 km/h (rodiggio 4-6-0). Furono costruiti 57 splendidi esemplari dall’industria Steffen e Prossly per un impiego sulla direttrice di forza Trieste-Graz. In tutto ne sono rimaste altre due al mondo. Oltre alla presente, se ne conta anche una in Austria ed una in Ungheria. E tutte e tre in condizioni di poter viaggiare. Certamente vi sono tantissime altre macchine, sia a scartamento ordinario che a scartamento 760 mm, ma i limiti di questo articolo hanno obbligato ad una necessaria selezione rappresentativa. Entriamo nella galleria del segnalamento e dell’oggettistica ferroviaria. Tutto è tenuto in uno stato di impeccabile ordine. Gli occhi dell’appassionato davvero hanno difficoltà per scegliere a cosa consacrare la propria attenzione. Mentre si resta sorpresi della quantità e qualità degli strumenti per la gestione dei grandi nodi, non manca neanche l’antica vestigia di un passaggio a livello.
Vestigia di un antico passaggio a livello e ... la bella sala dedicata al segnalamento (foto G. Fiorentino). Un angolo, si fa per dire, ospita alcune curiose draisine tra quella in una sgargiante livrea gialla, con una motorizzazione di origine motociclistica. Uniformi, telefoni, orologi ed una postazione telegrafica completano l’allegra parata.
Varie uniformi del personale ferroviario (foto G. Fiorentino).
Postazione telegrafica ed orologi (foto G. Fiorentino).
Graziosa draisina di colore giallo (Foto G. Fiorentino). Prima di andar via, è d’uopo dare un’occhiata al grande piazzale con tante vecchie glorie che di certo meriterebbero un restauro ma che sono certo, l’entusiasmo e la capacità dello staff di questo straordinario museo ferroviario, un giorno provvederanno a realizzare. Arrivederci al Museo di Lubiana che può con merito affiancarsi agli altri grandi musei ferroviari europei.
Bellissimo convoglio completo a scartamento 760 mm in attesa di restauro (Foto G. Fiorentino). NOTIZIE PRATICHE: Indirizzo Parmova 35 1000 Lubiana (Slovenia-UE) In pratica è il quartiere posto alle spalle della stazione centrale delle ferrovie. Aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10.00 alle 18.00 Biglietto d’ingresso € 3,50 Sito web: http://www.burger.si/MuzejiInGalerije/ZelezniskiMuzej/index.html |