di Luigi Fiorentino
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Non so se avete visto, o se ricordate, il film “Vedo Nudo” del 1969, una pellicola ad episodi con un eccezionale Nino Manfredi e la regia di Dino Risi. Gli episodi erano sette e descrivevano gli anni ’60 attraverso i vizi, i paradossi e le fantasie sessuali degli italiani. Fra i sette ce n’è uno che vorrei segnalare. Si chiama “Motrice mia”. Racconta di un distinto professionista con bella casa e nondimeno, bellissima moglie. La sera, dopo una meticolosa toilette (doccia, barba, profumo), si trasferisce con la propria elegante vettura Fiat 124, in piena campagna. Dispiegata una colorata coperta sulla massicciata all’interno di un binario ferroviario, attende con emozione e trepidazione sessuale, il passaggio del rapido Parigi/Roma. Una volta che tutto il lungo convoglio e la sua luccicante motrice gli siano passati sopra, il nostro eroe, con il volto madido di sudore e gli occhi calmi e soddisfatti come accade dopo un rapporto di sesso, se ne ritorna serenamente a casa. Alla moglie sgomenta e rattristata dal singolare tradimento, egli, abbracciandola dolcemente con devoto senso di colpa, dice: “Cara, mi passerà presto! Qualche segnale positivo è già arrivato. Durante l’ultimo sciopero delle Ferrovie, non ho sofferto tanto”. L’apologo è piacevole e volentieri lo segnalo a voi amanti ed appassionati di Ferrovie. Il film, nel suo complesso, è un modesto svago che può, attraverso il racconto comico e colorato, mostrare un aspetto di costume di “come eravamo”. Mentre scrivo queste brevi considerazioni, noto che la mimosa nel cortile si è coperta di fiori. Siamo già a San Giuseppe, festa del papà e di tutti i Giuseppe, ad un tiro di schioppo dall’inizio della primavera. Quale migliore occasione per gl’interessati per festeggiare con un bel vassoio di fragranti e saporite zeppole, tortanelli e bignè? Le prime, più semplici, sono soltanto ciambelline intrecciate di elastica pasta di farina, sulle quali, dopo che siano state fritte, viene spolverato zucchero vanigliato; le seconde invece le zeppole di bignè, sono lievitatissime e somigliano a fazzoletti gialli appallottolati e sormontati da crema gialla odorosa di cannella e da una sciropposa amarena. Ma quest’anno quante ne compreremo e di quale tipo? Fritte od infornate? Un dolce quesito che ci fa pregustare gli allegri raduni che ci aspettano per la ricorrenza: o che si passi con un Giuseppe (Peppe o Peppino), o con il proprio papà o con i propri figli dove siamo noi stessi al centro dell’attenzione. Buon San Giuseppe e buona Primavera a tutti quelli che hanno avuto la compiacenza di leggere queste brevi note! |
Vedo nudo?! - La copertina del n. 11 di Clamferrovia |