In questa prima parte
tratteremo di quei piccoli cartoncini dal formato
standard cm 3 x cm 5,6 che fino agli anni ‘80
del secolo passato hanno rappresentato l’emblema
stesso di un viaggio in ferrovia e che sono detti
biglietti Edmonson dal nome del suo inventore.
Essi si diffusero in modo rapido perché piccoli,
robusti e di chiara lettura. Poiché erano
forniti alle biglietterie delle stazioni già
prestampati, l’unico compito chiesto al
bigliettaio era quello
di imprimere a secco la data di emissione
tramite gli appositi datari (obliteratrici) che
si trovavano negli sportelli delle biglietterie.
In molti esemplari è presente un foro centrale
che non è stato fatto dal controllore ma serviva
per infilarvi una cordicella atta a raccogliere
un certo numero di biglietti e che veniva
piombata ai capi prima dell’inoltro alle
stazioni richiedenti.
Figg. 1 - 2 - Ricostruzione di filza di biglietti Edmondson
e macchina obliteratrice per la
stampigliatura della data (coll. privata). Ma come
erano fatti i biglietti Edmonson delle
prime ferrovie italiane? La risposta la troviamo
in un libricino del 1870 scritto da Beniamino Besso dal
titolo “Le strade ferrate”. Ecco cosa si legge:
“Ed ora se dopo tanti avvertimenti volete
mettervi in viaggio converrà pure metter mano al
borsello ed acquistare il biglietto;
avvicinandovi all’ufficio di vendita chiederete
per esempio: Uno secondi [sic] per Bari! Se, come,
non dubito, siete persona previdente avrete già
esaminata la tariffa ed affacciandovi allo
sportello dell’impiegato preposto alla vendita
dei biglietti deporrete sul banco, sotto ai suoi
occhi, la somma indicata nella tariffa (L.
78,50) pel viaggio diretto, più 5 centesimi, per
la tassa governativa; il viaggiatore che si
presenta allo sportello con la somma precisa che
deve spendere ha per diritto la precedenza su
quelli che devono reclamare un residuo, dunque
chi non vuol perder tempo allo sportello ci
pensi prima”. Dopo aver descritto quanto (costo
del biglietto più tassa governativa) e come
pagare per avere diritto alla precedenza, il
Besso passa alla descrizione del titolo di
viaggio con le seguenti parole: “L’impiegato prima di consegnarvi il
biglietto lo introduce per un istante
in un apparecchio che lascia improntate a secco
alcune cifre ed alcune lettere, ad esempio 21 30
AG 69. Che vogliono dire? dicono che il
convoglio col quale intendete partire porta il
numero progressivo 21, che il biglietto è
rilasciato al 30 agosto dell’anno di grazia
1869”. In tal modo riusciva impossibile
utilizzare due volte lo stesso biglietto.
Fig. 3 - Modello di biglietto Edmondson
da Milano a Bari descritto da B. Besso in "Le strade Ferrate". Con
riferimento alla Fig. 3, vediamo il
significato delle altre
indicazioni che erano già impresse sul biglietto
in cartoncino. Cediamo ancora la parola al Besso che così descrive le altre stampigliature:
“E le altre indicazioni che veggonsi già
stampate all’inchiostro cosa significano? la più
importante di tutte è ‘tenere il biglietto’,
raccomandazione troppo eloquente per abbisognare
di commenti; il viaggiatore privo di biglietto,
può a tenore dei regolamenti, essere costretto a
pagare una multa, dunque ci badi bene e
custodisca gelosamente il biglietto fino alla
stazione d’arrivo. E l’A che sta sotto non è
forse un indovinello? eccone la chiave: i
biglietti vengono stampati mercé una macchina
molto ingegnosa che muta parte dell’impronta ad
ogni biglietto: il primo biglietto valevole pel
viaggio fra due stazioni determinate, ad esempio Milano-Bari, porta sul lato destro l’indicazione
0000, il secondo è del tutto identico al
precedente, tranne che nell’impronta sul lato
destro che è 0001: similmente il terzo porta
allo stesso posto le quattro cifre 0002 e cosi
via: il centesimo è segnato con 0099, il
millesimo biglietto è caratterizzato dalle tre
cifre 0999 e finalmente il diecimillesimo
biglietto è segnato col 9999. Le successive
variazioni di quelle cifre son prodotte
dall’ingegnosa disposizione del meccanismo ... Per
ultimo il 65 stampato nel mezzo del biglietto è
il numero d’ordine della stazione destinataria,
che, nel nostro caso, è Bari. Abbiam detto
tutto? no, c’è la diversità del colore: mezzo
biglietto è bianco, l’altro mezzo è di colore
diverso affinché gli impiegati che eseguiscono
la controlleria, sia alla partenza, sia durante
il viaggio, sia all’arrivo, possano a colpo
d’occhio riconoscere se il passaggero è
realmente provveduto di biglietto valevole per
viaggio in convoglio diretto; i biglietti di
prima classe sono, in tal caso, metà bianchi e
metà verdi; quelli di seconda classe son mezzi
bianchi e mezzi rossi; i biglietti valevoli
soltanto pei viaggi nei convogli ordinarii sono
d’un sol colore, verdi se di prima, bianchi se
di seconda, e rossi se di terza classe”.
Figg. 4 - 5 - Biglietto ordinario
Bologna-Stradella e di andata e ritorno
Genova-Pontedecimo. Analoghe
sono le indicazioni poste sui biglietti ordinari
e su quelli d’andata
e ritorno. Quello ordinario (Fig. 4) è il 106°
biglietto di prima classe della serie ‘B’
emesso, cioè il 1106° venduto (il primo è lo A
0000) nella stazione di Bologna per Stradella (indicata con il
n. 100). Il biglietto per andata e ritorno di
Fig. 5, invece,
è il 507° della prima serie; il numero 86 è il
numero d’ordine della stazione di Genova, l’82 è
quello della stazione di Pontedecimo. Una
curiosità: la sezione di andata era stampata
sulla destra del biglietto in quanto le
indicazioni del treno e della data impresse
dalla biglietteria restavano sulla parte del
ritorno. Con il tempo, la sempre maggiore diffusione dell’uso del
trasporto ferroviario ha causato, come
contrappunto, il superamento dell’uso del
biglietto Edmondson. Infatti lo stesso richiedeva un
notevole dispendio di lavoro a monte non solo di
tipo tecnico ma anche di tipo amministrativo.
Questo si verificava soprattutto in Aziende con
notevole numero di stazioni e notevole varietà
di tipi di recapiti. Ogni stazione richiedeva di
disporre prestampati quasi la totalità di quelli
richiesti dai viaggiatori per destinazione e per
tipo di biglietto. Concludiamo
queste note con una panoramica di titoli di
viaggio Edmondson che hanno
accompagnato l’evolversi delle ferrovie
italiane.
Figg. 6 - 7 - Biglietto da Salerno a Buccino
n. A7225 emesso il 13-5-1897 e |
Figg. 6 - 7 - Biglietto di andata e ritorno
della Ferrovia Napoli-Nola-Baiano, e ...
... da Napoli a Sorrento della
Circumvesuviana
(FSM).
Figg. 8 - 9 - Biglietto di andata e ritorno
delle Ferrovie Nord Milano (FNM), e ...
... da Cancello a Napoli Centrale delle
Strade Ferrate Sovvenzionate (SFS - Valle
Caudina).
Fig. 10 - Assortimento di titoli di viaggio
delle Ferrovie dello Stato (FS).
Fig. 11 - Pubblicità di biglietto gratuito
per Milano con partenza dalle maggiori città
italiane.
Il rimborso avveniva solo "contro un
acquisto di almeno venti volte il valore del
biglietto stesso".
Una curiosità: sotto la ruota alata vi sono
le lettere F. I. (Ferrovie Italiane)
forse ad indicare che il viaggio poteva
essere effettuato su qualsiasi rete ferroviaria.
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