di Antonio Gamboni

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In questa prima parte tratteremo di quei piccoli cartoncini dal formato standard cm 3 x cm 5,6 che fino agli anni ‘80 del secolo passato hanno rappresentato l’emblema stesso di un viaggio in ferrovia e che sono detti biglietti Edmonson dal nome del suo inventore. Essi si diffusero in modo rapido perché piccoli, robusti e di chiara lettura. Poiché erano forniti alle biglietterie delle stazioni già prestampati, l’unico compito chiesto al bigliettaio era quello di imprimere a secco la data di emissione tramite gli appositi datari (obliteratrici) che si trovavano negli sportelli delle biglietterie. In molti esemplari è presente un foro centrale che non è stato fatto dal controllore ma serviva per infilarvi una cordicella atta a raccogliere un certo numero di biglietti e che veniva piombata ai capi prima dell’inoltro alle stazioni richiedenti.

                       

Figg. 1 - 2 - Ricostruzione di filza di biglietti Edmondson

e macchina obliteratrice per la stampigliatura della data (coll. privata).

Ma come erano fatti i biglietti Edmonson delle prime ferrovie italiane? La risposta la troviamo in un libricino del 1870 scritto da Beniamino Besso dal titolo “Le strade ferrate”. Ecco cosa si legge: “Ed ora se dopo tanti avvertimenti volete mettervi in viaggio converrà pure metter mano al borsello ed acquistare il biglietto; avvicinandovi all’ufficio di vendita chiederete per esempio: Uno secondi [sic] per Bari! Se, come, non dubito, siete persona previdente avrete già esaminata la tariffa ed affacciandovi allo sportello dell’impiegato preposto alla vendita dei biglietti deporrete sul banco, sotto ai suoi occhi, la somma indicata nella tariffa (L. 78,50) pel viaggio diretto, più 5 centesimi, per la tassa governativa; il viaggiatore che si presenta allo sportello con la somma precisa che deve spendere ha per diritto la precedenza su quelli che devono reclamare un residuo, dunque chi non vuol perder tempo allo sportello ci pensi prima”. Dopo aver descritto quanto (costo del biglietto più tassa governativa) e come pagare per avere diritto alla precedenza, il Besso passa alla descrizione del titolo di viaggio con le seguenti parole: “L’impiegato prima di consegnarvi il biglietto lo introduce per un istante in un apparecchio che lascia improntate a secco alcune cifre ed alcune lettere, ad esempio 21 30 AG 69. Che vogliono dire? dicono che il convoglio col quale intendete partire porta il numero progressivo 21, che il biglietto è rilasciato al 30 agosto dell’anno di grazia 1869”. In tal modo riusciva impossibile utilizzare due volte lo stesso biglietto.

Fig. 3 - Modello di biglietto Edmondson da Milano a Bari descritto da B. Besso in "Le strade Ferrate".

 Con riferimento alla Fig. 3, vediamo il significato delle altre indicazioni che erano già impresse sul biglietto in cartoncino. Cediamo ancora la parola al Besso che così descrive le altre stampigliature: “E le altre indicazioni che veggonsi già stampate all’inchiostro cosa significano? la più importante di tutte è ‘tenere il biglietto’, raccomandazione troppo eloquente per abbisognare di commenti; il viaggiatore privo di biglietto, può a tenore dei regolamenti, essere costretto a pagare una multa, dunque ci badi bene e custodisca gelosamente il biglietto fino alla stazione d’arrivo. E l’A che sta sotto non è forse un indovinello? eccone la chiave: i biglietti vengono stampati mercé una macchina molto ingegnosa che muta parte dell’impronta ad ogni biglietto: il primo biglietto valevole pel viaggio fra due stazioni determinate, ad esempio Milano-Bari, porta sul lato destro l’indicazione 0000, il secondo è del tutto identico al precedente, tranne che nell’impronta sul lato destro che è 0001: similmente il terzo porta allo stesso posto le quattro cifre 0002 e cosi via: il centesimo è segnato con 0099, il millesimo biglietto è caratterizzato dalle tre cifre 0999 e finalmente il diecimillesimo biglietto è segnato col 9999. Le successive variazioni di quelle cifre son prodotte dall’ingegnosa disposizione del meccanismo ... Per ultimo il 65 stampato nel mezzo del biglietto è il numero d’ordine della stazione destinataria, che, nel nostro caso, è Bari. Abbiam detto tutto? no, c’è la diversità del colore: mezzo biglietto è bianco, l’altro mezzo è di colore diverso affinché gli impiegati che eseguiscono la controlleria, sia alla partenza, sia durante il viaggio, sia all’arrivo, possano a colpo d’occhio riconoscere se il passaggero è realmente provveduto di biglietto valevole per viaggio in convoglio diretto; i biglietti di prima classe sono, in tal caso, metà bianchi e metà verdi; quelli di seconda classe son mezzi bianchi e mezzi rossi; i biglietti valevoli soltanto pei viaggi nei convogli ordinarii sono d’un sol colore, verdi se di prima, bianchi se di seconda, e rossi se di terza classe”.

Figg. 4 - 5 - Biglietto ordinario Bologna-Stradella e di andata e ritorno Genova-Pontedecimo.

 Analoghe sono le indicazioni poste sui biglietti ordinari e su quelli d’andata e ritorno. Quello ordinario (Fig. 4) è il 106° biglietto di prima classe della serie ‘B’ emesso, cioè il 1106° venduto (il primo è lo A 0000) nella stazione di Bologna per Stradella (indicata con il n. 100). Il biglietto per andata e ritorno di Fig. 5, invece, è il 507° della prima serie; il numero 86 è il numero d’ordine della stazione di Genova, l’82 è quello della stazione di Pontedecimo. Una curiosità: la sezione di andata era stampata sulla destra del biglietto in quanto le indicazioni del treno e della data impresse dalla biglietteria restavano sulla parte del ritorno.

Con il tempo, la sempre maggiore diffusione dell’uso del trasporto ferroviario ha causato, come contrappunto, il superamento dell’uso del biglietto Edmondson. Infatti lo stesso richiedeva un notevole dispendio di lavoro a monte non solo di tipo tecnico ma anche di tipo amministrativo. Questo si verificava soprattutto in Aziende con notevole numero di stazioni e notevole varietà di tipi di recapiti. Ogni stazione richiedeva di disporre prestampati quasi la totalità di quelli richiesti dai viaggiatori per destinazione e per tipo di biglietto.

Concludiamo queste note con una panoramica di titoli di viaggio Edmondson che hanno accompagnato l’evolversi delle ferrovie italiane. 

   

Figg. 6 - 7 - Biglietto da Salerno a Buccino n. A7225 emesso il 13-5-1897 e

da Capaccio-Roccadaspide a Battipaglia emesso l'8-6-1905.

Il numero della stazione è stato sostituito da una grande lettera "M" (riportata al centro di entrambi, ma in stile diverso);

essa indica l'appartenenza delle linee alla Rete Mediterranea.

   

Figg. 6 - 7 - Biglietto di andata e ritorno della Ferrovia Napoli-Nola-Baiano, e ...

... da Napoli a Sorrento della Circumvesuviana (FSM).

   

Figg. 8 - 9 - Biglietto di andata e ritorno delle Ferrovie Nord Milano (FNM), e ...

... da Cancello a Napoli Centrale delle Strade Ferrate Sovvenzionate (SFS - Valle Caudina).

Fig. 10 - Assortimento di titoli di viaggio delle Ferrovie dello Stato (FS).

Fig. 11 - Pubblicità di biglietto gratuito per Milano con partenza dalle maggiori città italiane.

Il rimborso avveniva solo "contro un acquisto di almeno venti volte il valore del biglietto stesso".

Una curiosità: sotto la ruota alata vi sono le lettere F. I. (Ferrovie Italiane)

forse ad indicare che il viaggio poteva essere effettuato su qualsiasi rete ferroviaria.

Il materiale che correda l'articolo, quando non diversamente indicato, è tratto dalla collezione dell'autore.

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