sogno o son desto? ovvero avventure di viaggio
Quest’anno mi sono concesso una breve vacanza con moglie e nipotini: la meta è stata la cittadina balneare di Sapri. Durante la permanenza ho dovuto intraprendere, per un appuntamento non rinviabile, un viaggio di andata nella mia città con ritorno il giorno successivo e desidero raccontare la mia avventura. Mi presentai alla stazione di Sapri, appunto, chiedendo un biglietto per Caserta. La gentile impiegata mi consegnò due biglietti, inconsueti per me che non usufruisco di ferrovia da molti anni. - Posso obliterarli entrambi qui, prima della partenza? - Noo!, qui deve obliterare quello di importo maggiore, a Salerno, prima di cambiare treno, dovrà obliterare l’altro. Mi sembrò una scomodità, considerato che l’intervallo per il cambio era di soli quindici minuti. Il treno era in partenza. Vetture nuovissime, dotate di aria condizionata quanto mai apprezzata in una giornata torrida. L’arrivo a Salerno avvenne puntuale: consultai la tabella delle partenze, il mio prossimo treno era annunciato ma non era indicato il binario di sosta. Forse era in arrivo. I quindici minuti si ridussero a cinque, mi preoccupai così domandai informazioni ad un ferroviere di passaggio, almeno per trovarmi al binario giusto al momento giusto: - Scusi il treno per Caserta dove arriverà? - È quello fermo al binario di fronte. Perbacco, la tabella oraria aveva qualche problema, poco mancava che vedessi partire il mio convoglio! Anche questo piccolo inconveniente è stato ripagato dal poter usufruire di vetture nuove dotate di aria condizionata, vetture diverse da quelle precedenti e ugualmente confortevoli ma l’eterogeneità del materiale non credo che giovi ad una manutenzione standardizzata (questi non sono problemi miei!). L’arrivo a Caserta fu puntuale… come un treno! Il giorno successivo dovevo rientrare a Sapri. Mi misi in fila alla biglietteria di Caserta con almeno venti minuti di anticipo sulla partenza. Un signore era già allo sportello e stava spiegando all’impiegato i suoi problemi. Il bigliettaio stampò diversi biglietti di viaggio, forse il richiedente doveva portare con sé una famiglia numerosa. Altra conversazione, altri biglietti ed il tempo passava. Ancora non era finita, altri biglietti, soldi, resto e finalmente, mancavano cinque minuti alla partenza, toccava a me. - Un biglietto per Sapri. - Ho finito i biglietti, vada dal tabaccaio e chieda un biglietto E11. A questo punto correndo, sudando, mi munivo del biglietto ma ero perplesso: ieri alla partenza mi sono stati consegnati due biglietti, da Caserta si paga di meno per lo stesso tragitto? Il mio convoglio era fermo al binario 6. Gentile Navigatore del sito, non mi chiedere il modello di quel treno, ti dirò semplicemente che si trattava di due vetture a trazione diesel. Salii, nell’interno il caldo era quasi insopportabile, tutti i finestrini erano aperti, solo il movimento della corsa, tra uno svolazzare di tende, dava un poco di sollievo. Alla prima fermata il “macchinista” forse anche lui esausto scese e si rifocillò ad una fontanina e si ripartì. Mi distrassi guardandomi intorno. La pulizia era un optional, le pareti della vettura erano qua e là rappezzate con pezzi di pannelli dalle sfumature diverse a coprire i danni vandalici di ineducati passeggeri. Mi augurai che le soste non “bruciassero” quei miseri quindici minuti occorrenti per il mio cambio a Salerno ed infatti arrivammo con qualche minuto di ritardo. La tabella oraria indicava che il mio prossimo treno era al binario 5, infatti era ancora là e mi imbarcai. Anche qui il caldo era insopportabile. Passarono cinque minuti, dieci minuti, quindici minuti è nulla si mosse, anzi si… Tre uomini in “borghese” ma evidentemente ferrovieri passarono lungo le vetture ed ecco, si fermarono in prossimità di un carrello della vettura di testa, si consultarono poi quello che mi parve il più robusto dei tre sferrò robusti calci a qualche organo che non potei scorgere, poi se ne andarono. Passarono altri cinque minuti ed il treno, così sistemato, iniziò la sua corsa. Tendine svolazzanti, aria che turbinava nell’interno della vettura, ma eravamo nel Far West? Credo che il minor prezzo pagato per questo secondo viaggio sia ben giustificato dal disagio sopportato! Vorrei poter concludere, come in altra occasione, che a questo punto il sogno è finito ma purtroppo è stata realtà!
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