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UN VIAGGIO DA SOGNO

 

Stazione di Sicignano degli Alburni, 20 agosto 2008.

(foto A. Gamboni)

 

Devo partire, un viaggio imprevisto. Decido di prendere un treno, la distanza da percorrere è molta e non sono un appassionato automobilista, inoltre siamo nella piena ondata dei vacanzieri estivi. Fa caldo, molto caldo! La valigia? Già, la valigia, altro fastidio, bisogna prepararla e che sia leggera perché non mi procuri più sudore di quanto non ne versi normalmente in queste giornate calde ed afose. Giungo in stazione, anche qui fa caldo, sudo, impreco per la fila alla biglietteria e poi la valigia è più pesante del previsto. Attendo sul marciapiede. C’è una fontanina, perché non approfittarne per una bevuta ristoratrice? È guasta. Nell’attesa siedo su una panchina, la valigia ben in vista, non si sa mai. Finalmente giunge il treno, un breve, troppo breve, ristoro per l’aria calda che il convoglio smuove nel suo movimento, poi l’attesa del suo arresto. Si fermerà con una porta davanti alla mia postazione? Ma va, sono proprio al centro della vettura, vado a destra od a sinistra? Bah! È indifferente, tanto una turba di passeggeri è già davanti ai gradini. Trascino la pesante valigia, la isso sugli scomodi scalini, mi arrampico giusto in tempo per la chiusura degli sportelli e si parte. Che caldo!

L’aria condizionata sembra che nel corridoio non funzioni. Giungo davanti ad uno scompartimento, c’è un solo posto libero ma il portapacchi è al completo. Pazienza, si libererà, intanto ficco la valigia tra le gambe e mi rendo conto che fa caldo! L’aria condizionata è un sogno. Già, un sogno, un incubo. Mi sveglio sul divano di casa, il grosso volume che stavo leggendo si è appoggiato tra le mie gambe, leggevo di un viaggio in ferrovia, naturalmente.

È mancata la corrente elettrica, il ventilatore si è fermato. Che caldo!

 

                                                              

 
 

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