Fin dall’inizio, ai primi del 1900 il
supplemento illustrato del “Corriere della sera”
che “si pubblica a Milano ogni domenica” ha
rappresentato in una società patriarcale come
quella di allora, ove scarsi erano i
mezzi di informazione (non vi era ancora la
radio), con tutte le sue sfaccettature un veicolo
di informazione importante per le famiglie
italiane.
In essa vi era un mix di
notizie, pubblicità, romanzi e racconti a
puntate che hanno affascinato anche me ragazzo
quando spulciavo la raccolta iniziata da mio
nonno e continuata da mio padre fino alla
seconda guerra mondiale. Nelle pagine interne e
sulla copertina celeste, diventata sbiadita col
tempo, una pubblicità che oggi sembra ingenua,
primitiva, quasi da imbonitore, ma che allora
rappresentava un veicolo importante, quasi unico
per arrivare alle famiglie, alle donne, alle
madri. Si assicuravano rimedi sorprendenti quasi
miracolosi per tutto: per la sordità, per i
miopi, per “uomini deboli”, la calvizie, la
guarigione dell’ernia, per la bellezza del viso,
quella dei capelli per la barba, per il bucato
di casa e così via.
Per i signori uomini si
trovava la pubblicità sulle biciclette, sulla
nascente industria automobilistica, la Lancia
con i pneus Michelin. In tutto questo un
elemento colorato, immaginifico, ma che prendeva
spunti da fatti realmente accaduti, era
rappresentato dalle “Tavole di Beltrame”.
I "consigli per gli acquisti" pubblicati
sulla Domenica del Corriere non si riducevano ad
un semplice "slogan" ma erano alquanto
romanzate, come mostrano le vignette che
proponiamo.
Vogliamo affrontare un argomento monotematico,
appunto: il treno, Beltrame e “La Domenica del
Corriere”. Ne viene fuori da una società priva
di mezzi di informazioni di massa, ove tante
famiglie la sera accendevano ancora i lumi a
petrolio e si riscaldavano davanti ai caminetti,
una raccolta di immagini e di eventi resi vivi
dai pennelli di Achille Beltrame che vogliono
offrire ai
lettori di oggi, fruitori della TV e di
internet, degli smartphone e dei
tablet, un
tuffo nel passato che oggi sembra ingenuo, ma
che è stato ed esistito, di una società che
pur avendo condizioni di vita disagiate ed
aver subito un conflitto spaventoso, come la
prima guerra mondiale e le conseguenti tensioni
sociali, forse, per certi versi, era più umana e
migliore di quella attuale.
Dalla raccolta in
mio possesso ho estrapolato immagini di treni e
di locomotive che mi sembravano più
interessanti, suggestive, che qui di seguito
vengono riprodotte e rappresentate in ordine
cronologico. |
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9 - 11 giugno 1913
Il Re
di Spagna salta da un treno
ancora in movimento per salvare
un bimbo
investito dal treno stesso. |
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31 agosto - 7 settembre
1913
Grave
disastro toccato al treno
direttissimo Roma-Napoli,
deviato per eccessiva velocità a
Poggioreale presso Napoli. |
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15 giugno 1924
Un
treno contro una "casa
ambulante". A un passaggio
a livello presso Arezzo, un
direttissimo ha investito una
carovana di zingari, travolgendo
uno dei carrozzoni.
Vi sono stati tre feriti e
cinque contusi. |
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9 ottobre 1927
Per
salvare un bue, ad Acerra, il
contadino Sbizuno
attraversava il binario con il
suo carro, mentre sopraggiungeva
il direttissimo da Napoli.
L'uomo avrebbe potuto salvarsi,
ma
si fermò per salvare anche il
bue col carro:
tutta la sua ricchezza. Non vi
riuscì, e, insieme con la
bestia,
fu stritolato dal treno. |
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3 febbraio 1929
Il
miracolo di una caduta. Sul
diretto Palermo-Trapani
viaggiava con la madre il
bambino Antonio Morfino, di 5
anni. Giunto il convoglio presso
Barausa, lo sportello al quale
era appoggiato il piccolo si
apriva e il Morfino precipitava.
Subito fermato il convoglio, il
bimbo veniva trovato svenuto
sulla scarpata, lievissimamente
ferito. |
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6 aprile 1930
L'atto
coraggioso di un fuochista ha
salvato un bimbo che, senza
accorgersi dell'arrivo di un
convoglio, stava giocando
accanto al binario della tramvia
a vapore, sulla provinciale
Mantova-Brescia. Mentre il
macchinista stringeva i freni,
il fuochista s'è slanciato dalla
macchina per afferrare il
piccolo ed è riuscito a trarlo
da parte, ma, caduto nel fare il
salto, ha corso il rischio di
esser travolto egli stesso dalle
prime carrozze. |
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29 giugno 1930
Nella
stazione ferroviaria di Marsala,
all'arrivo d'un treno, una suora
s'era fermata in mezzo al
binario, incerta se ritirarsi o
avanzare. Essa aveva perduto
così ogni probabilità di
salvarsi, quando un carabiniere
s'è lanciato fulmineo a trarla,
di peso, sul marciapiede; appena
in tempo, poiché la locomotiva
giunse a sfiorare un braccio del
salvatore.
Il commosso applauso dei
presenti ha salutato l'atto
coraggioso. |
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