"La bataille du rail”

Francia 1946 b/n 85’

Regia di René Clément

Attori non professionisti

 

di Gennaro Fiorentino

 

                                       chiudi la pagina

All’indomani della liberazione dal giogo nazista, dopo la II Guerra Mondiale, la Francia fu pervasa da un’ondata di entusiasmo per ricostruire ciò che era stato distrutto, per rendere omaggio a quanti avevano perso la vita per questa causa e per esprimere la propria riconoscenza a coloro che avevano contribuito alla vittoria. Tra questi non solo furono annoverati i militi delle Forze Armate ma anche le Brigate Partigiane che con attività spontanee, spesso a prezzo della vita, pianificarono e facilitarono l’arrivo degli alleati.

Alla fine della Guerra, il Comitato della Resistenza ritenne manifestare una particolare menzione ai ferrovieri di Francia, i famosi “cheminots”, che con attività clandestine ma di grande efficacia, avevano combattuto la “loro” guerra contro l’invasore. Basti pensare che un ferroviere doveva nello stesso momento: lavorare sotto la minaccia delle armi dei soldati tedeschi, pensare a come boicottare il lavoro quotidiano rimettendoci spesso la vita e, non di rado, morire sotto il cosiddetto “fuoco amico”. Insomma effettivamente essi costituirono una particolare e singolare categoria di eroici partigiani.

   

La speciale gratitudine del Comitato della Resistenza, si voleva esprimere con la realizzazione di un cine-documentario di cui fu chiesta la direzione al regista emergente René Clément (1913-1996).

 

La pellicola madre fu reperita in circostanze rocambolesche e fu organizzata una troupe alla meno peggio. Ma, andando avanti con le riprese, ci si rese conto che la nobile materia sulla quale si stava lavorando, meritava ben altro che un documentario. Pertanto le difficoltà logistiche non impedirono che in luogo di un succinto reportage, venisse girato  uno dei più bei film sulla Resistenza al quale fu dato il titolo di “La Bataille du rail”. Esso pervenne in Italia con quello banale di “Operazione apferlkern” per esigenze commerciali, anche se riferito al nome di un convoglio ferroviario effettivamente presente nel film.

 

L’opera fu premiata e giustamente, al Festival di Cannes dello stesso anno con un doppio premio: quello della giuria internazionale e quello per la messa in scena. Il “plot” è molto semplice e viene sviluppato solo attraverso eventi che si susseguono in senso cronologico. Racconta durante un lasso di tempo circoscritto ma inquadrabile nel 1944, durante lo sbarco in Normandia, le attività dei ferrovieri di Chalon-sur-Saône per boicottare i collegamenti ferroviari e, in una parola, rallentare o impedire l’afflusso di mezzi e uomini tedeschi, verso le spiagge dello sbarco. Viene ben evidenziata la mobilitazione clandestina dei ferrovieri, a partire dai dirigenti al movimento fino all’ultimo degli scambisti passando per i macchinisti ed i capistazione. Il taglio documentaristico ed il realismo spinto, coinvolgono lo spettatore tanto da dargli l’impressione di partecipare alle azioni.

Insomma un’opera agiografica  la cui visione, suscita ancora oggi  emozioni e fremiti di patriottismo, anche se da quegli eventi sono passati tanti anni. I treni poi sono i veri protagonisti. Gran parte del film è girato infatti in stazioni, depositi, scali merci, posti di blocco e linee, in un tripudio di locomotive, convogli corrazzati, treni soccorso con le gru a vapore operative. Il tutto immerso nell’atmosfera della Francia degli anni ’40. Un paradosso: per mancanza di modelli in scala ridotta, i realizzatori trovarono più semplice utilizzare per i numerosi incidenti ferroviari locomotive e vagoni al vero. Resta un po’ il simbolo del film, lo spettacolare deragliamento del treno blindato girato con più di una cinepresa in contemporanea, non potendosi ripetere la scena. Quasi tutti gli attori furono scelti tra gli stessi protagonisti sopravvissuti alle vicende narrate. Insomma un film epico che resterà per sempre scritto nei libri dei capolavori e che può simboleggiare lo spirito di questa rubrica.

Alcune note curiose:

“Apfelkern” significa in lingua tedesca il seme della mela.

 

Il film per molti anni è stato proiettato di continuo nella sala video del Museo Ferroviario delle Ferrovie Francesi di Mulhouse  http://www.citedutrain.com/fr/train/

Il DVD del film è reperibile per corrispondenza presso il negozio virtuale: www.amazon.fr e ne esiste solo la versione francese senza sottotitoli, tuttavia gli scarni dialoghi e le vicende narrate non danno alcuna difficoltà di comprensione.

chiudi la pagina