“…ora,venendo dal continente, si attraversa lo Stretto senza
discendere dai vagoni ferroviari,
che sono trasportati da una riva all’altra sopra un piroscafo.”
Sono le parole scritte da Edmondo De Amicis nel suo libro
“Ricordi di un viaggio in Sicilia”, pubblicato nel 1908, per
sottolineare l’importanza del traghettamento dei carri ferroviari
sui ‘ferry-boats’.
Nel novembre 1899, anno in cui iniziò il servizio cumulativo fra le
stazioni delle tre reti (Adriatica, Mediterranea e della Sicilia per
la via di Reggio Calabria), attraverso lo stretto di Messina fu
finalmente lanciato un ponte fra la Sicilia ed il continente, un
ponte navigante che se ne andava fumando e borbottando, due volte al
giorno da una sponda all’altra, col suo carico di carri ferroviari.
‘U ferri botti’, che collegava Reggio e Messina fu la
realizzazione di una speranza, attesa per anni, e d’allora in poi
fu indicato sempre con rispetto e gratitudine portando ai siciliani
un carico di fiducia e di speranza che arrivava col treno da Roma.
Il Ferry-boat "Cariddi" in una cartolina d'epoca.
Fino ad allora il passaggio dello Stretto avveniva mediante
piroscafi, a causa dell’opposizione e della scarsa lungimiranza del
Dicastero dei Lavori Pubblici, che per ben tre volte aveva rigettato
i progetti dell’ing. Calabretta per collegare le due sponde dello
Stretto mediante ‘piropontoni’. I siciliani erano quindi, fino a
quella data, rassegnati ad andare in continente con quei barconi
che trasportavano in modo promiscuo merci, animali, posta e
passeggeri, senza tener conto delle coincidenze ferroviarie nelle
stazioni di Reggio e Messina.
La scelta di convergere sul progetto del collegamento mediante ‘piropontoni’,
avanzata dall’ing. Calabretta, avvenne alla conclusione di molti
studi e discussioni su varie ipotesi di collegamento fra le due
sponde e dopo che, finalmente, il nuovo Ministro prof. Francesco
Genala, ritenendo giusti i vari richiami ed appelli accorati dei
cittadini siciliani, fece emanare dal Governo il R. D. 23 novembre
1893 con il quale si autorizzava la navigazione a vapore alle Strade
Ferrate della Sicilia,obbligandola ad eseguire due corse giornaliere
fra Messina e Reggio Calabria. Fu così che le prime due navi da
adibire al trasporto di carri ferroviari attraverso lo stretto di
Messina, anche se lontane dal progetto Calabretta, furono ordinate
nel 1894 ai cantieri navali Odero di Sestri Ponente. Varati nel
1896, i due piroscafi a ruote tipo ferry-boat, cui furono imposti i
nomi “Scilla” e “Cariddi”, entrarono in servizio in quello stesso
anno.
Se questa è la storia che ci è stata tramandata dalle cronache
dell’epoca, sulle spinte sociali che hanno portato alla costruzione
ed all’entrata in servizio della nave “Cariddi”, non credo possa
passare inosservata, agli ‘addetti ai lavori’ di modellismo
ferroviario, la storia della costruzione del modello, in scala H0
del ‘ferry-boat’ “Cariddi”. Se può sembrare, a prima vista, un
controsenso per un fermodellista cimentarsi in un lavoro di
modellismo navale, ciò trova giustifica nella spinta emozionale che
ho avuto nell’immaginare la nascita di un modello navale che ha
tanto fascino da “Belle epoque” e che, comunque, trova giusta
collocazione nel settore del modellismo ferroviario per la sua
destinazione al trasporto via mare di carri ferroviari.
La realizzazione del modello
Partendo dai disegni pubblicati dal “Giornale del Genio Civile” del
1897, che indicano una lunghezza del traghetto di m. 50,20 ed una
larghezza di m. 8,20, ho ottenuto una riduzione in scala 1/87 pari a
cm 58 x cm 9,5. Seguendo gli stessi disegni, ho realizzato lo scafo
sagomandolo da un foglio di poliuretano espanso dello spessore di cm
3.
Dopo aver posato il binario, ho rivestito il ponte di coperta con
listelli per modellismo di mm 1 x 3 di tiglio e faggio, allo scopo
di imitare un parquet. Le sovrastrutture, quali cabine,
boccaporti, fiancate della nave e rosone di protezione delle pale,
sono stati ricavati da un foglio di ‘plasticard’ dello spessore di
mm 1 opportunamente inciso con un ‘cutter’. Per realizzare le pale
ho avuto l’idea di sfruttare due navette in plastica per macchine da
cucire, che ho inciso a raggiera, così da ottenere l’alloggiamento
per 5 pale su ciascuna delle due ruote, che, anelata speranza, in un
successivo passaggio potrebbero essere motorizzate e radiocomandate,
ma questa è un’altra storia!
Il modello della nave traghetto "Cariddi" mosso da due grandi
ruote a pale laterali.
Le due alte ciminiere sono state ricavate da tubo in plastica per
canaline elettriche del diametro di mm. 15, opportunamente compresso
per ottenere una sezione ovale. L’impalcatura della cabina di
comando, poi, è stata realizzata con tralicci di recupero
provenienti da un modello di gru a ponte, mentre la cabina stessa
è costruita, come al vero, in doghe di legno di mm. 1 x 1. Ruote del
timone nella sala comando, scalette, porte di accesso ai boccaporti,
paranchi, scialuppe di salvataggio e maniche a vento sono di
produzione “Amati “ per modellismo navale, mentre i corrimano, le
ringhiere e le strutture dei tendalini dei ponti belvedere, sono
state costruite con filo di rame da mm. 0,8 saldato nella forma e
misura necessaria alla bisogna.
Vista generale del modello con ponte passeggeri e plancia di
comando.
I tendalini sono ricavati da ritagli di dacron per vele da
surf. Sempre sul ponte belvedere sono presenti panchine “Faller” a
disposizione dei passeggeri. Alle due estremità del ponte di coperta
sono presenti due fanali di via bianchi con luci a LED autocostruiti,
ed il binario è protetto da barriere che si abbassano in
navigazione.
I carri trasportati sul ferry-boat sono: un pianale a sponde basse
con un carico di quattro botti di vino delle cantine ‘Terre
Lilibetane’ di Marsala ed un carro chiuso con cabina frenatore
sopraelevata con un carico di arance di Sicilia. Le cronache
dell’epoca ci informano che le Strade ferrate della Sicilia non
avevano carri refrigerati per il trasporto di uva ed agrumi verso le
stazioni della Germania, come richiesto da varie aziende agricole
siciliane che vedevano nel nuovo mezzo la possibilità di effettuare
spedizioni a carro completo e si adoperarono per poter sfruttare i
carri refrigeranti della Rete Mediterranea, in previsione di un
forte incremento stagionale di questi trasporti.
Il ponte con il binario del modello della nave traghetto "Cariddi".
Il mio discorso di presentazione del traghetto “Cariddi” si ferma a
questo punto perché sono tali e tante le notizie che ho assunto, per
avere una conoscenza il più possibile chiara e completa delle
problematiche che hanno accompagnato la realizzazione di questo
grande progetto, che la loro esposizione avrebbe messo in un
cantuccio la descrizione del modello che ha avuto la sua
presentazione ufficiale alla mostra di modellismo navale “Giornate
della Marineria Torrese” in Torre del Greco, nei giorni 14 e 15
dicembre 2013, mostra alla quale il Clamfer
è stato imvitato a presenziare grazie a questa iniziativa
modellistica.
Dati tecnici |
Nave "Cariddi" |
Modello scala 1:87 |
Anno di
costruzione
|
1896 |
2013 |
Cantiere
|
Odero Sestri Levante |
Trennio |
Lunghezza
|
metri 20,20 |
cm. 57,7 |
Lunghezza scafo
|
metri 8,20 |
cm. 9,5 |
Larghezza ponte
binario
|
metri 15,49 |
cm. 17,8 |
Dislocameno
|
ton. 594 |
gr. 990 |
Tipologia di
trasporto
|
trasporto treni |
trasporto modelli 1:87 |
Binari
|
n° 1 |
n° 1 |
Carri
traghettabili
|
n° 5 |
n° 5 |
Carrozze
traghettabili
|
n° 2 |
n° 2 |
|
|
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Cronologia |
|
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Varo
|
6 giugno 1896 |
1 dicembre 2013 |
Inizio servizio
|
1 novembre 1899 |
14 dicembre 2013 |
Alienata
|
6 gennaio 1923 |
atta all'esposizione |
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