Dopo la costruzione del modello
dell’elettrotreno ETR 801 della società Stefer,
presentato precedentemente sul nostro sito, la
naturale e logica conseguenza è stata (come
nella realtà), quella di ampliare la serie 800
con quella della serie 810 mediante la
costruzione dell’ETR 816.
Preciso che non si tratta di
una semplice riverniciatura del fratello 801, ma
di un nuovo modello con sostanziali modifiche
rispetto ad esso: finestre di guida e laterali
allargate, finestrini variati sia nel numero che
nella forma e, modifica più importante, la
riduzione del numero delle porte da 8 a 4 e la
loro sostituzione con altrettanti finestrini. Si
inizia con il consueto progetto di tutte le
parti che comporranno il modello, questa volta
facilitato dai disegni del suo predecessore, che
andranno modificati per adattarli alla
costruzione del nuovo rotabile. Una volta fatto
ciò, si spediranno alla ditta del taglio Laser
che ci restituirà i pezzi fisici nelle
dimensioni, numero e spessori richiesti (alpacca
da 0,1mm per cornici finestrini, tergicristalli
ecc. bronzo da 0,3 mm per le fiancate, musetti,
laterali carrelli, mancorrenti e minuteria
varia, ottone da 0,5 mm per struttura carrelli e
altri particolari, ottone da 1 mm per i pianali,
vestiboli porte, centine, supporti tetti e altri
particolari che richiedano robustezza).
Procedimento passo, passo delle fasi di
progettazione dei vari componenti del modello.
Cominciamo con la preparazione dei pianali,
saldando al loro posto i vestiboli delle porte
che, grazie ai loro incastri, si posizioneranno
in maniera perfettamente perpendicolare ad essi
e garantiranno successivamente la giusta
posizione delle fiancate.
Costruzione dei vestiboli, fase di
fondamento per il corretto montaggio delle
fiancate. Occupiamoci ora
di esse che, come già detto, dovranno risultare
ben allineate e perpendicolari con i pianali,
rinforzandole all’ interno con i supporti per i
tetti e le centine posizionate nelle parti dove
andranno a ruotare le due giostre Urbinati.
Immagine delle fiancate posizionate con
correttezza. A proposito
di queste, esse sono realizzate con il
collaudato sistema del perno a sezione quadrata
che impegna sia la giostra stessa, sia il
carrello sottostante, permettendone così la sua
rotazione in sincrono con questo. Sagomati su
apposito supporto i musetti, essi andranno
saldati alle fiancate in modo da ottenere la
loro tipica forma. Completiamoli con i fanali
(tubetto di ottone rastremato e fibra ottica) e
stucchiamo il tutto.
Pieghiamo e scatoliamo ora il
carrello che darà il movimento al nostro
modello, e montiamo in esso il motore, le 2 viti
senza fine ed i due ingranaggi calettati sugli
assali, corredando il tutto con ruote a vela da
9 mm. e prese di corrente (in un secondo tempo
nel modello saranno montati 2 di questi carrelli
alle rispettive estremità del convoglio).
I musetti rappresentano una fase delicata
del procedimento da sagomare su idonea dima, e
...
... sguardo al motore prima della sua
installazione.
Completiamo gli altri
carrelli portanti dotandoli di lamelle
prendi-corrente. In quello a sinistra ed al
centro si possono notare i perni a sezione
quadrata per l’impegno e rotazione delle giostre
Urbinati.
I carrelli portanti: si notino in quello a
sinistra ed al centro le lamelle prendi-corrente.
Prepariamo le protezioni dei reostati ed i bauli
del sottocassa, piegando e saldando tra di loro
i lati. Andranno verniciati in cromo i primi e
in grigio ardesia i secondi.
Delicatissima fase di costruzione dei bauli
sottocassa. I tetti
saranno realizzati incollando fra loro 2 sezioni
di plasticard da 1 mm e, rastremandone le
estremità. Faremo assumere loro la forma
caratteristica, dotandoli nella parte anteriore
di una veletta in alpacca per ottenere il tipico
ricasco, non dimenticando di applicarvi due
fazzoletti sempre in plasticard da 1 mm con
sovrapposte le mascherature in ottone ad
imitazione delle luci rosso/verde di posizione.
Le parti centrali, in corrispondenza delle
giostre, andranno scavate con una moletta
montata sul minidrill per permetterne la
rotazione di queste.
Non meno delicata la fase di fattura dei
tetti che dovranno consentire il gioco delle
giostre. Possiamo ora
verniciare, previe stuccature e mascherature, le
casse e tutti gli altri componenti del modello.
Quando la vernice sarà asciutta, incolliamo i
vetri e le porte, non dimenticando di fissare al
loro posto le sottili cornicette dei finestrini.
Effetto incoraggiante dopo la prima
verniciatura. Incolliamo
le velette in acetato sopra ad ogni finestrino,
le guarnizioni nere ai vetri delle porte, i
predellini delle porte e applichiamo le decals
disegnate in CDR e fatte stampare appositamente
per questo modello.
Le velette in acetato insieme alle decals
conferiscono una sensazione di realismo
avanzato. Montiamo ora i
pantografi (ex Lima modificati), i ganci
automatici, i mancorrenti, gli specchietti e
colleghiamo fra loro tramite i perni delle
giostre le 3 parti componenti l’elettrotreno,
per ottenere il nostro modello.
Si completa con i pantografi ed altri
accessori. Per un degno
completamento del modello, oltre alle luci a LED
SMD bianco caldo, vi è stato installato un
decoder ESU Lokpilot che con il suo preciso
algoritmo di alimentazione del motore permette
un funzionamento dolce e silenzioso ottenendo
anche una velocità minima molto realistica.
Le luci a LED completano il piccolo gioiello
pronto a correre sui suoi binari.
Presentazione e funzionamento:
https://youtu.be/PpMV3iuhroM
https://youtu.be/Y5ef5h_xVxE
LA 816 NELLA
REALTA’
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di Gennaro Fiorentino
Come correttamente indicato nella presentazione del modello, l’ETR 816 costituì
un convoglio di una seconda serie di sette (811-817) costruita nel 1962 da
Breda/TIBB. Il progetto si avvalse dei promettenti risultati conseguiti dalla
prima serie, cui furono tuttavia conferite delle piccole modifiche. Innanzitutto
il colore della livrea all’uscita dalla fabbrica fu di un bianco-blu scuro.
La classe poi era unicamente la seconda mentre per le porte fu scelta la formula
solo due per lato. La duttilità di questi complessi era data dalla possibilità
di essere anche abbinati in composizione multipla anche tra quelli della prima e
della seconda serie. Così intesi è immaginabile che offrirono un valido aiuto
nei collegamenti ad alta capacità tra la Capitale e Fiuggi nel momento in cui la
città termale viveva una stagione di grande sviluppo.
Mi riferisco agli anni ’60 quando il boom economico favoriva i soggiorni alle
fonti e la motorizzazione privata si avviava a diffondersi. Con la chiusura del
collegamento extraurbano, gli ETR 800 continuarono a svolgere un onesto servizio
in ambito urbano anche se poco consono con le difficoltà di una difficile
convivenza con il traffico quotidiano.
L’ETR 816
(quello della
riproduzione)
ripreso nella
campagna laziale
l’Agosto del
1982.
(Foto
da collezione
Gennaro
Fiorentino)
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