|
| |||||||||||||||||||||||||||
di Antonio Gamboni | |||||||||||||||||||||||||||
La prima produzione di treni in miniatura, senza riferimento alcuno ad una scala di riduzione, fu realizzata in Germania dai fratelli Märklin verso la fine del XIX secolo. Queste prime ferrovie in miniatura, costruite in banda stagnata e litografata, altro non erano che giocattoli di ottima fattura destinati ad una clientela facoltosa. L’esempio dei fratelli Märklin ben presto fu seguito da Bassett-Lowke e Karl Bub che rilevò alcuni stampi della Bing. In Italia costruirono treni giocattoli in banda stagnata la INGAP, Cardini ed altri.
Pagina interna di uno dei primi cataloghi Märklin (da: G. R. Williams, L'arte del modellismo ferroviario).
Copertina del catalogo Bassett-Lowke del 1904 (riproduzione coll. A. Gamboni).
Macchina dattilografica portatile anteguerra (donata allo scrivente da A. e G. Fiorentino) e convoglio INGAP "Mignon" 1101/3 a molla (scartamento 25 mm) dello stesso periodo (coll. A. Gamboni). Alla metà degli anni ‘30 del secolo passato furono due Ditte tedesche, Märklin e Trix, a segnare il passaggio dal treno giocattolo ad un primordiale treno modello. Nel modellismo ferroviario intendiamo per modello la riproduzione in scala, il più fedele possibile, di tutto quanto si riferisce ad una ferrovia reale (fabbricati, persone, automezzi, paesaggio ed altro). Nel nostro caso la scala, come in cartografia, è un valore numerico espresso dal rapporto tra le dimensioni lineari Xp del prototipo e Xm del modello (Xp:Xm) ed i modi per esprimerla sono molteplici. A titolo di esempio, riportiamo che gli inglesi usano per un piede del prototipo tanti pollici del modello (1f:X”), oppure per un piede del prototipo tanti millimetri del modello (1f:Xmm); altri usano per un metro del prototipo tanti millimetri del modello (1m:Xmm). Ovviamente tutti questi modi hanno generato molta confusione, specie se si riferisce tale rapporto al binario anziché alle altre dimensioni. Il modo più preciso, perché valevole per qualunque sistema di misure, è quello di usare la stessa unità di misura per dividendo e divisore. Se si scrive, ad esempio, Scala 1:100 significa che ad ogni unità di misura (lineare) scelta per il prototipo corrisponde un centesimo della stessa unità di misura del modello; dunque, tutte le misure lineari o quote del prototipo dovranno essere divise per 100 per ottenere le corrispondenti dimensioni del modello. Dopo quanto detto, è evidente che sarebbe errato dividere la superficie o il volume del prototipo per il secondo termine lineare del rapporto al fine di ottenere la corrispondente superficie o volume del modello; occorrerà invece dividere, rispettivamente, per il quadrato o per il cubo di tale termine. Pertanto, la scala alla quale facciamo riferimento va intesa riferita alle misure lineari. Infine segnaliamo che sono stati codificati alcuni scartamenti dando ad essi dei simboli per indicarne anche la scala. Con riferimento allo scartamento normale di m 1,435 le scale più note sono: 1 (1:32); 0 (1:45); S (1:64); 00 (1:76); H0 (1:87); TT (1:120); N (1:160); Z (1:220). Dopo questa necessaria premessa, nel corso delle correnti note fermeremo la nostra attenzione sulla coppia 00-H0.
Tabella con indicazione della scala, del rapporto di riduzione e del relativo scartamento. | |||||||||||||||||||||||||||
Lo scartamento 00 Lo scartamento 00 (mm 19 e rapporto 1:76), presentato nel 1913, non suscitò grandi entusiasmi. Ricordiamo che all’epoca chi poteva permettersi una ferrovia in miniatura disponeva anche di grandi spazi idonei alle grandi scale. Successivamente, al termine della Grande Guerra, negli anni 1921/22 i maggiori produttori tedeschi di giocattoli introdussero un impianto ferroviario a molla che poteva essere montato su tavolo e non più sul pavimento. Rotabili e binari (con rotaie, traversine e massicciata formanti un unico blocco) erano realizzati in banda stagnata con scartamento di 5/8” (equivalente a mm 16,5). Gli impianti sopra descritti erano venduti in confezione contenente di norma: una loco-tender della London and North Western Railway, due carrozze a due assi ed un cerchio di binari. Il successo non tardò ad arrivare, come giustifica la diffusa vendita di questi nuovi trenini.
Convoglio in confezione scartamento 00 di Karl Bub con movimento a molla. (da sito www.rivarossi-memory.it coll. P. Giacobbo) Siamo così giunti alla primavera del 1935 quando, alla Fiera di Lipsia, Märklin e Trix Express presentarono modelli nello scartamento “00” azionati da piccoli motori elettrici. I relativi sistemi di alimentazione, entrambi in corrente alternata, presentavano queste differenze: Märklin impiegava un binario a tre rotaie con il solo isolamento di quella centrale, Trix Express ugualmente un binario a tre rotaie, ma isolate tra loro su basetta in bachelite. La soluzione di Trix consentiva la marcia simultanea ed indipendente di due treni sullo stesso binario in quanto la captazione della corrente avveniva per una locomotiva tramite le rotaie centrale e destra, per l’altra attraverso le rotaie centrale e sinistra.
Copertina e pagina interna del Catalogo Märklin del 1940 nel quale è dichiarato lo scartamento "00", ma non la scala di riduzione (coll. G. Taibel).
Convoglio Märklin in confezione scartamento 00 con alimentazione in c.a.. (da sito www.rivarossi-memory.it coll. P. Giacobbo)
In occasione della Fiera di Lipsia del 1935, la Trix Express pubblicò un depliant sulla nuova produzione di treni elettrici in miniatura sul quale, però, non è indicata né lo scartamento e né la scala di riduzione. (coll. A. Gamboni).
Convoglio passeggeri Trix Express anteguerra composto da: locomotiva con tender, un bagagliaio e due vetture passeggeri di cui una con livrea rossa MITROPA. La confezione prevedeva alcuni scomparti vuoti: in alto per un secondo treno, ma merci e, in basso a destra, per l'alloggiamento di un secondo regolatore di velocità. In sovrapposizione, il manuale delle Ferrovie in miniatura TRIX 1:90 (coll. A. Gamboni). Le immagini proposte mostrano che siamo in presenza ancora di un treno giocattolo; infatti per la produzione, anche se ricca di accessori, è dichiarato solo lo scartamento “00” e non la scala di riduzione. Purtroppo, con l’avvento della II Guerra Mondiale, la produzione di queste ferrovie in miniatura sarà sospesa fino al 1946, anno in cui alle esistenti Märklin e Trix Express, si affiancheranno sul mercato prima la italiana Rivarossi con la pubblicazione di un modesto depliant, ma con modelli ancora in fase di realizzazione, poi la Conti con i suoi modelli in pressofusione.
Depliant Rivarossi con la doppia indicazione dello scartamento: "00" e mm 16,5. Anche Rivarossi non cita la scala di riduzione (coll. A. Gamboni).
Catalogo delle Ferrovie Elettriche Conti, con scartamento "00" e mm 16,5, edito negli anni 1950/51, e...
... pagina interna che mostra: un locomotore elettrico a due assi di fantasia ed un E 424 delle FS realizzati in pressofusione (coll. A. Gamboni).
Convoglio Conti con modelli di fantasia messo a confronto con la coeva macchina fotografica Bencini-Comet II, gradito regalo per la prima Comunione di tutti i ragazzi dell'epoca (coll. A. Gamboni). Siamo così giunti agli inizi degli anni ‘50 del secolo passato. In Italia, per opera di Italo Briano, viene coniato il vocabolo “fermodellismo”, ovvero la riproduzione in scala dell’intero mondo ferroviario. Questa rinascita vede recuperata la denominazione “H0” (Half 0, ovvero la metà di zero) lanciata nel 1925 da Wenman Bassett-Lowke con la presentazione di alcuni treni giocattolo. Tuttavia, i produttori di ferrovie in miniatura dell’epoca non erano concordi su quale dovesse essere la migliore scala lineare da usare, anche se raramente veniva indicata sui cataloghi. Ecco allora leggere nei cataloghi la doppia denominazione “H0/00” per indicare lo scartamento di mm 16,5 riferito alle seguenti scale di riduzione 1:72, 1:76, 1:80, 1:82 e 1:90. Intanto il Dott. Italo Briano, vero pioniere del fermodellismo italiano, nell’ottobre del 1951 organizza in quel di Genova quello che è il primo “Convegno Fermodellistico” al quale partecipano numerosi appassionati giunti da ogni parte d’Italia. Ai primi cataloghi di Märklin e Trix Express degli anni ’30 seguiranno, con l’affermazione dello scartamento “H0” di 16,5 mm, quelli di Fleischmann ed altre note Ditte italiane ed estere, come mostrano quelli delle immagini che seguono. Nel 1954, il giorno 3 di un freddo gennaio dagli Studi RAI di Torino Fulvia Colombo annunziava la nascita delle trasmissioni televisive a tutti gli italiani già raggiunti dai ripetitori TV. Nello stesso anno, Rivarossi presentava in catalogo la realizzazione della FS 835, una piccola locomotiva da manovra a tre assi. Nel 1956, il segnale TV giungerà sull’intero territorio nazionale.
Apparecchio TV degli anni '50 con la sigla di inizio delle trasmissioni (elaborazione da sito internet). Ai lati, catalogo Rivarossi del 1954 e Locomotiva L 835/R (coll. A. Gamboni).
Modello del locomotore E 326 delle FS realizzato dallo scrivente nel 1972 per trasformazione dell'E 428 1a serie - Rivarossi art. 1445/3 (foto A. Gamboni). Purtroppo, produrre modelli in scala esatta 1:87 (corrispondente allo scartamento di 16,5 mm) sarà possibile solo dall’ultimo ventennio del secolo passato per la disponibilità di motorini dalle ridotte dimensioni. | |||||||||||||||||||||||||||
|