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di Antonio Gamboni |
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Era il giugno del 1955, le scuole avevano chiuso i battenti da poco ed io, sostenuti gli esami di terza media con esito positivo, ero ormai un ginnasiale. Dunque un piccolo regalo da parte di mio padre era d'obbligo, anche perché il 13 dello stesso mese ricadeva il mio onomastico. Come detto in altra parte, la passione per i treni elettrici in miniatura già in me era presente da anni; pertanto, quale migliore regalo se non la L 835/R Rivarossi di recente produzione? Ed allora via di corsa al negozio "T. Ciccolella & Figli" in via S. Caterina a Chiaia (piazza dei Martiri a Napoli) per l'acquisto del modellino. |
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In realtà Ciccolella, attività storica ancor oggi esistente nella zona, vendeva cristallerie ed articoli da regalo ed in un soppalco, al quale si accedeva dallo stesso negozio con una piccola rampa di scale, vi era il "mondo dei trenini elettrici" gestito dal compianto Giuseppe Brancati. Egli aveva realizzato un banco vendita molto attraente: un piano di cristallo sotto il quale vi era un anello di binari, una stazioncina e qualche altro elemento di paesaggio; il tutto per la prova dei modelli. Intorno, poi, stipate in scaffalature in legno, si scorgevano le scatole blu, le rosse, le verdi e le gialle della vasta produzione della Casa comasca. Per la mia prima 835 il mio papà pagò ben 4.600 lire! Inserto pubblicitario della ditta T. Ciccolella & Figlio stampata sulla terza di copertina delle riviste H0 Rivarossi. |
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Avevo appreso la notizia riguardante l'imminente presentazione della locotender 835 leggendo il primo numero della rivista H0 Rivarossi, gentilmente prestatami dallo zio Peppino, anch'egli appassionato di trenini elettrici. Il periodico, edito dalla stessa Rivarossi, aveva dedicato la pagina centrale alla più diffusa locotender da manovra del parco delle F.S.: la Gr. 835. Tra l'altro, si leggeva nella citata rivista: "La Rivarossi consegnerà tra breve una fedele riproduzione di questa locomotiva e susseguentemente saranno poste in commercio le principali parti staccate che la compongono onde facilitare la costruzione da parte del modellista". Come tutti gli altri, anche questo modello era annunciato in scala 1:80.
Pagina centrale del n. 1 della rivista H0 Rivarossi dell'aprile 1954. |
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Catalogo del 1954 (piuttosto vissuto) ed immagine interna della L 835/R.
Pagina aggiunta nel 1955 al Catalogo delle parti di ricambio del 1954 con la vista esplosa del modello. Questa prima versione della L 835/R era priva di valvole sul duomo ed aveva le manigliette delle lanterne riportate in filo metallico; montava il già collaudato motore con cuscinetti a sfere e telaio e blocco cilindri erano in metallo pressofuso. Tutti i modelli erano numerati con una decalcomania applicata al telaio corrispondente al relativo certificato di collaudo. Per la prima volta microlampade, alloggiate parte nel pancone e parte nelle lanterne, conferivano al modello, unitamente al biellismo integralmente riprodotto e funzionante, un certo realismo.
Pubblicità della 835 apparsa sul retro del n. 5 della rivista H0 Rivarossi del 1954, e copertina del n. 47 della stessa rivista del dicembre 1961. |
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Tornando alla mia 835, ricordo che ne fece di giri prima di sbiellarsi. E sì, perché dovete sapere, che purtroppo quello era il difetto di questi piccoli modelli. Con l'usura, si allentavano i bulloncini che fissavano il biellismo alle ruote ed il tutto cadeva a pezzi. Ma mal di poco, bastava riandare da Giuseppe Brancati, ed il tutto ritornava come prima, eccetto il portafogli. Nel 1955 apparve in catalogo la scatola di montaggio SM 835 al prezzo di 3.100 lire in versione con biellismo semplificato che, però, tramite le parti aggiuntive DL 2 (lire 1.200) diveniva completa. Ma valeva la pena per solo 300 lire imbarcarsi nell'avventura di montare il tutto? Penso proprio di no! Ah, dimenticavo; la 835 fu prodotta solo per la "Serie Rossa" e mai per la "Serie Blu" (corrente alternata). |
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Locomotiva proveniente da scatola di montaggio SM 835 con biellismo semplificato (Catalogo del 1955) e nuova versione con valvole sul duomo (Catalogo del 1957). |
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Con il passar degli anni, il treno elettrico cedette il passo alla passione musicale restando nell'ombra fino al 1964; avevo formato un complessino del quale ne ero il pianista. Nel frattempo, nel 1961, avevo conseguito la maturità classica ed un'altra passione era subentrata alla musica: le ragazze. Con lo stabilizzarsi degli amori, vi fu anche un ritorno di fiamma; infatti alcune locomotive della mia collezione erano regali della mia fidanzata la quale, una volta divenuta mia moglie, ha mutato atteggiamento nel riguardo dei treni elettrici in miniatura. Eppure, se risponde al vero che li ho stipati dappertutto, mai mi son permesso di metterli in camera da letto! Ma glissons ... Intanto nel 1961 la vecchia L 835/R aveva cambiato la sua referenza in catalogo in 1111, tanto per essere in linea con le nuove codifiche che la Rivarossi stava apportando alla produzione. Nel 1968, molto semplificata, la 835 ritornò in catalogo con la ref. 43 della Serie Junior per poi divenire n. 1131 nel 1975. E tale restò fino al 1983 allorché ne fu annunciata una nuova versione totalmente ridisegnata nella giusta scala 1:87 che, però, sembrava proprio l'antica versione (v. biellismo) con qualche lieve modifica. Tre anni dopo, nel catalogo del 1986 finalmente un nuovo modello dal biellismo raffinato. Poi il nulla fino al 1996, anno in cui il modellino ricomparve totalmente rinnovato ed in ben quattro versioni: 835.194 (ref. 1000); 835.240 (ref. 1101); 835.257 (ref. 1102) e 835.271 (ref. 1103). Il resto è attualità. |
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Come si presentava la 835 sul catalogo del 1968 (ref. 43) e del 1975 (ref. 1131).
La nuova proposta del 1983 e la reale produzione avvenuta nel 1986; entrambe 835.105 con ref. 1148.
La 835 del 1996 risulta radicalmente ridisegnata nella esatta scala 1:87. |
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Il materiale che correda l'articolo appartiene alla collezione dell'autore. Queste note che descrivono, se pur sommariamente, il primo vero modello prodotto dalla Rivarossi, sono dedicate ad Alessandro Rossi, fondatore della Casa comasca. Egli dallo scorso ottobre non è più tra noi. Pioniere del fermodellismo italiano, ha permesso agli appassionati della mia generazione non solo di possedere un treno elettrico in miniatura di tipo italiano ma anche di dare sfogo alle proprie capacità nel realizzare modelli mediante l'impiego delle parti di ricambio commercializzate proprio a tale scopo. Grazie ingegnere Rossi. |
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