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di Giorgio Giuliani
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Pocher snc metteva a catalogo i primi carri nel 1954. Erano realizzati in metallo in modo superartigianale, con produzione di 10-15 pezzi per esemplare. Fondamentalmente si trattava di un carro pianale corto su cui venivano posti carichi differenti, ma c'era anche un carro cisterna puliscibinari col marchio "Petrol Caltex". Negli anni successivi la produzione diventò più industriale, con l'utilizzo della plastica al posto del metallo, anche se la cura del dettaglio restava sempre elevata. Moltissime sono le varianti allo stesso carro principalmente nei primi anni per via della produzione praticamente manuale di ogni pezzo e per il continuo rifacimento degli stampi, non adatti a essere utilizzati per grandi numeri. Le automobili e i mezzi operatori caricati erano realizzati in metallo dalla Mercury, fonderia che produceva modellini di autovetture in metallo (di proprietà del suocero di Corrado Muratore, fondatore della ditta assieme ad Arnaldo Pocher). Col tempo la produzione si diversificò con carri tramoggia, frigo, chiusi, spazzaneve a elica fino ad arrivare ai mitici pianali a carrelli degli anni '60.
Arnaldo Pocher con alcune dipendenti. Si notino, sugli scaffali, i diversi modelli scatolati e sistemati per numero di codice. (per gentile concessione del Sig. Gianfranco Fabris, valente collaboratore di A. Pocher) Nel 1963 la Rivarossi diventò socio della Pocher che per l'occasione si trasformò in SpA. La produzione restò a Torino fino al 1966-67 poi quella di treni H0 venne trasferita a Como presso la Rivarossi che la gestì direttamente. A Torino diventò preminente la realizzazione delle auto in scala 1:8, ma anche di quelle 1:13 per la Fiat, automobili giocattolo e giochi vari in plastica. Gli ultimi carri marcati "Pocher" furono presentati nel 1966, erano gli "Old Time", i carri del vecchio West che fanno da convoglio alle locomotive americane "Genoa" e "Reno". Nacquero su progetto di Arnaldo Pocher (anche se la caboose è Rivarossi) ma furono realizzati a Como. Successivamente molti carri frigo verranno riproposti da Rivarossi, spesso marcati ancora Pocher-Torino nel sottocassa, ma con pianali in plastica e di fatto realizzati a Como. Per tutti i carri il codice dell'articolo era seguito da un "/2" per modelli per impianti in CC a due rotaie o da "/3" se funzionanti con sistemi a tre rotaie in CA. Non capisco perché proporre due produzioni, anche se di fatto cambiano solo gli assali, quando i modelli per le due rotaie sono adatti anche per le tre rotaie (a parte i carri e carrozze illuminati, comunque pochi modelli). Evito di mettere questo post-fisso per evitare un inutile raddoppio dei codici. Lo indico solo quando il modello esce con una sola versione, cioè dopo la razionalizzazione produttiva attuata da Rivarossi che ha eliminato la produzione "/3" per carri e carrozze. Dal 1964, sempre per via dell'entrata in società di Rivarossi, al codice si aggiunge un ulteriore postfisso "Po".
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