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Testo e foto di Maurizio Falco |
Questa volta vorrei parlarvi dei plastici a panettone, uso il plurale perché ne ho costruiti al momento due. La ragione di questa definizione la saprete tra poco. Dopo lo smantellamento (non distruzione perché un fermodellista non getta via mai niente, diceva il grande Italo Briano) del plastico a moduli della Transiberiana d’Italia, mi sono trovato con del materiale in eccedenza e con un grosso problema: Qualora il Clamfer fosse stato invitato o coinvolto in una manifestazione modellistica, io cosa avrei portato da esporre? Risposta: nulla. Giammai, pensai tra me e me. Lo spazio in garage si era sì ridotto, ma con un’attenta distribuzione dei volumi, qualcosina sempre si poteva ricavare. Nel periodo natalizio del 2018, approfittando di un po’ di ferie da smaltire, iniziai alacremente i lavori. Avevo già un’idea in mente: non più un plastico a moduli, ma un unico manufatto che potesse essere agevolmente caricato all’interno dell’auto a mia disposizione e movimentato da due persone, di cui una mia moglie. Quindi non un pesante monolite. Già, perché non potevo sempre contare sull’appoggio di amici che sinora mi avevano validamente supportato. Stabilito l’ingombro in cm 100 x cm 120, avevo in mente il solito ‘punto a punto’ con trazione diesel e due automotrici. In pratica pensavo ad un tracciato lineare, ma con andamento curvilineo ed acclive. Si parte da una stazione nascosta a livello zero, incrocio a metà con stazioncina ed arrivo in quota con stazione terminale. Le manovre sono ridotte all’osso con soli due binari raccordati però ad un piccolo stabilimento o deposito industriale, in guisa da giustificare il movimento di va e vieni con lo scalo merci di una locomotiva ed un carro.
Si parte da una stazione nascosta a livello zero, incrocio a metà con stazioncina ed arrivo in quota con stazione terminale. Ma provando e riprovando mi accorsi che a piano “0” lo spazio era sufficiente per far girare senza intoppi una composizione di ALe 601 Lima di tre elementi che sono rotabili notoriamente lunghi e con sbalzo nelle curve molto accentuato e corredato di un raddoppio di binario!!! Se girano quelle, gira tutto, tranne ovviamente un Pendolino o un Frecciarossa.
Locomotore E 626 in transito sul circuito a livello "0". Decisi quindi di dedicare il piano “0” ad una linea di parata a semplice binario elettrificata, con raddoppio nascosto: in pratica si alternavano automaticamente due convogli regolati dal solito relè Roco che presiedeva pure all’aspetto dei segnali e con alimentazione completamente indipendente. La linea a trazione diesel invece partiva sempre dal piano “0” e si avvolgeva su sè stessa salendo di quota, con pendenze lievi. Insomma un bel serpentone di quasi 12 metri di binario in poco più di 1 metro quadrato! Ovviamente l’altezza del plastico era lievitata, proprio come un panettone.
Altro convoglio in transito ancora sul circuito del livello "0".
Con l'aggiunta di altri livelli, l'altezza del plastico è lievitata proprio come un panettone. Non riuscii ad effettuare l’incrocio a metà per motivi di circolabilità. Potei solo inserire un tronchino di sosta dopo la salita; in pratica Bellaria sarebbe stata una fermata e non una stazione.
In prossimità della stazione "Bellaria" è stato inserito un tronchino di sosta.
In sosta nella stazione "Bellaria" una automotrice ALn56, gentilmente data in prestito dal Mo Modellista FIMF Ennio Castelletti. Per il piano superiore non c’erano problemi La stazione terminale fu posta in posizione inusuale per i plastici, ma fedele alla realtà, anche se in pratica copriva la visuale di parte dei binari di stazione dalla prospettiva dei visitatori.
Due viste della stazione "Villa Flora", collocata sul piano superiore. In alto, il prospetto lato strada e, in basso, inserita nel centro abitato. Il paese di fantasia con bar, pensione e piazza principale era situato al centro del plastico, con la stazione decentrata, in periferia. Completava la scena una fila di casette amovibili durante il trasporto. Dallo scalo merci della stazione si diramava un piccolo raccordo che serviva come detto lo stabilimento, quindi i movimenti indipendenti ed automatici erano ben tre. In poco più di una ventina di giorni di lavoro, durante le feste di Natale (ecco l’altro riferimento al panettone) il grosso del lavoro era terminato. Verificatane la funzionalità (in pratica i circuiti erano già fatti, conservati dal plastico smontato, dovetti cambiare solo i cablaggi) mi dedicai alla parte più divertente che è quella di realizzare il paesaggio. Operazione che devo dire è stata agevolata da alcune donazioni di amici del Clamfer con una chiesa in stile germanico o altoatesino, con varie casette e parti inutilizzate della magnifica stazione Faller di Bonn che ho riadattato ricavandone vari edifici. I fabbricati di stazione ed un casello (non raffigurato) di Villa Flora e Bellaria sono realizzati con i cartoncini donati dalla FIMF ai visitatori alla bellissima manifestazione di Pietrarsa 2018. Insomma il plastico era pronto in tre mesi di lavoro. Non me lo sarei mai aspettato, pronto per la manifestazione di Pietrarsa maggio 2019, dove, opinione di tanti, ha ben figurato nella sua categoria, al cospetto di giganti del fermodellismo provenienti da tutta Italia. Concludo questa mia esposizioone con quattro immagini che propongono alcuni particolari del plastico.
La stazione di Bonn è un dono del Presidente del Clamfer Antonio Gamboni La Chiesa è un dono del Patron del Museo del Giocattolo di Torre del Greco ed amico Peppe Vitiello
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