di Antonio Gamboni

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La nostra storia potrebbe avere inizio nel lontano 1796 allorché un tal Jean-Charles Pellerin, un francese di Épinal (Mosella), fondò una tipografia artigianale per la produzione di stampe incise e colorate a mano a soggetto paesaggistico dei luoghi circostanti. I fogli di carta, una volta impressi con un torchio a mano (tipo Gutenberg), passavano al colorista che, con l’aiuto di una piccola spatola, spalmava i differenti colori.

Verso il 1850, con l’apparizione del “torchio calcografico” (litografia), Pellerin introdusse nel proprio catalogo stampe di giochi, bambole, soldatini, teatrini e treni, una produzione rivolta ad una clientela infantile.

Per la loro eccellente qualità, oggi le stampe di Pellerin sono molto richieste dai collezionisti.

 

 

Fogli per costruzione in cartoncino stampati dalla “Imagerie d’Épinal”.

All’alba del XX secolo, la produzione dell’iconografia è conosciuta nel mondo intero. Anche in Italia, nel periodo tra le due guerre, vi furono stampatori di giochi in cartoncino quali Il Carroccio e Marca Stella i quali, però, non raggiunsero la qualità tipografica di Épinal.

Al termine della II Guerra Mondiale vi fu un netto declino dei giochi di carta a causa della produzione di giocattoli prima in latta serigrafata e poi in plastica. Nonostante tutto, al principio degli anni ’50 del secolo passato vi fu chi ripropose ai giovani fermodellisti treni in cartoncino. Il suo nome? Italo Briano, colui che ha fondato il modellismo ferroviario italiano. A lui si deve la prima pubblicazione seguita da un congruo numero di testi dedicati al settore e di una rivista specializzata (Italmodel Ferrovie).

 

Foglio di cartoncino per la costruzione del locomotore E 424 delle FS

allegato al n. 19 di Italmodel (1953).

(coll. A, Gamboni)

Foglio di cartoncino per costruire un carro F allegato al n. 12 di Italmodel (1952).

(coll. A, Gamboni)

Carri in cartoncino in vendita da montare dalla ModelProdotti di Italo Briano

e pubblicizzati sul n. 20 di Italmodel (1953).

(coll. A, Gamboni)

L’esempio delle precedenti realizzazioni fu seguito da Rivarossi nel 1954 quando, nella pagina centrale della rivista “Rivarossi H0”, offriva in ogni numero una tavola in cartoncino con edifici in scala H0 da costruire per il proprio plastico.

Pagina centrale del n. 4 di "Rivarossi H0" con tavola da costruire (1954).

(coll. A, Gamboni)

Per coloro che volessero cimentarsi in tale impresa, segnalo l’iniziativa dell’ing. Antonello Lato, Presidente FIMF, il quale ha riproposto la costruzione in cartoncino delle prime stazioni Rivarossi con disegni scaricabili dal sito:

http://www.apud.it/pescaraferr/mrr/nostalgia01.asp

Disegno della stazione Cecina da realizzarsi in cartoncino ed in scala H0

secondo l'originale prodotta da Rivarossi negli anni '50 del secolo passato.

(da http://www.apud.it/pescaraferr/mrr/nostalgia01.asp)

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