Il modello della locomotiva D 146,
impiegata per manovre pesanti e traino convogli,
è stato da me realizzato in scala H0 in
contemporanea alla costruzione della D 146 2006,
i cui lavori, nel corso dell’anno 2002,
procedevano negli stabilimenti FIREMA di
Caserta. Seguivo allora con curiosità le notizie
che riguardavano questa macchina, anche perché,
nel modellismo, era piuttosto ristretta
l’offerta di locomotive da manovra e poi, che
volete, avere il modello in esemplare unico di
questo rotabile, per giunta realizzato in
proprio e totalmente nuovo nella sua tipologia,
rendeva particolarmente intrigante l’idea di
avviarne la costruzione. |
Mi recai quindi in FIREMA ed esposi
alla Direzione il mio desiderio di avere notizie
sulle caratteristiche della nuova locomotiva e,
con notevole disponibilità, fui presentato
all’ing. Morlino, allora sovrintendente alla
catena di montaggio, il quale mi dette l’accesso
al settore in cui venivano assemblate e rifinite
le prime sei macchine in produzione. Ebbi così
la possibilità di stare a fianco delle
maestranze e seguire lo sviluppo delle macchine,
nel mentre, sul mio banco di lavoro, prendeva
forma il modello sul quale ogni particolare
risultava ridotto in H0 e riprodotto il più
fedelmente possibile. Nel contempo, si andavano
chiarendo, a seguito delle mie continue
domande, quelle che sarebbero state le
caratteristiche della locomotiva, nella sua
componentistica sia meccanica che elettronica.
Venni così a sapere che la D 146 poteva, nelle
manovre sulle rampe di lancio dei grandi scali
di smistamento, essere radiocomandata, quindi
senza avere personale a bordo e che, in questa
configurazione, doveva avere come segnalamento
antinfortunistico quattro lampeggianti accesi
sugli angoli dei due cofani (grande e piccolo) i
cui impulsi luminosi sarebbero stati rosso a
destra ed arancione a sinistra. Il radiocomando
avviene mediante una ricevente a bordo e
trasmittente a terra su cui lavora un operatore:
la ricevente è dotata di trasduttore che rende i
segnali fruibili dai dispositivi di controllo
della locomotiva, fra cui il gancio automatico
di smistamento, che consente il solo
accoppiamento meccanico con i carri a rimorchio.
I sensori della ricevente sono alloggiati in due
palpebre antistanti il tetto della cabina, ai
lati del camino.
Interno dello stabilimento FIREMA di Caserta: la
D 146 in fase di montaggio.
Il modello della
D 146 a lavori ultimati. Poiché non mi sono mai
convertito al digitale, per permettere il
funzionamento in analogico dei LED di cui sopra
sul mio modello, ho applicato una spinetta per
collegamenti elettrici alla motrice che,
all’occorrenza, può essere seguita da un
apposito carro a tetti scorrevoli, serie Shimms,
per alloggiarvi un microcircuito elettronico per
il lampeggio, alimentato attraverso gli assi del
carro stesso dai 12 V dei binari. Particolare
attenzione è stata prestata alla realizzazione
dei carrelli della locomotiva: ho riprodotto una
fiancata partendo da un listello di legno duro
su cui ho applicato boccole, molle della
sospensione, sabbiere e quant’altro; allorché
ho ritenuto il risultato accettabile, ho
realizzato uno stampo negativo in silicone per
ricavare le quattro fiancate dedicate ai due
carrelli, verniciate poi in nero opaco, con la
cascata dei cavi di massa in argento e tubi alta
pressione in rosso In un giorno che ritengo
particolarmente fortunato, fui invitato nel
reparto verniciatura e lì mi fu offerto un
barattolino di vernice originale ‘verde pantone’
con cui dipingere il mio modello della D 146 la
cui carrozzeria, formata da tre parti (cofano
anteriore, cabina di guida e cofano posteriore),
è stata realizzata in ‘plasticard’ da 1 mm su
cui sono stati applicati i radiatori, i
ventilatori, le botole e le prese d’aria, tutto
come dal disegno originale. I praticabili hanno
ringhiere sagomate in filo di rame saldato, con
parascarpe in piattina di ottone, verniciate in
giallo antinfortunistico. Le ringhiere
corrispondenti ai due terrazzini (anteriore e
posteriore) ospitano i gruppi ottici con luci
bianche o rosse, a seconda del senso di marcia.
Due particolari della
D 146: a sinistra il reale ed a destra il
modello. Nei giorni in cui sono stato presente in FIREMA,
ho spesso incontrato delegazioni estere
interessate alla nuova macchina, ma le vicende
aziendali e sindacali, che hanno turbato le
speranze produttive della fabbrica casertana,
hanno fatto sì che le 32 unità costruite
restassero tutte in Italia, acquistate dalle FS.
A queste 32 unità, tutte motorizzate Isotta Fraschini, se n’è aggiunta una che, in via
sperimentale, ha ricevuto motorizzazione
Caterpillar, di maggior potenza. Tale motrice,
marcata D 147 2001, è stata acquistata dalla
Autorità portuale di Monfalcone.
Vista prospettica del modello della
D 146. Si notino i numerosi LED applicati
per ottenere una realistica illuminazione. Un curioso
fatto accadde al momento della consegna della D
146 2005 alle FS: mentre, proveniente dal
binario di raccordo fra la FIREMA e la stazione
di Caserta, varcava il cancello di accesso al
parco smistamento, per l’improvviso cedimento
delle traverse del binario, la locomotiva
sviava, ‘arando’ per alcuni metri la
massicciata. L’intervento dei Vigili del fuoco,
con due poderose gru, permise di rimettere la
locomotiva sulle rotaie. Poco tempo dopo aver
ultimato il modello, fui convocato dal Direttivo
della FIREMA perché i Soci del “GRAF” di Roma
sarebbero venuti in visita alla fabbrica, e fui
invitato a portare in visione il modello che fu
presentato nella sala congressi, al termine
della visita ai padiglioni dove erano presenti
gli ultimi D 146 ancora in costruzione. Complice
un buffet di saluto con pasticcini e spumante,
il modello ebbe dolci apprezzamenti e consensi.
Il locomotore diesel
D 146 costruito da FIREMA per Trenitalia.
Le immagini che corredano l'articolo
sono state fornite dall'autore. |