F. E. M.

un trenino piccino piccino

 

 

 

di Antonio Gamboni

 

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Qualche giorno fa, mi ha telefonato il carissimo amico Giuseppe Vitiello, Peppino per gli amici, chiedendo la mia disponibilità a fare alcune foto ai suoi modelli per corredare un articoletto da inserire sul Sito per Natale. Poi ha aggiunto, caro Tonino, ti porterò a vedere il mio ultimo acquisto, una cosa che non solo non ho mai visto prima d'ora ma che ne ignoravo persino l'esistenza. Dopo che ho scattato le foto che corredano l'articolo "Trenini sotto l'albero", Peppino ha tirato fuori dalla borsa un piccolo scatolino in metallo, un antico contenitore di cuscinetti per timbri in gomma, e l'ha poggiato sul tavolo invitandomi ad aprirlo. Ebbene, l'oggetto misterioso altro non era che un trenino piccino piccino realizzato dalla F.E.M. nel lontano 1946! A dire il vero, la sorpresa c'è stata e come, tanto che ho chiesto a Peppino di lasciarmi studiare il modellino al che Lui, con la disponibilità e generosità che lo hanno sempre distinto, ha acconsentito al mio desiderio.

Allora mi sono detto: perché non farne un articoletto per il Sito? Ed ecco cosa ne è venuto fuori.

Rinviando ai siti specializzati la storia della scala "000" poi divenuta "N", iniziamo con la descrizione del locomotore.

La scala dichiarata del rotabile è la "000" (1:172). Realizzato in lamierino di ferro stampato e tranciato, il locomotore, che ricorda vagamente l'E 424 delle FS, ha due carrelli con due assi ciascuno le cui ruote sono tutte folli, indipendenti tra loro e non solidali ai propri assi. Un solo trolley in bronzo fosforoso, in luogo della coppia di pantografi, provvede alla captazione reale della corrente per alimentare un sistema di propulsione del tutto originale e definito dalla F.E.M. "una rivoluzione nel Loco-Modellismo". Ricordiamo che il termine fermodellismo negli anni di cui trattiamo ancora non era stato coniato, tanto che anche "Pocher" sul suo primo catalogo, quello del 1951, usa la parola "Trenimodellismo".

 

   

 

caratteristiche tecniche:

 

scartamento:

lunghezza:

larghezza:

altezza:

peso proprio:

peso rimorchiato:

tensione di lavoro:

pendenza max solo loco:

assorbimento corrente:

velocità in piano:

 

 

8 mm

80 mm

18 mm

25 mm

85 g

125 g

15-20 Volt c.a.

20%

0,3 A

2 km/h

 

 

Modello F.E.M. (art. LT 000) visto di fronte

e tabella con i dati tecnici.

Locomotore, vagamente ispirato all' E 424 FS, con vettura passeggeri (art. V4), binari e rete aerea.

Il locomotore, oltre che in beige, era disponibile anche in verde vagone, la vettura, invece,

veniva prodotta in "colori assortiti".

 

Quando F.E.M. mise sul mercato quello che definì "il treno più piccolo del mondo", motorini tanto piccoli da essere alloggiati nella minuscola carrozzeria ancora non esistevano ed allora ecco la proposta di un nuovo sistema per far marciare i piccoli rotabili.

L'originale sistema fu brevettato dalla F.E.M. come propulsore "Sincro" applicato ai treni Lilliput "000".

A tale scopo citiamo testualmente:

 

"Il principio funzionante del sistema Sincro consiste nella diretta utilizzazione d'un movimento vibratorio per la propulsione del veicolo, analogamente a quanto avviene in una suoneria elettrica per la produzione del suono; la differenza tra le due applicazioni risiede essenzialmente nel rendimento elettromeccanico che nella suoneria è del 2% mentre nel propulsore Sincro può superare il 50%.

Poiché il rendimento dei motorini comunemente impiegati nel loco-modellismo non raggiunge il 15%, il sistema Sincro presenta il vantaggio o una maggiore efficienza particolarmente nelle piccole unità; a questo se ne aggiungono altri di non minore importanza pratica".

 

Ma in cosa consiste questo "minuscolo" apparato dal "movimento vibratorio"?

Il Sincro è formato da una elettrocalamita a forma di U posta orizzontalmente la quale, per effetto di una corrente elettrica alternata di circa 20 volt e a 50 Hz, produce un campo magnetico capace di generare una forza variabile fra 0g e 200g ben 100 volte al minuto secondo. Si ottiene così una successione rapidissima di impulsi che, attraverso una lamina flessibile, trasmettono le vibrazioni ad un pattino di gomma inclinato rispetto al piano del binario sulla cui parte centrale agisce provocando il moto del veicolo. Un movimento tipo ad arpione, per intenderci. Il meccanismo, pur permettendo una regolazione a scatti della velocità, non consente l'inversione di marcia del veicolo. 

 

Vista esplosa del locomotore. A destra l'elettrocalamita che per effetto magnetico attrae il piccolo peso posto all'estremità della lamina vibrante. Ciò provoca l'oscillazione del peduncolo in gomma-para che si intravede nel foro centrale e che, in origine, sporgeva al di sotto delle ruote per circa 2 mm, come è scritto nel depliant a lato.

 

Binari, palificazione e filo per la rete aerea.

 

Il binario, realizzato in alpacca (lega di rame-zinco-nichel), consiste in una lamina stampata disponibile in sezioni diritte lunghe cm 18 e cm 9 e sezioni curve per formare un cerchio da cm 36 di diametro, con angoli di settore di 30° e di 15°. La loro giunzione avviene attraverso piastrine di collegamento sagomate da fissare con chiodini su di un supporto in legno.

La rete aerea, realmente funzionante, è composta da paletti in ottone pressofuso e nichelato con all'altezza della base una piccola scritta F.E.M. e da fissarsi sul piano in legno "come un comune chiodo".

Una volta bloccati i paletti, si procede a stendere il filo di argento facendo attenzione a non spezzarlo.

 

Da quanto detto, è chiaro che si trattava di una ferrovia in miniatura il cui circuito, una volta impiantato, restava fissato alla tavola. Un semplice tracciato, formato da due semicerchi collegati da due rotaie diritte, ha le dimensioni di cm 40 x cm 60, bordi di sicurezza compresi.  

Dall'opuscolo allegato alla confezione riportiamo ancora le seguenti informazioni sulla piccola ferrovia F.E.M..

Vi era anche una piccola "Littorina", munita di trolley, la quale differiva dal locomotore solo per la carrozzeria; per i rotabili trainati, invece, oltre ad un'unica carrozza a carrelli disponibile in vari colori, v'erano due tipi di carri per le merci: l'uno a sponde alte e l'altro a sponde basse, entrambi in livrea rossa o verde.

Ma una ferrovia è fatta anche di altro, ecco quindi una stazioncina ed una pensilina, una cabina di comando a ponte, una galleria, un ponte ad arcate paraboliche ed una staccionata; accessori tutti rigorosamente in metallo.

Dovendo captare la corrente sia dalle rotaie realizzate in unico pezzo di lamierino di alpacca stampato che dalla rete aerea, vi erano a tal fine dei paletti ed un filo in argento puro da stendere tra gli stessi. Del tutto assenti deviatoi, incroci e segnali.

Sulla piccola scatola contenente i modellini, vi è incollata una etichetta gommata, di quelle del tipo che si usavano proprio tra gli anni '40 e '50 per i quaderni della "bella copia", sulla quale è scritto scala 000 (1:172) anni 1946-49; pertanto siamo portati a credere che l'esperimento della F.E.M. sia databile a quegli anni e che non abbia riscosso l'auspicato successo.

 

 

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