Testo e foto di Raffaele Ciotti

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Circa 3 anni fa, la ditta Linea Model mise in vendita un kit di montaggio di un locomotore Italiano, l’E 326, del quale, in realtà, ne furono prodotti ben pochi esemplari, complice forse il suo passo rigido delle tre grandi ruote motrici che nelle curve, “aggredivano” il binario in maniera abbastanza importante.

Il prezzo del kit, abbordabile per la maggior parte dei modellisti (circa 100 €), era abbastanza allettante per un modello che nessuna casa commerciale aveva ancora prodotto, ed infatti lo ordinai subito per cimentarmi nella costruzione di questo imponente locomotore.

 Etichetta apposta sulla scatola contenente il kit di montaggio.

Il kit è composto da parti in fotoincisione, parti in microfusione e parti stampate in plastica, queste ultime con buona evidenza dei particolari ed in scala esatta 1:87; per molte di esse (cassa, avancorpi, telaio motore, longheroni del sottocassa ed altri particolari), sono fornite in quantità doppia rispetto a quella occorrente, oculata previsione di Linea Model per qualche probabile incidente nel montaggio di essi.

Ho iniziato con il montaggio dei due pantografi, tagliando con un tronchesino i testimoni che tenevano ancorati i vari pezzi sulla lastrina fotoincisa; la documentazione che accompagna il kit è molto precisa e chiara e aiuta molto nei vari montaggi; dopo la loro costruzione li ho sgrassati con un comune smacchiatore (avio) ed una volta asciugati li ho verniciati di rosso segnale ad eccezione dello strisciante.

 

 Pantografo montato e verniciato.

Togliamo ora dalle parti in plastica il residuo delle materozze di stampaggio con tronchesini e limette e laviamo tutti i pezzi con normale detersivo per i piatti aiutati da un vecchio spazzolino da denti e, una volta che siano perfettamente asciutti, verniciamoli nelle previste tonalità di Castano ed Isabella e rosso segnale con vernici Puravest; ad essicazione avvenuta, presentiamoli  tra loro in un montaggio simulato per controllare il loro reciproco accoppiamento; in questa fase ho constatato che il pianale era leggermente “imbarcato” rispetto alla cassa il che non ne permetteva una precisa chiusura; tra l’ altro, proprio questo pezzo non era presente in quantità doppia.

Ho risolto questo primo problema incollando all’interno dei quattro angoli della cassa altrettanti fazzoletti in alluminio spessore 2 mm recanti un foro filettato da 1,6 MA; sul pianale, in corrispondenza di essi, ho praticato i 4 fori da 1,8 mm per avere un minimo di gioco in fase di assiemamento e centraggio.

La modifica per il fissaggio della cassa.

Altro accorgimento per migliorare la circolabilità nelle curve è quello di limare internamente i longheroni dei sottocassa in corrispondenza dei carrelli portanti, al fine di aumentarne l’escursione nella loro rotazione.

Si continua con il montaggio del carter motore, degli ingranaggi e delle ruote motrici: provando il gruppo motore su di un binario in curva, il passo rigido delle tre grandi ruote a volte lo faceva sviare, per cui la soluzione è stata quella di eliminare il bordino della ruota centrale.

 

Due viste del gruppo motore con la ruota centrale senza bordino.

A causa della non uniformità delle luci dei fanali, ho deciso di sostituire gli originali gruppi diodi Led/Plexiglass con altri costituiti da cilindretti di fibra ottica, da circuito stampato e diodi Duo Led SMD tipo 605, bianco caldo/rosso con anodo in comune, adatti per essere pilotati da un eventuale futuro decoder; in questo caso, non avendovi installato nessun decoder, per il loro funzionamento in analogico si è reso necessario l’uso del piccolo circuito stampato per il regolare funzionamento dei fanali (vedi articolo stesso autore).

 

Il montaggio del duo LED per funzionamento in digitale.

Il montaggio del duo LED per funzionamento in analogico.

Altre importanti modifiche da effettuarsi sui carrelli portanti sono la dotazione di presa di corrente sulle loro ruote, realizzate con filo di acciaio armonico di 0,2 mm (mi cantino chitarra elettrica), e il loro appesantimento tramite sagome di piombo applicate sopra i carrelli stessi, per ovviare alla facilità di sviare nelle curve, data la loro leggerezza, non dimenticando di ungere con un velo di grasso la fessura semicircolare ed il relativo perno scorrevole in essa.

    

Uno dei carrelli portanti con presa di corrente e zavorra in piombo sagomata per gli stessi.

Montiamo ora tutti i componenti: gruppo motore, cassa, avancorpi, carrelli portanti, pantografi, componenti in microfusione sul tetto, ecc. e completiamo il modello con l’applicazione delle decals e dei numeri di serie, proteggendoli con un leggerissimo strato di vernice trasparente, incolliamo al loro posto le targhe, le reti di protezione per i pantografi, mancorrenti e supporti vari, fischi, trombe,  ghiere dei fanali, ganci realistici, REC maschio e femmina, condotte pneumatiche e tutto ciò che completerà questo bel modello che, grazie anche alle modifiche apportate, avrà un funzionamento perfetto.

 

Come si presenta il modello finito.

Per vedere il funzionamento:

https://youtu.be/nZyloJGha7U

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