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Appunti di fermodellismo: dal
binario al deviatoio
di Luciano Esposito |
Chiunque si sia avvicinato almeno una volta al mondo delle
ferrovie in miniatura ha sicuramente dovuto effettuare alcune selezioni
preliminari. Innanzitutto si sceglie la scala, poi l’epoca,
l’ambientazione,
ecc. Tutte queste
opzioni
portano successivamente alla definizione del progetto del nostro
plastico o diorama e, quindi, alla realizzazione più o meno
aderente al vero
di una realtà ferroviaria in miniatura. In genere ciò che di solito
passa in secondo piano, ed è capitato anche a chi scrive, è ciò che
rende una ferrovia tale:
il
binario.
Esso
rappresenta in modo più
chiaro
il concetto di ferrovia ed è la parte funzionale principale di
qualunque impianto in scala o al vero. Dunque la scelta di questo
semplice ma importante elemento può portare ad un funzionamento
dell’impianto tutto sommato buono o, di contro, molto scadente. Di
norma chi comincia rivolge la propria attenzione verso quegli
schemi
costituiti da diverse
componenti
(curve, scambi,
rettilinei) che possono essere facilmente composti per assemblare un
circuito o una tratta (vedi
binari Roco,
Hornby RR, Fleischmann e così via).
Tali sistemi,
seppur semplici e accessibili economicamente,
presentano alcune problematiche che è importante sottolineare.
Quello che notiamo immediatamente
è che per poter
costruire un circuito o una tratta abbiamo bisogno di svariati pezzi
precostruiti
e, una
volta acquistati nel numero che ci interessa,
li assembliamo pezzo dopo pezzo per ottenere il piano binari così
come da noi stessi progettato. La problematica che nasce non si
presenta nei primi mesi o anni di vita dell’impianto ma compare con
l’uso
e con il depositarsi dello sporco che inevitabilmente si pone sulle
rotaie. È chiaramente possibile in modo semplice e veloce
pulire le
rotaie,
resta sempre il fatto che
binari scadenti portano
ad un funzionamento a singhiozzo. Tale
anomalia
è dovuta
principalmente
alle
giunzioni a scarpetta che di norma si utilizzano per collegare
le rotaie le quali,
a lungo andare,
isolano
intere tratte
compromettendo,
quindi,
il regolare esercizio su un’ala del plastico.
Perché allora non cambiare sin da subito il sistema di
armamento
cercando di aumentare sia l’affidabilità elettrica
che quella
meccanica? Un’ottima soluzione è
data dall’impiego
di binari flessibili.
Questi
sono di norma più lunghi dei dritti
standard
il che
consente
di ridurre le giunzioni, aumentare notevolmente l’affidabilità
elettrica e meccanica e, infine, ci permettono di risparmiare un po’
di soldi qualora dovessimo armare lunghe tratte. Ma siamo sicuri che
non possono esserci ulteriormente d’aiuto? Ma certo,
possono esserci d’aiuto! In particolare possiamo costruire i
deviatoi
ottenendo
risultati più realistici rispetto a molti prodotti commerciali e
contemporaneamente risparmiare non pochi soldi così da reinvestirli
per altri rotabili. Costruzione del
deviatoio Diciamo subito che questo tipo di costruzione non
è semplicissima per chi è alle prime armi e chi scrive ha fatto più
di una prova per giungere ad un primo risultato accettabile non solo
da un punto di vista estetico ma anche funzionale. Ma passiamo ai
fatti. Di seguito un elenco di ciò che ci servirà per questo lavoro:
Prima di passare alle fasi costruttive del nostro deviatoio cerchiamo di
studiare un po’ la nomenclatura di uno scambio, così da capire
meglio quali sono le componenti dello stesso e come funziona. Di seguito è mostrato schematicamente come si compone un deviatoio
ferroviario. Da come
mostrato in foto, il deviatoio
in questione è posto sul ramo deviato in quanto l’ago destro si
trova appoggiato nella sua apposita sezione sul contrago destro.
Allo stesso modo quando l’ago sinistro è appoggiato nella sua
sezione, contrago sinistro, il deviatoio si trova sul ramo corretto.
Con questo meccanismo muovendo simultaneamente gli aghi è possibile
selezionare il ramo dove far confluire l’interno convoglio. Uno degli elementi più importanti nella struttura di un deviatoio è il
cuore dove le rotaie dei due aghi si vanno ad incrociare. È
estremamente importante riuscire a costruire un cuore affilato e
preciso altrimenti si rischia di utilizzare un deviatoio poco sicuro
dal punto di vista meccanico e probabile causa di svariati
deragliamenti. Da questo punto in poi ci riferiremo allo schema del
deviatoio, visto in precedenza, durante la costruzione dello stesso.
Cominciamo! Il primo passo da fare è stampare la foto del deviatoio che vogliamo
clonare ed applicarla sulla nostra base di compensato con un po’ di
colla. Successivamente prendiamo il nostro fidato
Dremel,
armato con disco tagliente, e cominciamo a
segare la
lastrina in vetronite per ottenere le nostre traverse portanti
(attenzione alla polvere che si sprigiona dalla lavorazione in
quanto è molto fine e non è salutare. Utilizzate occhiali e
mascherina). Tali traverse, a differenza di quelle in plastica o in
legno che utilizzeremo dopo, servono per mantenere salda la
struttura dell’intero scambio. Questo è possibile perché lo stagno
fuso può legarsi facilmente con il rame presente sulla basetta e con
le rotaie del nostro flessibile. Le traverse che taglieremo devono essere della giusta misura e devono
corrispondere
a quelle
presenti vicino al tirante degli aghi, vicino al cuore e, infine, a
quelle traverse che si trovano a metà tra il cuore e il tirante
degli aghi. Insomma le dovete realizzare in modo da avere una base
rigida in ogni punto dello scambio. Una volta ottenute le traverse,
incollatele
in corrispondenza
di quelle
presenti sulla foto del vostro deviatoio di partenza. Per aiutarvi
nel fissaggio utilizzate la foto del deviatoio applicata sulla base
in compensato. Potete vedere un risultato parziale di questa prima
fase nella seguente figura.
Il secondo passo da fare è quello di costruirci il cuore. Per fare ciò
abbiamo bisogno di una semplicissima dima. Per realizzarla prendiamo
una base rigida o, se ci avanza, un altro po’ di compensato facendo
attenzione a prendere una basetta di forma rettangolare senza
sbavature ai bordi. Successivamente prendiamo le misure delle rotaie
che compongono il cuore sia del ramo deviato
che di quello corretto.
Continuiamo a misurare la distanza verticale che c’è tra le rotaie
del nostro cuore prendendo la misura alla fine di queste. In pratica
stiamo cercando di capire quanto sono lunghi i lati del triangolo
immaginario formato dalle rotaie costituenti il cuore e da un
ipotetico cateto che le congiunge. Quindi riproduciamo il triangolo così misurato sulla nostra basetta
utilizzando un lato di questa come riferimento in modo da avere
l’ipotenusa del triangolo ben evidente sulla stessa. L’immagine che
segue potrà mostrare più facilmente il procedimento da seguire per
ottenere la dima.
Come si vede in foto le linee blu rappresentano le rotaie del cuore
disegnate rispetto ad un riferimento preciso, quale è un lato della
basetta in compensato, utile per costruirci il cuore del nostro
deviatoio. Il passo successivo sarà quello di tagliare le rotaie del nostro flessibile
seguendo le linee blu sopra la basetta di compensato. In questo modo
si ottiene la giusta angolatura per le rotaie che comporranno il
cuore. Appoggiate la rotaia su una delle due linee blu e,
utilizzando il
Dremel, tagliatela
seguendo il lato inferiore della basetta senza toccarlo troppo
(eviterete di danneggiare eccessivamente il lato di riferimento
della basetta). Una volta ottenuti i due spezzoni di rotaia
rifiniamoli, sempre con
il nostro
trapanino
sul quale è stata montata
una mola smerigliatrice,
aiutandoci con la terza mano
il cui impiego è vitale in
quanto l’operazione di smerigliatura scalda incredibilmente gli
spezzoni di rotaia (ricordiamo sempre di utilizzare occhiali e
mascherina). Cerchiamo di essere un po’ abbondanti nella
smerigliatura in modo da far coincidere perfettamente i due spezzoni
di rotaia. Una volta ottenuti i pezzi del cuore possiamo saldarli alle nostre traverse
di vetronite facendo estrema attenzione a fissarli nel modo
corretto. Aiutamoci sempre con la foto dello scambio, applicata sul
supporto in legno, così eviteremo di fissare il cuore in modo
errato. Riempite infine ogni eventuale fessura con lo stagno fuso. La seconda fase consiste nel costruire il deviatoio vero e proprio. Di
solito comincio con il costruirmi la rotaia su cui si appoggia l’ago
sinistro (cfr. Figura 1). Misuro la lunghezza della rotaia e la
taglio dal flessibile con il solito
Dremel.
A questo punto monto la mola smerigliatrice e ricavo un incavo dove
si andrà ad appoggiare l’ago sinistro aiutandomi con la terza mano.
Bisogna essere piuttosto abbondanti, ma non troppo, così da essere
sicuri di ottenere un incavo abbastanza profondo da accogliere
l’ago. Tuttavia se si eccede con la smerigliatura si rischia di
rompere inesorabilmente lo spezzone di rotaia costringendoci a
ricominciare la realizzazione di questo particolare dall’inizio.
Quindi attenzione, pazienza e mano ferma! Il passo successivo sta nel fissare lo spezzone così ottenuto al deviatoio
verificando costantemente, ove possibile, lo scartamento tra le
rotaie aiutandoci con la foto applicata alla base. Ricordate che i
nostri rotabili riescono in generale a sopportare variazioni dello
scartamento quando questo si dilata un po’ ma non quando si
restringe. Infatti se avvenisse ciò si vedrebbe il rotabile alzarsi
dalla propria sede
“spinto”
dal restringimento dello scartamento. Questo procedimento va eseguito per tutti i componenti del deviatoio.
Bisogna, però, porre attenzione agli aghi che vanno affilati con
cura. La procedura di affilatura prevede sempre l’utilizzo del
Dremel
con la mola. Iniziamo con lo smerigliare la nostra rotaia su
entrambi i lati del fungo ottenendo così un profilo netto e sottile
ripetendo l’operazione
anche
sulla
parte superiore riducendone un po’ l’altezza, qualche decimo di mm,
così da permettere il corretto inserimento del rotabile sull’ago.
Molta attenzione va posta in questa fase perché aghi ben definiti
portano ad un buon funzionamento dello scambio. Al contrario se non
riusciamo ad ottenere un ago affilato meglio scartare il pezzo con
cui stiamo lavorando per ricominciare la lavorazione con uno nuovo
piuttosto che fissare un ago non perfettamente affilato (pena il
malfunzionamento del nostro deviatoio con continui deragliamenti). Alla fine di queste fasi abbiamo realizzato il nostro deviatoio seppur in forma grezza. Prima di proseguire dobbiamo semplicemente collegare i due aghi ad una traversa in vetroresina che fa da tirante e che permetterà la movimentazione degli aghi del deviatoio. Se tutte le fasi vengono svolte con cura dovremmo aver raggiunto più o meno il risultato mostrato in figura. Il prossimo passo è abbastanza semplice e consiste nell’abrasione di parte
del rame sulle traverse in vetroresina per isolare elettricamente le
rotaie del deviatoio. Prendete il
Dremel con la solita mola ed
asportate un po’ di rame dalle traverse facendo fuoriuscire la
vetroresina. Attenzione a non esagerare nell’asportazione in quanto
si rischierebbe di rompere le sottili traverse. Dovete smerigliare
al centro delle vostre traverse per isolare elettricamente le rotaie
dello scambio. Tuttavia non dovete assolutamente asportare il rame
in ogni punto delle traverse tra le rotaie. Infatti la traversa che
viene indicata dalla freccia rossa in figura 4 presenta un solo
punto dove bisogna effettuare l’asportazione del rame. Fatelo con
precisione e calma. Se, però, per errore smerigliaste ogni punto
della traversa in figura correreste il rischio di malfunzionamenti
in quanto lascereste alla semplice pressione degli aghi nelle loro
sedi la conduzione della corrente verso questi. Con il tempo tale
contatto può deteriorarsi per lo sporco o per l’ossido che vi si può
depositare. Quindi prestate massima attenzione durante queste fasi.
L’ultimo passo che deve essere effettuato
consiste nel
separare gli aghi dal cuore tagliandoli con il
Dremel.
In questo modo isoliamo il cuore dal resto dello scambio. È chiaro
quindi che questo tipo di deviatoi ha bisogno della polarizzazione e
di un motore con sufficiente potenza da muovere gli aghi non
incernierati. Per completare
la costruzione del deviatoio è sufficiente tagliare dei listelli di
legno o di plastica e costruire le ultime traverse. Attenzione
all’incollaggio. Usate sempre la giusta quantità di colla perché se
è poca non sarà sufficiente a fissare la traversa mentre se troppa
potrà deformare durante l’asciugatura il deviatoio. Una volta completate tutte le fasi e dopo una buona invecchiatura dovreste
arrivare ad un risultato simile a quello mostrato nella foto.
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