Ciò detto, passiamo ad esaminare la produzione di Rivarossi nella scala “00/H0”
nei primi 25 anni.
Al suo esordio, avvenuto come noto nel 1945, Rivarossi propose un binario denominato Serie 1000 con basetta in
bakelite marrone e rotaie in profilato di ottone rifacendosi un poco a quanto già introdotto da Trix. L’elemento diritto (D.E. 1000) era
lungo cm 18 e la sezione curva (C.E. 1000) aveva un raggio alla mezzeria di cm 36 ed un angolo di settore di 30°. Nell’ipotesi che
il punto di partenza sia stato un cerchio di binari da cm 75 di diametro, applicando la formula (2) vien fuori un binario diritto di
cm 17 e non cm 18. Forse queste misure furono scelte per avere una certa compatibilità con i binari della Märklin. Ricordiamo che in
origine la produzione Rivarossi era per funzionamento in corrente alternata.
Questi primi binari prodotti da Rivarossi avevano una basetta alta con le traversine in
rilievo in modo da poter inserire una fine ghiaia negli spazi vuoti. Le rotaie erano di ottone trafilato e nichelato e venivano collegate
alla basetta mediante una paziente avvitatura nella parte inferiore; in un secondo tempo, le piccole viti furono sostituite da ribattini
in alluminio serranti il binario stesso, un sistema ancora piuttosto elaborato ma che non richiedeva la filettatura al disotto delle
rotaie.
I primi binari erano realizzati con rotaie
trafilate ed avvitate su basette in bakelite a 12 traversine;
in
tempi successivi le viti furono sostituire da ribattini in
alluminio (coll. G. Vitiello). Gli scambi, venduti in coppia destro/sinistro, erano lunghi
cm. 13,5 (pari ai 3/4 di R.C. 1000 e 3/4 di C.E. 1000) e comandabili
elettricamente a distanza con tensione a 26 volt tramite l’apposita
pulsantiera; sezioni di 1/4 , 1/2 e 3/4 di binario, sia curvi che
diritti, ne consentivano un modulare inserimento nei circuiti.
Quando nel 1946 fu pubblicato il primo vero catalogo della
Rivarossi, i binari ebbero nuove referenze RD 1000 (ex D.E. 1000) ed
RC 1000 (ex C.E. 1000) pur restando inalterati nelle dimensioni.
Unica variante fu un numero maggiore di traversine per ogni sezione.
Tutto il materiale d’armamento era fornibile a due o a tre rotaie a
seconda della circolazione di rotabili a pattino laterale o
centrale.
Coppia di deviatoi SS -
SD da impiegare per il sistema a due rotaie.
Parte delle rotaie e controrotaie sono
dipinte in argento e fanno corpo unico con la basetta,
pertanto lo
scambio non poteva essere superato a bassa velocità (coll. A.
Gamboni).
Classico circuito con
binario di raddoppio. Sezioni di quarti di binario, sia curvi che
diritti,
hanno consentito
una perfetta chiusura del circuito.
Nel 1948, un nuovo binario curvo apparve in
catalogo con ref. RC 2000. Aveva un raggio di curvatura di ben cm 60
ed un angolo di settore di 20°; pertanto ci volevano 18 sezioni per
formare un cerchio di cm 120 di diametro. Il fatto che ci lascia
perplessi è che cerchi formati da RC 1000 ed RC 2000 erano sì
concentrici ma la distanza di interbinario era un poco grande.
A soli cinque anni dall’inizio delle attività, la Rivarossi, seguendo le tendenze del mercato,
spostava le proprie attenzioni sempre più verso il sistema con alimentazione in corrente continua. Fu così che nel 1950,
ispirandosi ai colori del galletto, primo emblema della Casa comasca, la produzione fu divisa nelle seguenti quattro Serie:
Serie Blu (rotabili per funzionamento in corrente alternata), Serie Rossa (rotabili per funzionamento in corrente continua),
Serie Verde (rotabili economici a livello giocattolo) e Serie Gialla
(fabbricati ed accessori).
Confezione con binari curvi RC 1000 della "Serie Blu" (coll. A.
Gamboni).
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Sezioni di binario
curve "Serie Rossa" e due rotaie diritte,
l'una "Serie Blu" e l'altra "Serie
Rossa",
con 20 traversine. (coll. A. Gamboni).
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Per il funzionamento della Serie Verde fu studiato un tipo di binario molto economico e ridotto
all’essenziale: le rotaie, RD/V (diritto cm 18) ed RC/V (diametro cm 75), solo su tre traverse in bakelite; nelle confezioni, poi, il
cerchio, sempre da cm 75 di diametro, si componeva di sei rotaie curve aventi quattro traversine.
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Sezioni di binario diritto e rotaie curve
della
"Serie Verde" con solo tre traverse (coll. A. Gamboni).
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Il 1954 fu l’anno delle grandi innovazioni. Con i nuovi rotabili furono presentati
anche i nuovi binari dalla geometria tutta ridisegnata. Denominato “binario modello”, le rotaie non sono più montate su alte basette in
bakelite ma fissate a traversine in fibra tramite una graffatura in metallo; inoltre la lunghezza dell’elemento diritto (RD 20) fu
portata a cm 20 ed il raggio delle curve a cm 40 (RC 80) ed a cm 60 (RC 120) con angolo di settore di 20°; inoltre i nuovi deviatoi
erano l’esatta sovrapposizione di un RD 20 ed una RC 120 il tutto in perfetta armonia con la formula (2) per RC 80 e con ottima
approssimazione per RC 120:
cm 20 (RD 20) = cm 40 (RC 80) x sen 30° = cm 60
(RC 120) x sen 20°
Circuito con binario di raddoppio come quello della precedente figura, a meno della posizione degli scambi.
Con la nuova geometria non sono più
necessarie le frazioni di sezioni per chiudere il circuito.
Alcune pagine del catalogo
1954 sono dedicate a schemi di tracciati con tutte le indicazioni
qualitative e quantitative del materiale d’armamento
da impiegare, materiale che nel 1961/62, con la scomparsa dei codici
alfanumerici, subisce un incremento notevole mettendo a disposizione
dei fermodellisti plasticisti due tipi di incrocio, una coppia di
scambi in curva ed un deviatoio inglese.
Confezioni di binari con basetta in fibra e
scarpetta chiara RD 20 e RC 120 (coll. G. Vitiello).
Deviatoio elettromagnetico SS 120 con marmotta e tre spinotti, ed incrocio sinistro RIS (coll. G. Vitiello).
Binari diritti 3101 nella nuova confezione, e
deviatoio sinistro 3324 con nuovo motore e spinotto tripolare.
Queste nuove rotaie hanno le traversine in
plastica (coll. G. Vitiello).
Confezione di binari di tipo economico per
rotabili della "Serie rr" (coll. A. Gamboni).
In questo stesso anno viene
anche presentato un prezioso ausilio formato album dal titolo “I treni H0 - Sistema
Rivarossi”.
In realtà si tratta di un corposo manuale di ben 166 pagine
corredate da foto per realizzare tracciati interamente con materiale
Rivarossi, dai binari alla rete aerea, dalle apparecchiature
elettriche ai fabbricati ferroviari. Sono, inoltre, forniti tutti
gli schemi elettrici per il collegamento di scambi, segnali ed altre
apparecchiature elettriche, nonché utili informazioni per realizzare
alcuni automatismi. Non mancano, infine, suggerimenti per impianti
relativi al Tramway Rivarossi.
I treni "H0" sistema Rivarossi, edizione del
1971 (coll. A. Gamboni).
Complesso tracciato, comprensivo di schema elettrico, realizzato
con i binari della nuova produzione.
Due immagini del plastico realizzato dalla Rivarossi con il
circuito di sopra.
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