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di Antonio Gamboni | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I rotabili d’epoca purtroppo non hanno un grande riscontro nel fermodellismo italiano. Le maggiori Case nazionali, infatti, ritenendo (a nostro avviso erroneamente) questo settore scarsamente remunerativo, tendono a privilegiare la riproduzione di materiale moderno che reputano gradito ad una più larga fascia di appassionati. I collezionisti di modelli in scala 1:87 avevano sperato in occasione del 150-enario delle ferrovie italiane di poter finalmente esporre nelle loro bacheche, se non il convoglio inaugurale della Napoli-Portici, almeno il treno storico, quello esposto al Museo di Pietrarsa, composto dalla locomotiva Bayard e dalle sue quattro carrozze. A parziale consolazione per appassionati della scala “H0”, fu tuttavia prodotta da “Il Treno” per la “Rivarossi” la locomotiva Bayard in scala 1:43,5 realizzata in bronzo e ottone.
Catalogo Pocher del 1962-63. In copertina l'immagine dei modelli che si intendevano realizzare (coll. A. Gamboni). In scala H0 restava, dunque, ancora la vecchia Bayard presentata da Arnaldo Pocher sul suo catalogo del 1962/63. Conosciuto con la ref. SS/01 della serie speciale per collezionisti, il modello fu prodotto in soli 875 esemplari numerati. Esso era interamente in ottone con le sovrastrutture in parte eseguite al tornio ed in parte stampate con un vecchio bilanciere a frizione servito negli anni precedenti a coniare i piccoli particolari che davano valore alla prestigiosa produzione Pocher. Tutti questi vari pezzi erano saldati a mano, uno ad uno, con “un lavoro paragonabile solo a quello di un maestro gioielliere”. Infine l’intero modello veniva sottoposto ad un complesso processo di ramatura, nichelatura e doratura grazie al quale è giunto fino ai nostri giorni in tutto il suo splendore originale.
La locomotiva "Bayard" raffigurata nel catalogo Pocher 1962-63.
Vista prospettica del modello della locomotiva "Bayard" realizzata da A. Pocher e posizionamento motore ed ingranaggi nel tender. (dalla collezione personale di Corrado Muratore per gentile concessione di www.rivarossi-memory.it) Non esistendo agli inizi degli anni ‘60 motori elettrici di dimensioni così ridotte da poter essere alloggiati nel focolare della locomotiva, il Pocher, volendo rendere marciante la sua “Bayard”, fu costretto a sistemare nel tender la motorizzazione la quale trasmetteva il moto alle ruote di quest’ultimo mediante ingranaggi. Tutto ciò comportò l’impossibilità di realizzare un modello in perfetta scala 1:87 e la necessità di ricorrere a qualche compromesso che, tuttavia, non ne guastano l’armonia generale. Come si apprende dal citato catalogo, era volontà del costruttore produrre anche le vetture del cosiddetto treno storico e precisamente una “carrozza antica chiusa del 1839” (berlina) con ref. SS/03 ed una aperta (char-à-bancs) con ref. SS/02. Purtroppo questi esemplari restarono solo un progetto e la “Bayard” fu destinata a restare... sola.
Le vetture mai realizzate ma nel catalogo Pocher 1962-63. Il collezionista Michele Lomolino, autore del volume “Catalogo guida al modellismo ferroviario di Arnaldo Pocher”, così scriveva: “Considerato l’anno di costruzione, 1963, questo pezzo è da considerarsi il primo modello di serie costruito in Europa in tutto ottone. Inserito nel mercato mondiale delle locomotive in ottone, questo prodotto made in Italy è sicuramente ai primissimi posti per fatture e dettagli”. Nella sottostante tabella si riportano: le dimensioni del prototipo, misure corrispondenti in scala 1:87, misure del modello realizzato da Pocher e le scale medie adottate:
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