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di Pietro Merlo | |||||
Venticinque anni fa, nel dicembre 1989, a 78 anni ma ancora nel pieno della sua attività, moriva in un tragico incidente stradale Arnaldo Pocher figura di spicco nel mondo fermodellistico italiano, uno dei suoi pionieri. Con queste note, redatte da Pietro Merlo del Gruppo Fermodellistico "A. Pocher" di Trento, il Clamfer intende onorare la memoria del grande artista. Nel 1927 da Trento sua città natale, completata la sua formazione scolastica come orafo ed incisore, Arnaldo Pocher si trasferì a Torino. Nel 1948, affascinato dai modelli ferroviari esposti in alcuni negozi del centro del capoluogo piemontese, egli si avvicinò al mondo fermodellistico torinese e realizzò alcuni modelli di accessori che sottopose al giudizio degli amici fermodellisti dai quali fu spinto alla loro realizzazione e commercializzazione. Primi collaboratori la moglie Maria Pia Ormea e la figlia Maria Pia.
L’attività artigianale ben presto si trasformò in piccola industria con la creazione nel 1952, in società con Corrado Muratore, della “Micromeccanica Pocher e Muratore snc”. Già nel 1955 lo stabilimento impiegava oltre 30 addetti divenuti circa 120, nel periodo di massimo sviluppo a metà anni ’60 con il trasferimento nel nuovo stabilimento in via Ambrosini.
Alcune inquadrature di operai ed operaie al lavoro per produrre, montare e collaudare i modellini, sotto l'occhio paterno e vigile di Arnaldo Pocher. La produzione di accessori già negli anni ’50 aveva lasciato il passo a modelli ferroviari di carri e carrozze e nei primi anni ’60 anche di locomotive e quindi stupendi modelli d’auto d’epoca e cannoni in legno e fusioni d’ottone. La produzione Pocher fu molto apprezzata, forse più che in Italia, anche negli Stati Uniti, Svezia e Germania, ove tuttora è molto ricercata dai collezionisti.
Il tema dello spazzaneve è sempre stato caro ad Arnaldo Pocher. Nelle immagini, un delizioso modellino di carro dalle colorazioni diverse con il tipico omino che vediamo anche in altre realizzazioni. La prestigiosa rivista MIBA nel 1988, per festeggiare il suo 50° anno di pubblicazione, dedicò una serie di articoli ai pionieri della produzione fermodellistica: unico italiano ricordato il nostro Arnaldo Pocher. Oggi troviamo in rete anche due siti espressamente dedicati alla sua produzione, uno svedese e l’altro svizzero, dei quali si riporta i link in calce. Nel 1963 la Rivarossi entrò nel capitale sociale avviando una politica di standardizzazione industriale della produzione Arnaldo Pocher, avendo così garantito la sopravvivenza della ditta e la piena occupazione dei collaboratori. Dopo solo cinque anni, nel 1968 il Pocher uscì dalla società e con lui il genero Adelmo Canali, marito di Maria Pia, valente modellista e collaboratore. Non lascerà però la scena. Nel 1972 produrrà, con il marchio AR.PO, accessori per Corel e nel 1975 inizierà la decennale collaborazione con Metropolitan. Nel 1985/86 furono prodotti accessori e carri col marchio AR.PO e nel 1987/88 vi fu la collaborazione con la svizzera MCA. Solo una morte improvvisa e tragica fermerà la sua mano nel 1989, mentre col marchio “Arnaldo Pocher” si apprestava, in piena indipendenza, a rilanciare la sua attività con nuovi preziosi modelli, purtroppo in gran parte solo annunciati. Arnaldo Pocher fu molto attivo anche nel campo associazionistico sia nazionale che internazionale. Infatti fin dagli anni ’50 lo troviamo nel Gruppo Fermodellistico Torinese prima e poi a fianco di Italo Briano, fra i promotori dei primi convegni fermodellistici che portarono alla nascita di MOROP (1952) e della nostra FIMF (1953) che lo riconoscerà, nel 1976, “Maestro modellista”. Gli impegni produttivi lo portarono ad allontanarsi dalle responsabilità di cariche associative ma non mancò mai la sua attiva partecipazione; mai geloso delle sue realizzazioni, ne condivideva generosamente “segreti” e soluzioni con gli amici fermodellisti sempre attento a coglierne giudizi, consigli e suggerimenti. Arnaldo Pocher fu personalità artistica poliedrica come ben lo dimostra la sua produzione in campo figurativo e pittorico. Anche nel campo modellistico (non solo ferroviario ma pure automobilistico, aereo, militare e figurinistico); all’origine di ogni sua produzione troviamo l’ispirazione, il sogno, lo stupore, la curiosità: scopriamo cioè l’artista. Egli non sarà mai “un industriale” ma resterà sempre un artigiano, un artista, un modellista appassionato senza segreti per i suoi amici.
A partire dal 1961, e per oltre un decennio, FIAT farà realizzare dalla Pocher alcuni modelli di auto in occasione del lancio sul mercato di nuovi tipi di automobili. Nelle mani di Pocher il treno merci si trasforma in un coloratissimo quadro o supporto di affascinati carichi (indimenticabile la scultura della testa di cavallo). Il viaggio ed il treno sono “Sogno” ed “Avventura”: il mito della CIWL, le eleganti vetture PLM, l’elettrotreno policorrente delle FFS Rae TEE II. In modelli di locomotive, e carrozze d’epoca rivive il mito del “West” americano. Il treno in miniatura, capolavoro di micromeccanica fine, ebbe la sua massima espressione nel modello della CC7107 SNCF, modello composto da centinaia di piccoli particolari; inoltre pezzi staccati montati con estrema cura impreziosiscono questo piccolo capolavoro che cela all’interno una innovativa e sorprendente motorizzazione basata sull’utilizzo di giunti centrifughi a frizione che permettono una fedele riproduzione della gradualità delle fasi di accelerazione e frenatura.
Il modello del locomotore CC 7107 della SNFC composto da un gran numero di particolari, come mostrato nel disegno. Notevole anche la produzione d’ispirazione bellica militare e, segno di speranza, la loco diesel Whitcomb protagonista dei treni della ricostruzione.
Locomotore americano Withcomb "Truman", simbolo della ricostruzione e della nuova speranza, con il suo elegante contenitore in legno. Il treno in miniatura ed il modellismo in generale è amore per la storia, e tutto questo Arnaldo Pocher ha saputo tramandarlo alle future generazioni.
Le immagini proposte sono tratte, per gentile concessione, da "Questo sono io", ed. Gruppo Arnaldo Pocher - Trento.
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