TECNICA DEL TAGLIO LASER:

Costruzione Elettrotreno 801 Stefer linea Roma - Fiuggi

Testo e foto di Raffaele Ciotti

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Sempre nell’ottica di divulgare nel modellismo questo tipo di tecnologia in molti casi alternativa alla costosa tecnica della fotoincisione, tratterò in questo articolo la costruzione dell’Elettrotreno 801 della Società STEFER di Roma in esercizio nella tratta Roma – Fiuggi.

Come già accennato in altra sede, il limite di questa tecnologia rispetto alla fotoincisione è quello di non poter ottenere parti in rilievo o incavate, ma soltanto tagli o incisioni (peraltro molto precisi, vedasi le saracinesche o le fiancate dei carrelli) e simulare bullonature, coprigiunti, linee di demarcazione ecc .

Detto questo, va da sé che può essere convenientemente utilizzata per la realizzazione di modelli in cui non vi siano particolari in rilievo o scavati. Un valido esempio può essere dato dalla realizzazione del modello dell’Etr 801che mi accingo a descrivere.

Come al solito, dopo aver recuperato in rete il figurino con le misure di massima ed un nutrito numero di fotografie del reale, si riporta (e si rapporta) il tutto in scala H0 onde ottenere tutte le misure necessarie per disegnare con autocad i vari pezzi da far tagliare dai materiali e spessori occorrenti per la realizzazione del nostro modello. Quindi prepareremo un foglio inerente al bronzo da 0,30 mm (fiancate e piccoli particolari, fiancate dei carrelli, giostra Urbinati), un altro foglio riguardante l’ottone da 0,50 mm (carrelli, supporti vari e particolari più robusti) ed infine un altro foglio relativo all’ottone da 1 mm per i pianali, supporti dei tettini, ecc.

Come sempre detto, questo è il passo più ostico e importante della realizzazione, dal momento che dovrà essere immaginato come ancorare fra loro le varie parti e quindi prevedere dove andranno eseguiti incastri, forature, linguette, filettature ecc. È stato scelto il bronzo per la carrozzeria ed altre parti perché, a differenza dell’ottone, è molto più duttile (vedi le griglie del raffreddamento motori), il taglio risulta netto e pulito (senza le “bruciature”) e non occorre “cuocerlo” nelle piegature. Per contro ha un costo leggermente superiore all’ottone.

Per questo particolare modello, sono stati usati anche l’ottone da 2 mm di spessore per i vestiboli delle porte (che devono risultare incassate nelle fiancate) e orpella di rame al berillio da 0,1 mm per le cornicette delle prese d’aria dei motori. Una volta pronti i disegni, si convertono in formato CDR (Corel Draw) per poter essere letti dalla macchina del taglio laser, e si consegnano o si inviano alla ditta che provvederà a fornirci i pezzi tagliati nelle quantità e spessori da noi richiesti.

Particolari ottenuti da lastrina di ottone da 0,3 mm e da lastrina di ottone da 0,5 mm.

     

Altri particolari che compongono il modello.

Una volta in possesso di tutte le parti tagliate dovremo eliminare con carta vetrata fine (400/600) tutte le piccole “bruciature” lasciate dal laser sui pezzi in ottone, indi dovremo “cuocere” le sole parti in ottone (non quelle in bronzo!), che dovranno essere piegate allo scopo di non spezzarle durante la piegatura.

Si inizia il montaggio saldando sui pianali le cornici dei vestiboli delle porte che avendo, come già detto, lo spessore di 2 mm, faranno da riferimento per la perpendicolarità delle fiancate che andremo successivamente a posizionare e saldare al pianale stesso.

Continueremo così via via a saldare tutte le fiancate e, dopo aver curvato su opportuno diametro le testate, verranno anch’esse saldate al loro posto.

Nell'immagine è mostrato il montaggio dei vestiboli.

Come si presenta la carrozzeria dopo la saldatura delle parti.

Montiamo ora i carrelli: per il carrello motore ho utilizzato un Halling con interasse 26 mm, completato con un carterino superiore portante una piccola barra filettata (2 MA) per la sua rotazione.

Mentre i carrelli folli sono stati realizzati scatolando i relativi pezzi di ottone da 0,5 mm di spessore, completandoli di ruote da 9 mm e di lamelle prendicorrente da ambo i lati.  In particolare, i carrelli che dovranno impegnare le due giostre Urbinati, sono dotati di un foro quadrato da 2 mm che accoglie un perno saldato, anch’ esso quadrato e filettato nella parte terminale, che insieme ad una rondella particolare (foro quadrato al centro e cilindrica esternamente) permetterà la rotazione e contemporaneamente la sincronia del carrello con la giostra Urbinati.

Carrello motore e carrello giostra Urbinati.

Visione generale dei carrelli folli.

Prepariamo gli altri pezzi occorrenti per il nostro modello: pieghiamo e scatoliamo le coperture dei reostati, i sottocassa (dove alloggeremo del piombo), e le piastre dei ganci automatici. Saldiamo al loro posto le cornicette delle prese d’ aria motori, diamo una mano di primer al tutto ovviamente previa sgrassatura e pulitura dei pezzi. Successivamente spruzzeremo il colore isabella alle 3 carrozzerie del nostro 801.

Reostati, ganci e sottocassa.

Le casse del convoglio verniciate nel colore isabella.

Non dimentichiamo di scatolare anche le fiancate in vista dei carrelli, dotandoli successivamente di balestre, boccole e molloni elicoidali. A parte avremo preparato in precedenza i fanali (solito tubetto di ottone da 2,5 mm rastremato e riempito con un pezzetto di fibra ottica e goccia di resina all’ estremità) e verniciati in castano.

Avremo anche montato due piccoli circuiti stampati in vetronite completi di led SMD bianco caldo per l’illuminazione dei fanali stessi. Ora si maschererà con scotch da carrozziere le parti superiori del convoglio e si provvederà a verniciare in castano le parti rimaste scoperte.

A parte prepareremo i tetti in plasticard da 4 mm (2 fogli da 2 mm accoppiati insieme e sagomati convenientemente, non dimenticando di praticarvi con il minidrill un “vuoto” nelle parti terminali per accogliere i movimenti della giostra Urbinati), completandoli poi con  delle velette anteriori , sulle quali verranno applicati i fanali di posizione che, dopo la verniciatura dai tetti stessi, verranno completati riempiendo i loro fori con delle piccolissime gocce di resina caricata di rosso e di verde.

I tetti del modello.

Lo stemma STEFER fotoinciso.

Completiamo le carrozzerie con le decals disegnate con Corel Draw e proteggiamole con un sottilissimo strato di trasparente. Incolliamo al loro posto gli stemmi STEFER incisi su alpacca da 0,1 mm.

Verniciamo tutto il modello con vernice trasparente che, una volta essiccata, ci permetterà di maneggiare agevolmente e senza danni il modello. Montiamo ora i finestrini stampati sul solito acetato ed incolliamo al loro posto le porte, i mancorrenti, i fanali, i tergicristalli, gli specchietti retrovisori, i predellini (ottenuti col solito sistema dello stampo in silicone e successiva colata di resina) e quant’ altro concorra a completare il modello. Verniciamo i tetti in color isabella e le coperture dei reostati in argento, completiamoli con i pantografi e, mediante le apposite viti da 1,6 MA svasate, fissiamoli alla carrozzeria. Ora il nostro meraviglioso 801 è pronto per la partenza alla volta di Fiuggi!

Due viste del modello completato.

Ovviamente questo è un prototipo con tutti i difetti e le incongruenze che un modello che si costruisce e si monta per la prima volta reca con sé ma permetterà, come già avvenuto, di adottare quelle soluzioni e modifiche volte a migliorare la costruzione e la fedeltà per l’ottenimento di  un successivo modello più aderente alla realtà.                                                             

 

L’ETR 801 NELLA REALTA’

di Gennaro Fiorentino

Quando è arrivato in redazione l’articolo del nostro socio Ciotti che raccontava la costruzione della sua 801, ho avuto una forte emozione. Come un rewind virtuale la mia mente si è portata al 1957 quando, davvero bimbetto, approdai sul pianeta Fiuggi. Definisco pianeta perché davvero mi sembrò di essere arrivato in un paradiso senza uguali. Non mi ci portò un’astronave ma un elegante bus della Società Facem di Capua.

Il trenino del bravo modellista mi ha fatto ripercorrere sentieri nostalgici e sensazioni mai dimenticate anche se ormai patrimonio di un passato più che remoto. Quante cose belle vidi a Fiuggi con l’occhio stralunato di chi non riesce a convincersi che sta vivendo una realtà e non un sogno. E soprattutto mi colpì quella scena davvero curiosa degli ETR marcati STEFER che viaggiavano in città tra auto (poche) e qualche carrozzella, strombazzando per allontanare dai binari l’ignaro pedone e procedendo sui binarietti da 950 mm.

All’epoca la mia passione per le ferrovie, e per quella ferrovia, non si era ancora rivelata. Ma posso dire che ne ero portatore sano, cioè inconsapevole, e che mi stavo innamorando della ferrovia Roma-Fiuggi.

Tante altre vicende hanno poi costellato la mia vita portandomi fatalmente sulle tracce del “trenino” (detesto però questa definizione) e costituendo il cavallo di battaglia della mia modesta cultura ferroviaria. Pertanto oggi sono in condizione di raccontarvi un po’ la storia di questi ETR che tanto incantarono i miei occhi infantili.  Negli anni del dopoguerra, la città termale faceva registrare un crescendo di traffico turistico. In presenza di una motorizzazione privata non ancora in fase di boom, quella ferrovia cosiddetta secondaria, rappresentava l’indispensabile collegamento con la capitale.

Così con un’intesa con le OMS (Officine Meccaniche della Stanga) furono ordinati tre ETR di grande innovazione. Entrati in servizio nel 1954 essi abbassarono con decisione i tempi di percorrenza riducendoli a 2 ore e migliorando nel contempo il confort del viaggio. Erano costituiti da tre casse ed uscirono con il famoso binomio castano-isabella che ricopriva la livrea. I complessi entrati in servizio furono 3 (matr. 801-803) affiancati da un’ulteriore serie costruita nel 1962 con sette esemplari. Questi ultimi ebbero la livrea bianco-blu che poi fu conferita anche ai primi tre. Inoltre ebbero classe unica e solo due porte per lato. Di questa bella flotta di ETR, oggi sopravvive proprio l’801 che ha terminato la carriera in servizio urbano Acotral. Salvato e restaurato da volontari, è presente nel Museo ferroviario di Colonna. Altri quattro esemplari pare siano in possesso di collezioni private.ma non sono a conoscenza in quali condizioni.

Singolare composizione lungo una strada di Roma, di due ETR 800 abbinati

con accoppiatori automatici Scharfenberg di cui erano dotati all’origine (Collezione G. Fiorentino).

      

 
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