Come già accennato in altra sede, il
limite di questa tecnologia rispetto alla
fotoincisione è quello di non poter ottenere
parti in rilievo o incavate, ma soltanto tagli o
incisioni (peraltro molto precisi, vedasi le
saracinesche o le fiancate dei carrelli) e
simulare bullonature, coprigiunti, linee di
demarcazione ecc .
Detto questo, va da sé che può
essere convenientemente utilizzata per la
realizzazione di modelli in cui non vi siano
particolari in rilievo o scavati. Un valido
esempio può essere dato dalla realizzazione del
modello dell’Etr 801che mi accingo a descrivere.
Come al solito, dopo aver recuperato in rete il
figurino con le misure di massima ed un nutrito
numero di fotografie del reale, si riporta (e si
rapporta) il tutto in scala H0 onde ottenere
tutte le misure necessarie per disegnare con
autocad i vari pezzi da far tagliare dai
materiali e spessori occorrenti per la
realizzazione del nostro modello. Quindi
prepareremo un foglio inerente al bronzo da 0,30
mm (fiancate e piccoli particolari, fiancate dei
carrelli, giostra Urbinati), un altro foglio
riguardante l’ottone da 0,50 mm (carrelli,
supporti vari e particolari più robusti) ed
infine un altro foglio relativo all’ottone da 1
mm per i pianali, supporti dei tettini, ecc.
Come sempre detto, questo è il
passo più ostico e importante della
realizzazione, dal momento che dovrà essere
immaginato come ancorare fra loro le varie parti
e quindi prevedere dove andranno eseguiti
incastri, forature, linguette, filettature ecc.
È stato scelto il bronzo per la carrozzeria ed
altre parti perché, a differenza dell’ottone, è
molto più duttile (vedi le griglie del
raffreddamento motori), il taglio risulta netto
e pulito (senza le “bruciature”) e non occorre
“cuocerlo” nelle piegature. Per contro ha un
costo leggermente superiore all’ottone.
Per questo particolare
modello, sono stati usati anche l’ottone da 2 mm
di spessore per i vestiboli delle porte (che
devono risultare incassate nelle fiancate) e
orpella di rame al berillio da 0,1 mm per le
cornicette delle prese d’aria dei motori. Una
volta pronti i disegni, si convertono in formato
CDR (Corel Draw) per poter essere letti dalla
macchina del taglio laser, e si consegnano o si
inviano alla ditta che provvederà a fornirci i
pezzi tagliati nelle quantità e spessori da noi
richiesti.
Particolari ottenuti da lastrina di ottone da
0,3 mm e da lastrina di ottone da 0,5 mm.
Altri particolari che compongono il modello. Una volta in possesso di
tutte le parti tagliate dovremo eliminare con
carta vetrata fine (400/600) tutte le piccole
“bruciature” lasciate dal laser sui pezzi in
ottone, indi dovremo “cuocere” le sole parti in
ottone (non quelle in bronzo!), che dovranno
essere piegate allo scopo di non spezzarle
durante la piegatura. Si inizia il montaggio
saldando sui pianali le cornici dei vestiboli
delle porte che avendo, come già detto, lo
spessore di 2 mm, faranno da riferimento per la
perpendicolarità delle fiancate che andremo
successivamente a posizionare e saldare al
pianale stesso. Continueremo così via
via a saldare tutte le fiancate e, dopo aver
curvato su opportuno diametro le testate,
verranno anch’esse saldate al loro posto.
Nell'immagine è mostrato il montaggio dei
vestiboli.
Come si presenta la carrozzeria dopo la
saldatura delle parti. Montiamo ora i carrelli:
per il carrello
motore ho utilizzato un Halling con interasse 26
mm, completato con un carterino superiore
portante una piccola barra filettata (2 MA) per
la sua rotazione.
Mentre i carrelli
folli sono stati realizzati scatolando i
relativi pezzi di ottone da 0,5 mm di spessore,
completandoli di ruote da 9 mm e di lamelle
prendicorrente da ambo i lati. In particolare,
i carrelli che dovranno impegnare le due giostre
Urbinati, sono dotati di un foro quadrato da 2
mm che accoglie un perno saldato, anch’ esso
quadrato e filettato nella parte terminale, che
insieme ad una rondella particolare (foro
quadrato al centro e cilindrica esternamente)
permetterà la rotazione e contemporaneamente la
sincronia del carrello con la giostra Urbinati.
Carrello motore e carrello giostra Urbinati.
Visione generale dei carrelli folli. Prepariamo gli altri pezzi
occorrenti per il nostro modello: pieghiamo e scatoliamo le coperture dei reostati, i
sottocassa (dove alloggeremo del piombo), e le
piastre dei ganci automatici. Saldiamo
al loro posto le cornicette delle prese d’ aria
motori, diamo una mano di primer al tutto
ovviamente previa sgrassatura e pulitura dei
pezzi. Successivamente spruzzeremo il colore
isabella alle 3 carrozzerie del nostro 801.
Reostati, ganci e sottocassa.
Le casse del convoglio verniciate nel colore
isabella. Non dimentichiamo di scatolare anche le
fiancate in vista dei carrelli, dotandoli
successivamente di balestre, boccole e molloni
elicoidali. A parte avremo preparato in
precedenza i fanali (solito tubetto di ottone da
2,5 mm rastremato e riempito con un pezzetto di
fibra ottica e goccia di resina all’ estremità)
e verniciati in castano. Avremo anche montato
due piccoli circuiti stampati in vetronite
completi di led SMD bianco caldo per
l’illuminazione dei fanali stessi. Ora si
maschererà con scotch da carrozziere le parti
superiori del convoglio e si provvederà a
verniciare in castano le parti rimaste scoperte.
A parte prepareremo i tetti in plasticard da 4
mm (2 fogli da 2 mm accoppiati insieme e
sagomati convenientemente, non dimenticando di
praticarvi con il minidrill un “vuoto” nelle
parti terminali per accogliere i movimenti della
giostra Urbinati), completandoli poi con delle
velette anteriori , sulle quali verranno
applicati i fanali di posizione che, dopo la
verniciatura dai tetti stessi, verranno
completati riempiendo i loro fori con delle
piccolissime gocce di resina caricata di rosso e
di verde.
I tetti del modello.
Lo stemma STEFER fotoinciso. Completiamo le carrozzerie
con le decals disegnate con Corel Draw e
proteggiamole con un sottilissimo strato di
trasparente. Incolliamo al loro posto gli stemmi
STEFER incisi su alpacca da 0,1 mm.
Verniciamo tutto il modello
con vernice trasparente che, una volta
essiccata, ci permetterà di maneggiare
agevolmente e senza danni il modello. Montiamo
ora i finestrini stampati sul solito acetato ed
incolliamo al loro posto le porte, i
mancorrenti, i fanali, i tergicristalli, gli
specchietti retrovisori, i predellini (ottenuti
col solito sistema dello stampo in silicone e
successiva colata di resina) e quant’ altro
concorra a completare il modello. Verniciamo i
tetti in color isabella e le coperture dei
reostati in argento, completiamoli con i
pantografi e, mediante le apposite viti da 1,6
MA svasate, fissiamoli alla carrozzeria. Ora il
nostro meraviglioso 801 è pronto per la partenza
alla volta di Fiuggi!
Due viste del modello completato. Ovviamente questo è un prototipo
con tutti i difetti e le incongruenze che un
modello che si costruisce e si monta per la
prima volta reca con sé ma permetterà, come già
avvenuto, di adottare quelle soluzioni e
modifiche volte a migliorare la costruzione e la
fedeltà per l’ottenimento di un successivo
modello più aderente alla
realtà.
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