La
strada ferrata che collegava Baden con Zurigo fu denominata
“Spanisch-Brötli-Bahn”
perché
ogni giorno partiva da Baden un treno per far giungere a Zurigo la
tipica pasticceria
in tempo
per la colazione del mattino dell’alta società.
di Antonio Gamboni
Durante la prima metà del XIX
secolo, dopo l’apertura della strada ferrata Liverpool-Manchester
(1830), vi fu quasi una corsa da parte degli Stati europei per
realizzare ferrovie. Data la sua posizione geografica, la Svizzera,
che già gestiva un importante traffico per via ordinaria, non poteva
restare in disparte. Inoltre, ai
commercianti elvetici di quel tempo non passarono inosservate le
notizie che i giornali diffondevano circa le prime linee ferroviarie
che andavano ad inaugurarsi in Europa. Regolarmente si leggeva di
storie di viaggiatori che usavano il nuovo mezzo di trasporto con
notevole economia di tempo e danaro; ed ancora, grazie alla
ferrovia, i costi di trasporto diminuivano notevolmente
incrementando lo scambio delle merci.
Gli
stessi commercianti svizzeri che viaggiavano all’estero, però, si
resero anche conto che per realizzare una strada ferrata occorrevano
ingenti investimenti e per di più non era opportuno costruire
ferrovie concorrenziali tra loro. Come poteva, allora, realizzarsi
in un paese alpino come la Svizzera una efficiente rete ferroviaria?
I mercanti, riunitisi a Basilea, Zurigo e Ginevra, giunsero alla
conclusione che il nuovo sistema di trasporto doveva essere di
competenza dei Cantoni, come avveniva per le strade ordinarie.
Risale al 1836, appena un anno dopo l’apertura della prima ferrovia
tedesca, la proposta della Camera di Commercio di Zurigo per
costruire una ferrovia in Svizzera. Dopo che nell’impresa fu
coinvolta anche Basilea, furono avviati studi preliminari per una
linea collegante le due citate città secondo un tracciato
fiancheggiante i fiumi Limmat, Aar e Reno. I governi cantonali
zurighesi e argoviesi promisero di accordare le concessioni
necessarie ed il 17
gennaio del 1838 fu fondata una compagnia ferroviaria avente lo
scopo di realizzare il progetto.
Purtroppo le cose non andarono secondo le previsioni in quanto sia
Basilea Città che Basilea Campagna si opposero e le azioni emesse
dalla società ferroviaria subirono un crollo nell’intera Europa
creando forti difficoltà alla compagnia. Poiché delle circa 30.000
azioni solo 9.000 furono sottoscritte, l’azienda fu liquidata e
tutti i progetti furono archiviati.
Ma i commercianti zurighesi non si diedero per
vinti tanto che, nel 1842, fecero un secondo tentativo chiedendo ai
Cantoni interessati di fornire una garanzia di interesse. Ma neppure
questa volta il tentativo fu coronato da successo. Da un’analisi dei
fatti, possiamo ipotizzare che Basilea, già collegata dal 1844 con
Strasburgo dalla ferrovia alsaziana, aveva desistito dall’impresa
perché era interessata a futuri ampliamenti.
Quando tutto ormai sembrava non più attuabile, ecco che, nel 1847,
il Canton Argovia, che avrebbe preferito una linea passante per il
Bözberg, partecipò alla fondazione della Schweizerische Nordbahn
(SNB), compagnia privata con capitale sociale di 20 milioni di
franchi avente lo scopo di realizzare la linea ferroviaria tra
Zurigo e Basilea.
I soldi però scarseggiavano, così la compagnia dovette accontentarsi
di costruire solo la linea Zurigo-Baden allo scopo di trasportare le
persone benestanti di Zurigo verso le terme di Baden, città
capoluogo del Canton Argovia.
La ferrovia
Per la partenza della linea da Zurigo fu scelta
una località alla confluenza dei fiumi Limmat e Sihl, poco lontana
dal lago omonimo. Il fabbricato viaggiatori era quello classico di
una stazione di testa servita da quattro binari, due per gli arrivi
e due per le partenze, più uno centrale per la manovra delle
locomotive. Il ricovero dei rotabili avveniva attraverso un fascio
di deviatoi e piccole piattaforme girevoli che immettevano in un
ampio capannone.
Partita dalla stazione, la linea, dopo aver
superato su un caratteristico ponte in legno il corso del fiume Sihl,
attraversava un ampio spazio impegnando un lungo rettilineo in
direzione di Baden. Dopo 7 minuti di viaggio, la prima fermata ad
Altstetten, centro abitato non proprio vicino alla ferrovia;
seguiva, ancora a 7 minuti, un altro paesino denominato Schieren. Di
qui e fino a Dietikon, altri 6 minuti di viaggio, poi la strada
ferrata si accostava con ampia curva prima ad una grossa ansa del
fiume Limmat per discostarsi nuovamente. Il tratto più lungo, 25
minuti, era quello da Dietikon a Baden. Per la sua realizzazione,
come vedremo, vi furono alcune difficoltà.
Dunque, per andare da Zurigo a Baden occorrevano
45 minuti, fermate comprese.
La stazione di Baden fu eretta al termine del
traforo
Schlossberg. Sebbene di testa, il fabbricato
viaggiatori fu posizionato lateralmente alla linea ferroviaria e
ciò, con molta probabilità, in previsione di un prolungamento della
stessa. Come nella stazione di Zurigo, anche a Baden l’accesso ai
convogli da parte dei passeggeri avveniva al coperto, sotto ampie
tettoie. Anche qui vi era una rimessa per rotabili con annessa
officina per la piccola riparazione.
I complessi delle due stazioni sono oggi visibili
nelle pregevoli immagini dell’epoca riportate in queste note.
Cartina con la strada ferrata Zurigo - Baden.
In rosso è stato evidenziato il tracciato della ferrovia con
indicazione dei paesi per i quali era stata prevista una fermata;
in celeste chiaro il percorso del fiume Limmat.
(fac-simile di un documento del 1847
elaborato, coll.
A. Gamboni)
Due immagini della stazione di Zurigo ed una planimetria della
stessa.
Si notino nel primo dipinto il ponte in legno sul fiume Sihl ed
un treno che entra in stazione proveniente da Baden.
(da "La saga ferroviaria della Svizzera", Zurigo 1996).
La seconda immagine, invece, mostra la stessa stazione vista dal
lato opposto. Da uno studio comparato con la pianta è possibile stabilire i
due punti di vista (da " 100 Jahre Schweizer Eisenbahn", Zurigo
1947).
Pregevole incisione della stazione di Baden vista dal punto
terminale della linea e la relativa planimetria
che mostra la dislocazione degli edifici (da "La saga
ferroviaria della Svizzera", Zurigo, 1996).
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Il
progetto della Zurigo-Baden, che
prevedeva uno sviluppo di 23,3
chilometri, era stato studiato da
Luigi Negrelli, un ingegnere di
origine italiana che in quel tempo
lavorava in Svizzera. La quasi
totalità del percorso era
pianeggiante e costeggiava in parte
il fiume Limmat; solo per l’ultimo
tratto vi furono dei problemi per il
superamento di alcuni rilievi. In un
primo tempo il Negrelli aveva
proposto l’impiego di una trazione
funicolare azionata da macchine a
vapore fisse; poi si decise per lo
scavo di una galleria, la
Schlossberg, i cui lavori richiesero
molto impegno e terminarono il 14
aprile del 1847. Ecco cosa scrisse
la stampa a tale riguardo: “Ieri
sera è arrivata da Baden la notizia
che qui la galleria è aperta e che i
lavoratori, da entrambi i lati
corrono l’uno verso l’altro,
salutandosi cordialmente”. Per
l’evento, fu offerto un rinfresco
alle maestranze ed agli operai.
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La
copertina della planimetria in
fac-simile (coll.
A. Gamboni) e
incisione raffigurante l'ing. Luigi Negrelli al tempo della costruzione
della ferrovia (da wikipedia).
Pochi giorni dopo l’apertura della galleria
Schlossberg, a Zurigo si festeggiò l’arrivo della prima locomotiva.
E fu ancora la stampa il 25 marzo 1847 a dare notizia
dell’avvenimento: “Delle quattro locomotive - Aar, Rhein, Reuss e
Limmat - che sono state consegnate dalle officine di Emil Kessler di
Karlsruhe, è stata la Aar la prima ad arrivare ieri nella stazione
di Zurigo; le rimanenti dovrebbero giungere prossimamente.
Lietamente definiamo questi simboli del progresso benvenuti presso
di noi”. L’inizio delle corse di prova così fu annunziato il 7
maggio: “Ieri sera la prima locomotiva ha fatto manovra su suolo
zurighese; era questa la Aar che ha percorso lentamente con tender
e vagone il primo binario della stazione di Zurigo, ha superato poi
il nuovo ponte sul fiume Sihl ed è andata con crescente velocità
nella piana del
Sihl, superandola. Una grande folla vi
era tanto presso la stazione quanto lungo la strada ed ai paesi, e
nonostante tutti i solleciti di non varcare le sbarre, non sempre
ciò è avvenuto perché vi era il pericolo che spettatori ignari
andassero sui binari”.
Questo primo viaggio di prova fu fatto
dall’ispettore generale Negrelli accompagnato da tecnici ed alcuni
membri della direzione. Al termine fu redatta una relazione su
percorso, locomotiva e vagone.
Alcune settimane più tardi furono effettuati altri viaggi di prova
fino a Wettingen, ed il 15 luglio ebbe luogo il primo trasporto
di persone sulla NordBahn; lo Schutzenkomitee elvetico ebbe l’onore
di essere i primi passeggeri coi suoi cento membri.
Tuttavia non mancarono oppositori
all’iniziativa. I primi furono i medici di Zurigo i quali dicevano
che l’apertura della ferrovia era nociva alla salute perché a causa
della velocità enorme, le persone erano prese da “delirium furiosum”.
Poi un’altra protesta veniva dai contadini presi dalla paura che i
camini sfavillanti delle locomotive avrebbero bruciato i campi ed i
cortili delle abitazioni.
Manifesto
del 1846 stampato per pubblicizzare
la Schweizerische NordBahn.
(da "La saga ferroviaria della
Svizzera", Zurigo 1996)
Copertina
a vivaci colori del libro
commemorativo
edito nel
1947 in occasione dei 100 anni della
ferrovia.
(coll. A.
Gamboni)
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L’inaugurazione
della linea Zurigo-Baden
Era sabato 7
agosto 1847 ed una gran folla,
nonostante fosse una giornata
uggiosa, si era riversata sin dal
mattino per assistere ad un evento
che la stampa dell’epoca così
definì: “Nonostante la mancanza del
più fugace raggio di sole,
ricordiamo questa giornata come
brillante e luminosa perché dedicata
alla festa che prima di noi molte
nazioni hanno celebrato con la
coscienza di essersi appropriata la
più bella conquista dello spirito
inventivo dell’uomo”.
Ed
ecco come si svolse la cerimonia di
apertura della prima strada ferrata
svizzera che proponiamo con uno
scritto sui festeggiamenti riportato
sul “Neue Zürcher Zeitung” dell’8
agosto 1847: “Erano circa le ore
11.30 quando colpi di cannone
annunciarono l’arrivo delle autorità
argoviesi e degli altri ospiti
raggiunti a Baden dai membri della
direzione, che in 33 minuti avevano
percorso il tragitto per il quale
occorrevano normalmente circa 5 ore.
Gli ospiti furono accolti dal
presidente della direzione signor
Escher-Hess nella sala d’aspetto
della stazione, abbellita per
l’occasione con piante d’ornamento.
Al termine del suo discorso egli
ricordò con ragione i penosi e
dolorosi sforzi fatti da lui e dai
suoi colleghi per arrivare ai primi
risultati.
Gli
edifici della stazione, cominciando
da quelli situati nella parte
orientale, in prossimità della parte
più bella della piazza, furono
visitati dagli invitati; si trattava
dei portici situati l’uno accanto
all’altro e destinati all’arrivo e
alla partenza dei viaggiatori;
ognuno di questi era collegato ad un
fabbricato; quello a sud, verso la
città, serviva ai viaggiatori e
quello a nord comprendeva un
magazzino e un appartamento di
servizio. In seguito ci fu la visita
ai binari, alle diramazioni e
all’edificio in cui si trovavano i
locali per il servizio
dell’esercizio, il riscaldamento, il
deposito per le locomotive e le
officine di riparazione. Infine fu
visitato il nuovo ponte in legno sul
fiume Sihl, che fu ricostruito in
seguito alle inondazioni dell’anno
precedente.
Alla
una in punto il treno partì
verso Baden con circa 140 persone a
bordo. Sul davanti della locomotiva
Aar, decorata con molti bei fiori, c’erano due macchinisti
zurighesi in divisa che portavano un
vessillo. Il terzo macchinista,
anche lui zurighese, guidava la
locomotiva.
Agganciati ad essa c’erano un vagone
aperto, occupato da musicanti, e gli
altri vagoni.
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Lungo la linea la maggior parte dei
posti di sorveglianza era decorata con foglie di quercia e ghirlande
di fiori.
Verso Baden il
cielo si fece più chiaro, e ciò
permetteva di ammirare le belle
sponde della Limmat e i magnifici
angoli della città. Ovunque, ma specialmente
nelle stazioni di Zurigo e di Baden,si accalcava una grande folla.
Alla stazione di Baden i passaggi dal portico di arrivo fino
alla sala d’accoglienza erano riccamente adornati con fiori e piante
ornamentali”.
Dunque, ad effettuare il viaggio inaugurale fu la
locomotiva Aar e non la
Limmat, come riportano alcune fonti.
Dalla consultazione del
primo orario del 1847, si nota un traffico alquanto modesto: solo
quattro corse giornaliere da Zurigo a Baden e viceversa. Se poi ne
ricaviamo un orario grafico, si arguisce che era sufficiente alla
bisogna una locomotiva soltanto anche se, come abbiamo visto, furono
consegnate da Kessler quattro macchine aventi il nome di altrettanti
fiumi: Aar,
Rhein, Reuss e Limmat.
Il pubblico fu ammesso a viaggiare sulla prima ferrovia svizzera
solo due giorni dopo l’inaugurazione, il 9 agosto 1847.
Orario del 9 agosto 1847 (fac-simile, coll.
A. Gamboni).
La ferrovia Zurigo-Baden fu ben presto
denominata con l’appellativo dialettale “Spanisch-Brötli-Bahn”. I
celebri Brötli spagnoli erano una sorta di pasticcini noti
per il loro gusto e la loro fragranza. Essi erano una specialità
della città di Baden ed in nessuna altra parte di tutta la Svizzera
erano disponibili. Già alla fine del XVIII secolo era uso a Zurigo,
nelle abitazioni dei benestanti,
servire a tavola i Brötli
freschi come colazione del mattino. Affinché questi pasticcini
potessero essere serviti per tempo, i domestici dovevano recarsi di
notte a Baden dove, alle quattro del mattino, li trovavano già
pronti per la vendita. Dopo un viaggio che durava circa quattro ore,
il personale di servizio tornava a Zurigo con il desiderato carico,
giusto in tempo per la colazione dei padroni.
Con l’apertura della ferrovia, i domestici trassero un respiro di
sollievo perché liberati dalle lunghe marce; i “Brötli spagnoli”
venivano trasportati ora con il primo treno della NordBahn e
arrivavano ogni giorno ancora caldi sulle tavole di Zurigo.
Il
convoglio storico
Il treno
inaugurale, come abbiamo letto, fu
trainato dalla locomotiva
Aar, una macchina realizzata dal
württemberghese Emil Kessler nelle sue officine di
Karlsruhe. Egli aveva copiato le
locomotive che l’americano
William Norris esportava in
tutta Europa. Ritenute le migliori macchine
dell’epoca, le Norris avevano
rodiggio 2-1-0 ed
erano denominate
long-boiler
per la lunga caldaia con il focolare
posto in corrispondenza dell’unico
asse motore; collocazione, questa,
per conferire alla locomotiva la
massima aderenza possibile.
I cilindri
erano due, leggermente inclinati ed
esterni al telaio; inoltre il
carrello anteriore permetteva una
facile iscrizione in curva della
locomotiva che
era alimentata
a legna, poteva viaggiare alla
velocità massima di 40 km l’ora ed
era munita di un parascintille posto
sul fumaiolo per proteggere sia
l’ambiente circostante che il
personale di macchina che, come
noto, a quei tempi viaggiava allo
scoperto.
Figurino
della locomotiva "Aar" (coll. A.
Gamboni).
Tornando alla
Aar costruita da Kessler,
osserviamo che egli “adattò la
locomotiva americana al mercato
europeo” sostituendo la caldaia con
una di tipo “Stephenson” su telaio
in metallo e posizionando i cilindri
dinanzi al carrello ed in
orizzontale. Delle prime quattro
locomotive fornite da Kessler, la
Aar e la
Limmat erano ad asse motore
unico.
Poiché lo sforzo di trazione con un
solo asse risultò insufficiente, il
Kessler ne aggiunse un secondo, come
si vede nella sottostante immagine
che ritrae la
Rhein.
La "Rhein", una delle locomotive a due
assi motori, fotografata nel
1867 alla stazione di Zurigo.
(da "La saga ferroviaria della Svizzera", Zurigo 1996).
Replica funzionante della "Limmat"
esposta al Museo dei Trasporti di
Lucerna.
(da
www.marklinfan.com foto di M.
Rinaldi)
La cronaca non
precisa la composizione del
convoglio, tuttavia sappiamo che vi
era un furgone bagagliaio per il
trasporto delle merci, Brötli di
Baden compresi, vetture di prima
classe chiuse e molto confortevoli,
di seconda anch’esse chiuse e di
terza scoperte. Per tutte l’accesso
avveniva tramite terrazzini posti
alle testate. Queste vetture avevano
una struttura lignea, erano
sprovviste di organi repulsori ed
erano agganciate tra loro con barre
rigide.
Lo storico "Spanisch Brotli Bahn"
ricostruito nel 1947.
Nella foto, ritratto durante i festeggiamenti del
150-ario
delle Ferrovie Svizzere (da
www.sbbhistoric.ch).
In sovrapposizione, biglietto
emesso per la celebrazione di cui
sopra (coll. G. Vitiello).
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