E’ complesso stabilire l’inizio del soccorso dei
feriti col treno. Si ha notizia di un primo uso a tale scopo nel
1848 da parte dei Prussiani in un conflitto in Danimarca.
Gli Austriaci nel 1849 adoperano la ferrovia durante la campagna
d’Ungheria per reprimere dei moti insurrezionali.
Per noi Italiani è molto importante la Guerra in
Crimea combattuta al fianco dell’Esercito Inglese nel 1855 contro
l’Impero Ottomano. In quel frangente i genieri inglesi realizzano
delle ferrovie militari usate anche per recuperare i soldati feriti
dai campi di battaglia.
Celebre
è la ferrovia “Balaclava Railways”: all’andata movimenta le truppe
presso i campi di battaglia ed al ritorno ricovera i soldati feriti
all’ospedale da campo di Balaclava. In questo teatro di guerra
spicca la figura di una nobile donna magari inglese nata a Firenze, Florence
Nightingale che riesce ad organizzare, con l’aiuto di 37
soccorritrici, le prime infermiere volontarie della storia e molti
ospedali da campo. Esse si prodigheranno per assistere anche i
soldati affetti dall’epidemia di colera che mieterà ben 70.000
uomini. Durante la Seconda Guerra d’Indipendenza, il 20 maggio 1859,
nella battaglia di Montebello, l’Esercito Franco-Piemontese
impegnato contro l’Armata Imperiale Austriaca del Conte Gyulai usa
in maniera massiccia il treno per il recupero dei feriti. Questi
sono trasportati con carretti trainati da muli alla stazione di
Voghera dove attendono i treni sanitari con dei traballanti carri
merci (veri “Treni di Cartone”) col pianale ricoperto di paglia per
attutire almeno in parte gli scossoni trasmessi dalle ruote a razze
senza efficaci sospensioni nell’impegnare le frequenti giunzioni
delle rotaie, spesso lunghe solo sei metri.
Il lancio dei treni ospedale avviene però nella
Guerra Civile Americana. Nel 1862 sono realizzate per la prima volta
delle carrozze appositamente studiate per il trasporto e
l’assistenza dei feriti con carrelli dotati di buone sospensioni e
barelle ancorate con supporti elastici per offrire un comfort ai
feriti. Sono dotate di medici, infermieri, cucina ed un efficiente
riscaldamento a vapore con una condotta alimentata dalla stessa
locomotiva.
Il generale Giuseppe Garibaldi utilizza molto il treno nelle
battaglie sul fiume Volturno. Negli scontri con l’Esercito
Borbonico, a Sant’Angelo in Formis recupera i feriti e li porta alla
stazione di Santa Maria Capua Vetere (allora denominata Santa Maria
Maggiore) dove è in attesa il treno sanitario sulla “Linea
Borbonica” Napoli-Capua-Cassino-Ceprano. Altro scontro sanguinoso
avviene presso il cavalcavia della ferrovia nella stessa Città.
Famoso è l’episodio dell’esuberante Generale
quando a bordo del treno che movimenta le truppe da Nocera, prima
dell’arrivo a Napoli, intima improvvisamente al macchinista
l’arresto della locomotiva a vapore per dar luogo ad un bisogno
fisiologico mentre ammira la singolare bellezza del Golfo e della
circostante natura.
Questi treni vedevano alla loro testa locomotive
a vapore a due o tre assi, generalmente di costruzione inglese, con
motore a semplice espansione, senza una vera cabina di condotta, per
cui il macchinista ed il fuochista operavano alle intemperie.
Ricordavano ancora molto le prime macchine realizzate da Stephenson.
Treno militare
ottocentesco in un dipinto di Q. Cenni (da pubblicazione E. I.).
Dopo aver assistito in prima persona alle
tragedie che avvenivano sui campi di battaglia, Henry Dunant ed il
medico di Capua Ferdinando Palasciano fondano la Coce Rossa,
associazione avente lo scopo del soccorso sanitario in guerra, nelle
calamità naturali e nelle più svariate emergenze. In Italia la Croce
Rossa è fondata il 15 Giugno 1864. Con la Convenzione di Ginevra del
22 agosto 1864 sono precisati i principi di soccorso in guerra,
cancellando il concetto di “nemico”, in nome del superiore interesse
delle cure da prestare ai sofferenti.
Il primo vero treno ospedale italiano vede la
luce all’Esposizione Industriale di Torino nel 1884, composto da
vetture della Società Veneta (SV) e delle Strade Ferrate Alta Italia
(SFAI). Questo treno farà sosta nelle principali stazioni
ferroviarie italiane fino a Napoli con esercitazioni e dimostrazioni
al pubblico.
I Treni ospedale italiani saranno 15,
identificati con numeri romani (ad esempio: treno II, treno VII,
treno XIII). All’inizio del Novecento il materiale rotabile è
costituito essenzialmente da vetture a terrazzini dell’ex Rete
Mediterranea classificate CT tipo 1904 e FS tipo Clz 1910.
Le carrozze della Rete Mediterranea e della Rete
Adriatica essendo dotate di terrazzini alle estremità non consentono
un agevole passaggio del Personale, mentre le vetture FS e le “Centoporte”
lo permettono grazie ai mantici d’intercomunicazione.
Sezione longitudinale e
pianta di una carrozza ospedale a terrazzini della R. M. (coll. A.
Gamboni).
Immagine d'archivio
della carrozza R. M. di cui sopra.
Le locomotive a vapore assegnate ai treni
ospedale sono le Gr 290 FS costruite in 338 esemplari dal 1899 al
1913, a tre assi a vapore saturo e semplice espansione con
distribuzione Stephenson a due cilindri esterni e le Gr 650,
costruite in 55 unità dal 1884 al 1896, a tre assi con carrello di
guida anteriore, vapore saturo a semplice espansione con
distribuzione Gooch con motore a due cilindri esterni.
Cianografia della
locomotiva del gruppo 290.218 F. S. (coll. A. Gamboni).
Il personale di un treno ospedale è composto da
un delegato della Croce Rossa come direttore, un medico capo come
direttore sanitario, tre medici assistenti, un contabile, un
sacerdote, quattro sorveglianti capi infermieri, un cuoco, venti
infermieri e sei inservienti.
E’ presente una sala operatoria, una farmacia ed
un’attrezzata cucina. Il riscaldamento avviene con la condotta a
vapore della locomotiva, con scaldiglie elettriche o con una
semplice stufa a carbone o a legna. Le barelle sono sospese con funi
elastiche ed un treno può trasportare fino a cento feriti.
Treno soccorso a Torre del Greco durante
l'eruzione del Vesuvio del 1906 (da sito internet).
Il terremoto di Messina, avvenuto il 28 Dicembre
1908 con una scossa del decimo grado della scala Mercalli, determina
la morte di oltre centomila persone tra Messina e Reggio Calabria.
In questa occasione sono massicciamente impiegati
i treni ospedale. Il primo a giungere al traino della locomotiva FS
290 è il XIII, partito da Roma. Al ritorno gli ammalati più gravi
sono ricoverati negli ospedali di Napoli e Roma.
Altri treni ospedale sono quelli del Sovrano
Militare Ordine di Malta, molto simili per composizione a quelli
della Croce Rossa e della Sanità Militare. Le carrozze, in numero di
quattro, sono FS e possono ospitare fino a 206 feriti.
L'imbarcadero di Messina sarà distrutto dal
terremoto del 1908 (coll. A. Gamboni).
Ma l’impiego massiccio dei treni ospedale avviene
nel corso della Grande Guerra. Chi non ricorda la scena del film con
Alberto Sordi e Vittorio Gassman quando i protagonisti si trovano in
una stazione ove stanno scherzando e ridendo, ma, quando arriva un
treno ospedale dal fronte col suo carico di soldati gravemente
feriti e mutilati, restano inorriditi.
Foto di archivio del Posto di soccorso
ferroviario della CRI n. 47 (Guerra 1915-18).
Treno Ospedale composto da carrozze
centoporte (da sito internet).
Concludiamo con una curiosità. Anche vetture
americane hanno fatto parte della composizione dei treni ospedale
italiani. Nel 1906 le neonate Ferrovie dello Stato avevano bisogno
di nuove carrozze e non potendo l’industria nazionale far fronte
agli ordinativi, si rivolgono all’American Car & Foundry di New York
che realizza 30 carrozze. L’aspetto è tipicamente americano con
sopralzo centrale sull’imperiale (il tetto) con funzione di
lucernario, grandi finestrini, lussuose poltrone girevoli rivestite,
cassa rivestita con listelli in legno. Non hanno successo a causa
delle dimensioni e della lunghezza che ne limita l’uso sulle nostre
linee. Nel 1937 una di queste carrozze viene trasformata in Vettura
Trasporto Feriti con la classificazione Vsz 800.002. Nel 1963
diviene carrozza dormitorio per far parte del treno appoggio al
carro gru del treno soccorso di Napoli. E’ stata demolita nel 1997.
I treni ospedale possiamo considerarli gli
antenati dei “Treni Bianchi”. Anch’essi sono in continua evoluzione:
basti pensare che è stato organizzato un treno speciale all’uopo
allestito per trasportare ammalati in pellegrinaggio alla Madonna di
Loreto adoperando da Milano il treno ad alta velocità “ITALO”.
|