Per la ferrovia Circumvesuviana – ad
onta dei disservizi che purtroppo ne
caratterizzano oggi il (mal)funzionamento – gli
anni che terminano per “4” dovrebbero costituire
sempre motivo di gioia e di nostalgica memoria
di tre lietissimi avvenimenti. Al termine del
1904, esattamente il 28 dicembre, veniva infatti
inaugurata la linea Napoli-Torre
Annunziata-Poggiomarino (a trazione elettrica),
nel 1924 cominciavano i lavori di
elettrificazione della Napoli-Ottajano-Sarno,
nel 1934 veniva inaugurata la tratta da Torre
Annunziata a Castellammare di Stabia, primo
stralcio della linea che avrebbe condotto nel
1948 i treni avorio-rosso verso Sorrento. Si
tratta – come si vede – di avvenimenti di non
poco conto, che hanno segnato profondamente
tutta l’area vesuviana fornendole uno
straordinario mezzo di comunicazione rapida per
unire tutti i Comuni della zona con il capoluogo
partenopeo.
Orario del 1912 delle
Napoli-Ottajano e Circumvesuviana (Archivio
SFSM) e
cartolina pubblicitaria
della stessa ferrovia (coll. A. Gamboni).
Con R. D. n. 146 dell’11 aprile 1901,
fu approvata la convenzione (sottoscritta il 6 aprile 1901 dallo Stato, dalla
Società Anonima per la ferrovia Napoli - Ottajano
e dalla Società Meridionale di Elettricità)
relativa alla concessione della ferrovia
Circumvesuviana a sezione ridotta, da costruirsi
in prolungamento della Napoli - Ottajano
mediante i nuovi tronchi Ottajano - Sarno (in
realtà San Giuseppe - Sarno) e Napoli (Barra) -
Poggiomarino. Il progetto, presentato da
Emanuele Rocco il 25 luglio 1899, fu approvato
dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il
30 agosto successivo; il termine utile per
l’ultimazione dei lavori fu fissato in tre anni.
Intanto, con verbale dell’assemblea dei soci del
16 maggio 1901, la S. A. per la Ferrovia Napoli - Ottajano assunse la nuova denominazione di
Società Anonima Strade Ferrate Secondarie
Meridionali (SFSM). Lungo il primo tronco
(prolungamento Ottajano - Sarno), dopo quella di
Ottajano, si incontravano, oltre quella di San
Giuseppe Vesuviano, le stazioni di Terzigno,
Poggiomarino, Striano, San Valentino Torio ed
infine Sarno.
La stazione di Sarno all’epoca
della trazione a vapore (coll. A. Gamboni).
Percorrendo la Napoli -
Poggiomarino, dopo le stazioni di Napoli corso
Garibaldi e Napoli via Pascone, seguivano quelle
di San Giovanni a Teduccio, Barra, San Giorgio a
Cremano, Cassano-Campitelli, Bellavista,
Pugliano, Torre del Greco, Tre Case, Torre
Annunziata, Boscotrecase, Boscoreale, Pompei
Scavi, Valle di Pompei, Scafati e quindi
Poggiomarino. A queste andavano aggiunte le
fermate facoltative di via Salute (Portici) –
Pini d’Arena (Resina) – via del Monte e via
Leopardi (Torre del Greco) e S. Pietro
(Scafati).
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La primitiva
stazione di
Bellavista. Nel
grande edificio
che si trova sul
lato sinistro vi
era un mulino
(coll. V.
Simonetti), e .
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quella di Cassano-Campitelli-Bellavista,
progettata e
realizzata
dall’architetto
Carlo Avena nel
1927. Oggi
l’edificio –
riconosciuto il
suo valore
storico – è
stato
riconvertito ad
usi residenziali
(coll. E. Bevere).
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La stazione di Pugliano
serviva anche la cittadina di Resina, sorta
sull’antica Ercolano della quale ha oggi preso
il nome; rivestiva notevole interesse turistico
quale luogo di partenza per raggiungere la nota
funicolare inaugurata il 6 giugno 1880. Proprio
di fronte ad essa si trovava infatti la stazione
di valle (anch’essa definita “Pugliano”) della
tramvia elettrica, entrata in esercizio il 28
settembre 1903, che raggiungeva la stazione
inferiore della funicolare del Vesuvio. Si era
in tal modo concretizzata la costruzione di un
anello ferroviario “circumvesuviano” completo,
interamente sviluppato intorno al complesso
vulcanico del Monte Somma e del Vesuvio,
omogeneo per caratteristiche costruttive e per
modalità di gestione.
La vecchia stazione di Resina
(oggi Ercolano) e, di fronte, la stazione di Pugliano della ferrovia vesuviana.
(coll. A. Gamboni)
La linea, come detto, entrò in
funzione il 28 dicembre 1904 ed acquistò sempre
maggiore importanza per i collegamenti con il
capoluogo delle numerose località densamente
abitate esistenti alle falde del Vesuvio. Il
servizio offerto copriva una lunga serie di
esigenze tipiche del territorio: da quelle
residenziali a quelle industriali e commerciali
a quelle turistiche. Prova ne sia che tutte le
stazioni erano dotate di magazzino e piano
caricatore per le merci; inoltre, il passaggio
per luoghi come i Santuari di Madonna dell’Arco
e Pompei, nonché per i siti archeologici della
stessa Pompei e di Ercolano lascia intendere
quali fossero le potenzialità turistiche di un
simile collegamento.
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Rara
immagine della
stazione di
Pompei Valle nei
primi tempi di
esercizio della
Circumvesuviana.
Si notino le
elettromotrici
con presa ad
asta e rotella
(Archivio
fotografico
Giuseppe Bruno).
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La linea si sviluppava secondo
lunghe tratte rettilinee e curve di grande
raggio, limitato a 140 m soltanto in casi
particolari, per complessivi 70 km - comprensivi
dell’originaria tratta Ottajano – Napoli di 24
km - e con pendenze limitate al 3%. La distanza
media dei passaggi a livello era di circa 650 m
viste le numerose sedi stradali da attraversare;
lungo il tracciato si incontravano 5 ponti in
ferro e un viadotto della lunghezza di 45 m.
L’opera più significativa era certamente
costituita dal ponte metallico sul Sarno; molto
suggestivo era anche l’attraversamento in
galleria artificiale del Bosco della Reggia di
Portici.
Tre locomotive a vapore
(da sinistra a destra quelle numerate 7, 5 e 1)
collaudano il ponte sul fiume Sarno.
(Archivio Circumvesuviana)
Ciò che maggiormente colpì
della nuova realizzazione fu certamente
l’utilizzo della trazione elettrica sulla linea
da Napoli a Poggiomarino: a tale scopo, in
aggiunta e parziale modifica della convenzione
del 6 aprile 1901, il 14 febbraio 1904 era stato
approvato l’atto stipulato il 16 gennaio 1904
tra la Prefettura di Napoli e la SFSM per
l’impianto della trazione elettrica sul tronco
Napoli - Valle di Pompei di 26.290 km, da
eseguire secondo i progetti datati 14 marzo ed 8
giugno 1903. Le notizie dei lavori di
elettrificazione della linea furono riportati
entusiasticamente dalla stampa dell’epoca: oltre
alla linea aerea di contatto, a sospensione a
catenaria semplice, ed al collegamento elettrico
dei tronchi di rotaia, i lavori comprendevano
anche la costruzione di due stazioni di
alimentazione ubicate a Torre Annunziata ed a
Napoli. Le stazioni elettriche erano
equipaggiate con motori a vapore della potenza
rispettivamente di 2060 e 970 HP.
L’alimentazione della linea era a corrente
continua a 650 Volt. Per la trazione dei
convogli furono acquistate quindici
elettromotrici (ED001÷ED015) che, allo stato
d’origine, erano equipaggiate di doppia presa di
corrente ad asta e rotella ed erano dotate di
due motori elettrici della potenza di 50 HP, in
grado di lavorare in serie o in parallelo e di
spingere il treno fino alla velocità massima di
50 km/h. Il 1904 segnò anche l’arrivo di un
numeroso lotto di carrozze di I, II e III classe
costruite nel napoletano dalla Ditta Benvenuti.
L’intervento di elettrificazione da Napoli a
Valle di Pompei fu completato il 22 marzo 1905.
Ma anche la linea a vapore fu ammodernata e
potenziata come dimostra il fatto che tra il
1903 e il 1905 giunsero a Napoli quattro
locomotive “Saronno” e tre locotender “Esslingen”.
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Elettromotrice della
Circumvesuviana allo stato d’origine, con presa
di corrente ad asta e rotella
(Archivio fotografico
Giuseppe Bruno) e suo disegno (Archivio SFSM).
Disegno proveniente dall’Archivio della
Circumvesuviana delle
locomotive acquistate
dalla Saronno e dalla Esslingen
tra il 1903 e il 1905.
Se certamente i 110 anni dalla
realizzazione dell’intero anello
“circumvesuviano” costituiscono il più
significativo dei tre anniversari da celebrare,
non meno importanti appaiono gli altri due,
anche se il 1924 segna soltanto l’inizio dei
lavori di trasformazione della Napoli-Ottajano
(termineranno nel 1926 con la cessazione della
trazione a vapore su tutta la rete sociale) e il
1934 solo una tappa dell’avvicinamento
progressivo della Circumvesuviana a Sorrento.
Con l’elettrificazione
dell’intera rete le elettromotrici appaiono
anche sulla Napoli-Ottaviano-Sarno:
qui vediamo la ED015 a
Cercola, già dotata di pantografo al posto
dell’asta e rotella (Archivio Circumvesuviana).
Fu proprio nel 1926 che ebbero
inizio i lavori di prolungamento della linea da
Torre Annunziata a Castellammare dove furono
costruiti uno scalo merci ed una stazione
passeggeri; nel piazzale della stazione fu
stabilito anche il nuovo capolinea della linea
tramviaria Castellammare – Sorrento al fine di
stabilire un più facile interscambio trra i due
vettori. Il prolungamento - autorizzato con
convenzione del 24 ottobre 1932 a sua volta
approvata con il R.D. 1759 del 10 novembre 1932
- venne inaugurato il 26 luglio 1934. Lungo il
percorso – perfettamente inserita nell’ambiente
circostante con i suoi colori bianco-rosso – la
stazione di Pompei-Villa dei Misteri consentiva
di accedere ai celebri scavi archeologici
dall’ingresso di porta Marina, oggi il più
frequentato forse proprio per la vicinanza della
stazione ferroviaria.
Concludiamo con due
foto di stazioni, ambedue opera del celebre
architetto Marcello Canino.
A sinistra quella di
Pompei - Villa dei
Misteri (coll. A. Gamboni),
a destra quella di Castellammare di Stabia
(Archivio Circumvesuviana).
Come si vede, ben altro era il
fervore di tutti questi anni rispetto al
grigiore diffuso che caratterizza le
“prestazioni” attuali della Circumvesuviana:
siano questi ricordi anche un auspicio che la
ferrovia possa tornare a livelli di esercizio
come quelli di tanti anni fa!!!
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