Cartina F° 24 del 1894
(particolare) con evidenziato in rosso il percorso della
Napoli-Nola-Bajano.
(coll. A.
Gamboni)
Rara cartolina della stazione
di Napoli al Corso Garibaldi della ferrovia
Napoli-Nola-Bajano.
Il Corso è stato ultimato da
poco e la "Società Anonima dei Tramways Napoletani" ha istituito
la linea "Barbaia-Reclusorio"
con fermata dinanzi alla stazione della ferrovia per Bajano.
(coll. F.
Crisci)
Partita dalla stazione Napoli al
Corso Garibaldi, chiusa da edifici e da muri di cortili lungo
via Casanova, la linea per
Bajano, dopo aver superato a livello la via Arenaccia, volgeva
leggermente a sinistra lasciando sulla destra la costruenda
piazza Nazionale; costeggiava per breve tratto la sede della
Strada Vecchia di Poggioreale e, piegando a destra con una
grande curva, sottopassava la ferrovia per Benevento-Foggia
delle Strade Ferrate Romane portandosi sul fianco della
Strada Nuova di Poggioreale. Dopo aver costeggiato questa grande arteria, lasciava sulla destra lo
zuccherificio Valsacco, la Società Ligure Napoletana ed il
Macello per fermare a Poggioreale dopo circa tre chilometri di
percorso.
Questa stazioncina si trovava nei
pressi dell’emiciclo del Cimitero e poco discosta dal “Muro
finanziero”, la cinta daziaria realizzata da Stefano Gasse nel
1837, ancora oggi esistente, anche se in uno stato di totale
abbandono.
Prima della stazione il binario
traversava a livello la via delle Ferriere, così denominata per
la presenza di antiche fonderie di ferro in aperta campagna. Dopo la fermata, con un secondo passaggio a livello tagliava
l’antica via Traccia lasciando a sinistra la collina di
Poggioreale con il Cimitero monumentale fra una fitta selva di
secolari cipressi e di salici ed a destra una verde conca posta
alle falde del Vesuvio con “una miriade di bianchi casolari”.
A parte un discreto traffico
passeggeri nei primi di novembre in occasione della
tradizionale commemorazione dei defunti, la stazione di Poggioreale (km
2+458)
era stata costruita unicamente per far fronte ad un
servizio merci generato dalla presenza in zona di numerose
fabbriche ed opifici. In questa stazione salivano
due doganieri per scortare i treni diretti a Napoli.
Tornando alla ferrovia,
all’altezza dello zuccherificio la linea iniziava a correre
parallelamente alla strada ferrata per Roma (Via
Caserta-Cassino), seguendone
l’andamento curvilineo. Dopo circa tre chilometri, superato su
ponti in pietra per ben due volte un corso d’acqua detto
Fosso della Volla, il percorso dirigeva a NE sempre
tenendosi a costa della vecchia Napoli-Roma per altri quattro
chilometri al termine dei quali piegava a sinistra. Quindi
tagliava prima la Strada Nazionale delle Puglie e, subito dopo,
sottopassava le monumentali arcate dell’Acquedotto Carmignano le
cui acque alimentavano numerosi mulini del capoluogo partenopeo.
Curvando a destra, poi, si raggiungeva la fermata di Casalnuovo,
distante circa 600 metri dal centro abitato che si trovava alla
sinistra della ferrovia. La stazione, eretta al km 9+271, era
racchiusa tra due passaggi a livello dei quali il primo sulla
via Arcora, dal nome dell’antico agglomerato urbano sulle cui
rovine sorgerà Casalnuovo.
Subito dopo, a circa 200 metri
dalla stazione, la nostra
‘ridotta’
superava con un ponte in muratura a tre luci la linea
ferroviaria per Roma che fino ad allora aveva costeggiato e
proseguiva in una magnifica pianura.
Superato un ponticello sul
Lagno Spirito Santo ed un passaggio a livello per
attraversare, ancora una volta, la strada nazionale, la linea
andava a toccare, dopo circa 14 chilometri di percorso,
Pomigliano d’Arco alla progressiva km 13+531. La cittadina a
partire dal 1887, quindi appena due anni dopo l’inaugurazione
della Napoli-Nola-Baiano, volgerà all’industria le proprie
attività. Seguivano al km 15+071 la stazione di Castello di
Cisterna, piccolo centro urbano che si crede sia sorto sul luogo
della sannitica Rufrae (poi feudo dei Mastrilli di
Marigliano), ed al km 16+271 quella di Brusciano.
La stazione di Pomigliano
d'Arco (coll. V. Simonetti).
Dopo questo centro, il breve
rettilineo iniziato a Pomigliano costeggiava la strada statale
per terminare alla stazione di Mariglianella, posta al km
17+721. Di qui il tracciato, finora diretto a NE, piegava a SE;
traversava la carrozzabile e, lasciando a sinistra ben visibili
le prime pendici subappenniniche, piegava decisamente a destra
per raggiungere Marigliano, grande centro abitato da circa 12000
anime la cui stazione era al km 19+011.
A Marigliano fu edificata
una stazione identica a quella di Pomigliano d’Arco,
unici fabbricati viaggiatori ad avere questa tipologia
di stazione media. La sua ricostruzione è stata
possibile seguendo il particolare tratto dalla cartolina
d’epoca (cartolina coll. V. Simonetti). |
Seguivano le fermate di San
Vitaliano (km 20+671) al servizio di circa 2300 abitanti,
Scisciano (km 21+671) con i suoi 2288 residenti e Saviano (km
24+171), la più popolosa con circa 7000 cittadini.
Il fabbricato viaggiatori
della stazione di Saviano era uguale a quello di
Casalnuovo, unici ad avere la stessa tipologia in quanto
entrambi servivano centri urbani egualmente popolati.
Splendida cartolina che mostra un convoglio merci al
traino della locomotiva n. 16 in sosta sul secondo
binario (cartolina
coll. V. Simonetti). |
Dopo Saviano la linea piegava
verso NE e, in vista di Nola, traversava su ponticello il
Lagno di Nola e sovrappassava, subito dopo, le rotaie della
tratta Cancello-Mercato S. Severino della ferrovia
Napoli-Cancello-Avellino delle Strade Ferrate Meridionali.
Infine, rasentando la città, giungeva alla stazione di Nola
edificata al km 26+618. Questo fabbricato, che ospitava anche un
caffè, era stato eretto nel centro abitato tagliato dalla
ferrovia.
Dopo quella di Napoli, la
stazione di Nola era la più importante della linea. In
sosta sul secondo binario un convoglio merci diretto a
Baiano. Si notino i pali della linea telegrafica ai lati
della stazione e, vicino alla locomotiva, a sinistra la
colonna idrica e a destra l’uomo addetto agli scambi
(cartolina coll. V. Simonetti). |
Il binario, partito da Nola,
descriveva una curva verso sinistra e si dirigeva in rettilineo
a N fino a raggiungere, al km 28+071,
la stazioncina di Cimitile.
A destra su un’altura, all’altezza
di 225 metri tra boschetti di uliveti giacevano le rovine di Castel
Cicala, l’antico maniero opera dei normanni o dei longobardi che
fu a difesa della città di Nola. Di fronte il cerchio di
montagne dell’Appennino con ai piedi una campagna magnifica per
coltivazioni.
In una vecchia Guida del Touring
Club Italiano si legge “a più di 1 km. a destra della linea, al
di là del Torrente Clanio, è Tufino m. 37, ab. 1146,
complessivamente 1996, nel cui territorio, ai piedi del Monte
Visciano a S, sono cave di pietre, servite da un tronco della
Stazione Cimitile”. Questa citazione trova riscontro in una
piantina del 1915.
La stazioncina di Cimitile
si differenziava dalle altre della stessa tipologia per
avere un tetto a tre spioventi, come mostra la
ricostruzione effettuata dall’autore. I carri merce a
destra forse sono in sosta sulla diramazione citata nel
testo (cartolina coll. V. Simonetti). |
Lasciata alle spalle Cimitile, la
ferrovia che da Napoli fino a questo punto aveva tenuto un
andamento altimetrico pressoché pianeggiante ad una quota
intorno ai 40 metri slm, iniziava a salire procedendo in
direzione N. Al termine di un piccolo rettilineo v’era la
stazioncina di Camposano, un paesino di circa 1800 abitanti dopo
il quale il percorso cambiava rotta verso NE, sempre tra
floridissima campagna, molto alberata e con viti a festoni. Per
tenere la livelletta, fu necessario scavare una piccola trincea
ed una brevissima galleria alla cui uscita con un ponticello la
linea traversava una prima volta il Torrente Clanio per
fermare a Cicciano, al km 30+731. Proseguendo ancora in
direzione NE, sempre tra intensa coltura veniva delineandosi la
valle, si superava un piccolo corso d’acqua e si giungeva alla
stazione di Roccarainola, eretta al km 32+671 ed a quota 91
metri slm, ai piedi del Monte Maio della catena del Partenio.
Roccarainola era la stazione più a
nord della ferrovia; infatti di qui la linea, seguendo
l’andamento della base della catena montuosa del Partenio,
volgeva a SE, riattraversava il Torrente Clanio e,
salendo fino a quota 126 metri slm, si fermava ad Avella (km
36+371), ultima fermata prima del capolinea di Baiano, cittadina
di poco più di 2600 abitanti. Dinanzi a questa stazione,
costruita a pochi passi da piazza Municipio, sostavano le
diligenze che portavano ad Avellino “traversando parecchi comuni
e villaggi disseminati nella vallata lussureggiante della verde
Irpinia”. In realtà la piazza non era che un allargamento della
carrozzabile Napoli-Avellino, strada che attraversava tutto il
paese.
A Bajano, a 196 metri slm, terminavano
i 37,871 chilometri di linea a binario unico ed a scartamento
ridotto di metri 0,950 della ferrovia Napoli-Nola-Bajano.
A Baiano, stazione eretta
a quota metri 196 slm ed alla progressiva km 37 + 871,
terminava la Ferrovia Napoli-Nola-Baiano. Nella foto un’immagine relativa agli anni ’30 del secolo passato,
subito dopo l’elettrificazione. Il fabbricato originale,
leggermente trasformato, mostra ancora evidenti i tratti
del suo stato primitivo. Nel largo piazzale, a lato dei
tre binari terminali, vi era una piccola rimessa per i
rotabili, una colonna per il rifornimento d’acqua alle
locomotive, una piccola piattaforma girevole azionata a
mano ed un dormitorio per il personale viaggiante.
(cartolina coll. V. Simonetti) |
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