Si è
tenuta per il terzo anno consecutivo la meritevole iniziativa
dedicata alle Ferrovie Dimenticate che ha interessato in pratica
tutte le regioni italiane con eventi diversi. L’iniziativa si deve
all’attività della Confederazione Co. Mo. Do. (Confederazione
Mobilità Dolce) con il patrocinio delle Regioni Lombardia e Campania
nonché del Touring Club Italiano.
È
stata sostenuta inoltre da una serie di Enti tra i quali mi piace
ricordare il Museo di Colonna (vedi articolo sul nostro sito),
Legambiente, WWf. La nostra Regione Campania è stata coinvolta con
ben cinque manifestazioni.
Quella cui
ho partecipato è stata la rievocazione della linea
Sparanise-Formia-Gaeta organizzata dall’Associazione GAFA (Gruppo
Amici della Ferrovia Alifana), i cui responsabili direttivi sono
altresì soci del nostro Club. L’appuntamento era stato fissato al
Palazzo Petrucci-Novelli di Carinola, cittadina posta proprio lungo
la ferrovia ormai non più in servizio da vari anni.
La sala
interessata era quella al piano terra del nobile palazzo di origine
aragonese, posto al centro del paese ossia nelle adiacenze della
Piazza Mazza e sottoposto ad un vigoroso quanto provvidenziale
restauro nel 2001. Nell’area erano stati posti una quindicina di
pannelli dove con l’utilizzo di un chiaro testo corredato da
numerose fotografie d’epoca, veniva raccontata la storia della
linea. Non mancava un piccolo stand dedicato all’Associazione
organizzatrice ed alcuni plastici più che altro con finalità
didattiche. Si sono alternate alla tribuna degli oratori le
personalità politiche tra le quali i sindaci di Carinola e di
Sparanise. Attraverso i loro discorsi ho avuto la sensazione che
purtroppo le volontà e le intenzioni dei dirigenti la politica
locale, non saranno sufficienti per mettere in cantiere una
qualunque proposta di riapertura della rimpianta linea ferroviaria.
Tra l’altro tutti sono stati d’accordo che i presupposti che ne
fagocitarono la costruzione nel 1892, appaiono oggi assolutamente
inconsistenti in un territorio che soffre una crisi demografica. Tra
l’altro la pur deprecata motorizzazione ha intanto sottratto utenza
al trasporto pubblico. A proposito di crisi demografica, il primo
cittadino di Carinola ha riferito la notizia che un recente
provvedimento ha consentito la registrazione anagrafica dei numerosi
ospiti della locale Casa Circondariale. Comunque di certo questo
aggiornamento sarà ininfluente sui calcoli statistici circa la
mobilità della popolazione come pure sugli introiti della Tarsu.
Questo momento di ironia è servito tra l’altro per poter assorbire
con spirito la notizia che la Campania sia stata esclusa dal
godimento delle provvidenze previste dalla legge finanziaria del
2008, per la costruzione delle piste ciclabili sul sedime delle
ferrovie dismesse. Appare invece forse meno utopistica la riapertura
del segmento Formia-Gaeta per una serie di circostanze favorevoli
non ultima la vivace densità abitativa di quel territorio, che
durante l’estate raggiunge un picco ragguardevole. Tra l’altro, e
qui non è mancata la nota polemica, tale tratta insiste su
territorio laziale, la cui amministrazione favorirebbe certe
iniziative. Diversamente dalla Regione Campania perennemente alle
prese con i noti problemi finanziari connessi al bilancio della
Sanità.
La
sala al piano terra del nobile palazzo di origine aragonese sede
dell'esposizione.
(foto
G. Fiorentino)
È
giunto finalmente il momento di parlare di treni. Ha preso la parola
il Dr. Lutri Presidente del GAFA, che ha esposto i motivi della
manifestazione che ha riscosso un buon successo. Ha preso dunque la
parola il Signor Rosario Serafino, vero studioso ed appassionato di
questa linea ferroviaria. L’excursus sulla sua storia, il suo
utilizzo, i perché del declino nonché una panoramica delle vestigia
superstiti, hanno suscitato tra i presenti una viva attenzione.
È
stata la volta di un altro membro del GAFA, il Dr. Caracciolo che ha
parlato di due ferrovie dimenticate che tuttavia sono state
miracolosamente recuperate: la Foggia-Lucera e la Merano Malles.
Delle due ha fornito ampi ragguagli e notizie tecniche di grande
interesse.
Per
spirito di campanilismo, ha chiuso il convegno il Prof. Antonio
Zannini vera personalità intellettuale del posto che ha recitato una
poesia gravida di struggente nostalgia per il treno che non c’è più.
Poi, quasi
come inusitato corteo nuziale, ci siamo spostati in auto alla vicina
stazione dismessa ed oggi occupata da una famiglia che la utilizza
come residenza privata. Ma l’entusiasmo travolgente dei partecipanti
e la voglia di fotografare ogni cosa, ha suscitato impazienza nel
suo padron di casa facendo concludere la visita in maniera
repentina. Forse avvisandolo per tempo, si sarebbe potuto trovare
una maggiore considerazione e comprensione.
La
stazione di Carinola come si presenta oggi (foto G. Fiorentino).
Rientrati
al palazzo Novelli, abbiamo trovato ad attenderci un ricco buffet
offerto dall’Amministrazione Comunale dove c’era ogni ben di Dio con
particolare attenzione ai prodotti del territorio tra mozzarella,
affettati, ulive ed un vino che non ha avuto alcun effetto
indesiderato su coloro che come me, lo hanno degustato in
abbondanza. Quindi dopo il gustoso intervallo, una graziosa quanto
esperta guida ci ha condotti in visita alle numerose sale del
Palazzo fino ad arrivare alla riscoperta terrazza con affaccio sul
paese e vista sul Duomo dei Santi Martino e Bernardo, patroni
locali.
Qui tra
abbracci e strette di mano si è chiusa la manifestazione che ho
trovato di estremo coinvolgimento. Un ringraziamento ed
apprezzamento sentiti al GAFA ed ai suoi soci per il lavoro
organizzativo; al Comune di Carinola per averla consentita e per il
buon buffet che ha voluto offrire.
Un
arrivederci al 2011? Una proposta che giro al GAFA suggerendo, com’è
intuibile, un inedito soggetto che di certo saprà svolgere nel
migliore dei modi.
La storia
della Ferrovia degli "Aurunci"
di Rosario Serafino
Nata per velocizzare i collegamenti
militari con la fortezza di Gaeta, la "ferrovia degli
Aurunci" venne inaugurata il 3 maggio 1892 con un
convoglio per le autorità, mentre il servizio regolare
iniziò il giorno successivo con tre corse giornaliere
sotto la gestione della Rete Mediterranea. La linea
aveva origine da Sparanise, stazione ubicata sulla Roma
– Napoli via Cassino, allora unico collegamento fra
Lazio e Campania, e lungo i suoi 59 km aveva fermate a
Maiorisi, Carinola, Cascano (la più alta della linea a
202 metri slm), Sessa Aurunca, Cellole-Fasani, Santi
Cosma e Damiano-Castelforte-Suio, Minturno-Scauri,
Formia e Gaeta. Imponenti furono alcune delle opere
realizzate quali il grandioso Viadotto del Pontone
(detto anche "i 25 Ponti") fra Formia e Gaeta,
costituito da 25 arcate da 12 metri ciascuna. La
trazione fu ovviamente a vapore con locomotive del
gruppo 600. Nel 1897 la zona ove sorgeva la stazione di
Gaeta divenne parte del nuovo comune di Elena: pertanto
la stazione capolinea assunse il nome di Gaeta-Elena che
mantenne fino al 1927. Il 1° luglio del 1905 la gestione
della linea passò alle Ferrovie dello Stato.
Il piazzale
della vecchia
stazione
di Sparanise ed il ponte sul Savone (coll. V. Simonetti).
Evento fondamentale per la linea fu la
costruzione della nuova direttissima fra Napoli e Roma
via Formia, inaugurata del tutto il 28 ottobre 1927:
Formia divenne sede di intersezione fra le due linee,
dividendo di fatto la Sparanise-Gaeta in due tronconi:
la Formia-Gaeta, con collegamenti rapidi e frequenti, e
la Formia-Sparanise, collegamento locale di minore
importanza. Fino al 22 maggio 1932, tra Formia e
Minturno-Scauri, continuò ad essere utilizzato dai
convogli per Sparanise il vecchio binario, accanto ai
due della direttissima.
Nel 1936 la trazione a vapore venne
sostituita, almeno per il servizio passeggeri, da
moderne littorine diesel ALn56 Fiat: il servizio venne
velocizzato tanto che sulla Formia-Gaeta erano presenti
dalle 12 alle 16 coppie giornaliere per una percorrenza
di 9 minuti, mentre sulla Formia-Sparanise erano
presenti 5 coppie giornaliere con una percorrenza media
di 70 minuti.
Con l'inizio della seconda guerra
mondiale il servizio venne nuovamente affidato alla
trazione a vapore con corse sempre meno frequenti. Ma
l'inasprirsi del conflitto comportò ingenti danni sulle
due linee. La Formia-Sparanise sospese il proprio
servizio il 17 maggio 1944 in quanto smantellata dai
Tedeschi. Anche la Formia-Gaeta venne pesantemente
danneggiata dai Tedeschi per arginare eventuali sbarchi:
vennero distrutte entrambe le stazioni e ben 21 delle 25
arcate del grande viadotto del Pontone.
Ingresso
laterale della
stazione
di Formia (coll. A. Gamboni).
Dopo la guerra la Formia-Sparanise venne
ricostruita solo in parte: abolito il vecchio tracciato
tra Minturno-Scauri e Cellole-Fasani, i convogli
utilizzavano la direttissima fino al nuovo impianto di
Bivio Cellole (al km. 149,567 da Roma), costruito dagli
alleati che ad esso diedero scherzosamente il nome di
"Santa Fè", da cui si staccava un nuovo tronco che si
congiungeva al vecchio tracciato nei pressi della
stazione di Sessa Aurunca Superiore. La percorrenza
diminuì ed il servizio, ripreso l'8 maggio 1949, veniva
compiuto a spola da un'unica automotrice diesel ALn56
Breda: le corse giornaliere erano 4 per una percorrenza
media di 60 minuti circa e si attestavano sul quinto
binario passante di Formia. L'esercizio era a Dirigenza
Unica. Nel periodo estivo era spesso aggiunta una corsa
per i bagnanti, al mattino da Sparanise ed al tardo
pomeriggio da Formia. Il 31 luglio del 1949 venne
inaugurata anche la nuova stazione di Formia.
Sulla Formia-Gaeta, invece, il servizio
riprese dal 1° gennaio 1954 con 12 coppie giornaliere
effettuate a spola sempre da una ALn56 Breda con una
percorrenza di 9 minuti. Il servizio si attestava
sull'apposito primo binario tronco di Formia, dotato
anche di apposito rifornitore. La stazione di Gaeta
venne anch'essa ricostruita totalmente all'estremità del
piazzale ove era presente la preesistente stazione.
L'esercizio era a Dirigenza Unica. Non di rado corse
straordinarie venivano effettuate soprattutto nel
periodo estivo per far fronte alle richieste dei
bagnanti: venne pertanto utilizzata anche una Aln668
1400. Considerevole fu il traffico merci utilizzato da
un paio di industrie della zona, fra cui una raffineria
e la vetreria dell'AVIR posta alle spalle della
stazione di Gaeta e raccordata direttamente alla linea.
Per i servizi merci venne inizialmente utilizzato un
curioso locomotore diesel del gruppo 356, costruito in
soli 4 esemplari recuperando altro materiale e destinato
inizialmente alle ferrovie africane.
Nel febbraio 1957 avvenne uno
spettacolare incidente, fortunatamente senza vittime:
l'ALn56 in servizio fra Formia e Gaeta deragliò a causa
di un cartellone pubblicitario finito sui binari. Il
convoglio rimase in bilico sul Viadotto Pontone e si
rese necessario l'intervento di una gru per riportare
l'automotrice sul binario. Alcuni anni dopo avvenne
l'altro incidente che si conta su questa linea, anche
questo senza vittime: l'automotrice in arrivo a Formia
non riuscì a frenare per tempo finendo contro il
fabbricato della stazione.
Con l'avvento della motorizzazione su
strada, la Formia-Sparanise si ridusse ad un "ramo
secco": nel 1956 a Carinola erano stati venduti
mediamente 28 biglietti al giorno, a Sessa Aurunca
Superiore appena 27. Anche il servizio merci, fornito
nelle sole stazioni di Carinola e Sessa stentava a
decollare: dalla stazione di Carinola nel 1956 erano
partiti 99 carri merci di cui appena 8 di derrate,
mentre da Sessa erano partiti solo 70 carri (di cui solo
3 di derrate). Fu così che il 23 marzo 1957, dopo solo
sette anni dalla sua ricostruzione, la linea venne
chiusa ed autosostituita. Nel luglio 1958 la linea venne
ufficialmente soppressa e smantellata.
Il 24 settembre 1966 anche il servizio
passeggeri sulla Formia-Gaeta venne improvvisamente
sospeso ed affidato ad autobus sostitutivi. La
situazione colse di sorpresa la stessa cittadinanza di
Gaeta e gli enti locali la cui protesta rimase
inascoltata. Gli autobus portarono ad una dilatazione
dei tempi di percorrenza: sulla carta la distanza fra
Formia e Gaeta era (ed è tuttora) percorsa dai bus in 13
minuti, ma soprattutto d'estate i minuti diventano anche
60 e più, contro i 9 minuti che impiegava il treno. La
linea restò comunque in funzione in regime di raccordo
per consentire l'inoltro delle tradotte merci. Il
servizio era affidato a locomotive diesel del gruppo 245
o più frequentemente dalle Ne120 poi diventate D.143.
Con la chiusura della vetreria di Gaeta, dal 1° aprile
1981, anche il servizio merci è stato sospeso, anche se
la linea non è stata mai chiusa ufficialmente.
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VECCHIA STAZIONE
di Antonio Zannini
La
vecchia stazione di Sparanise (coll. G. Fiorentino). |
Vecchia stazione, d’un tempo passato,
ricco di sogni, illusioni, speranze;
partenze di splendidi amori,
che il cuore seguiva smarrito,
timoroso di mancati ritorni.
Quante partenze
per ogni evenienza!
Partenze di studi e lavori,
d’affari, di svaghi, d’amori,
inseguiti per anni nel cuore.
Tanti partimmo
alla volta del mondo,
per guerre perdute,
per terre lontane.
Tornammo sconfitti e delusi,
col cuore non più speranzoso.
Trovammo la casa distrutta,
il ponte, la strada, la vecchia stazione.
La terra bruciata
da fuoco di guerra.
Tutto perdemmo. |
Cademmo per strada,
dovemmo rialzarci.
E corremmo di nuovo
verso un mondo diverso
più libero e giusto,
più umano e più bello.
E costruimmo la casa,
il ponte, la strada.
Dissodammo la terra.
Rendemmo il paese
più ricco e più bello.
E il cuore tornò speranzoso.
E sperammo tornasse
la vecchia stazione,
con treni fumanti
per colli e per piani,
portando lontano
due cuori ed un amore,
di tempi felici,
di giovane etade.
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