In principio la circolazione dei treni
era regolata da segnalazioni che si facevano a mezzo di
bandiere, lanterne a mano, o cornette suonate dai guardiani
scaglionati lungo le linee. In seguito, quando il traffico
divenne più intenso a causa dell’aumento della velocità dei
convogli, fu necessario fissare precise norme per proteggere
e distanziare i treni. A tale scopo furono impiegati prima
‘segnali a disco girevole’ e poi ‘segnali semaforici’ con
ali mobili che potevano assumere due posizioni. Con
l’ulteriore incremento della velocità dei treni, fu adottata
la doppia segnalazione introducendo un segnale di preavviso.
Dapprima i segnali erano illuminati solo
di notte, poi fu riconosciuta l’opportunità di estendere
l’uso dei segnali permanentemente luminosi, maggiormente
visibili e che davano diverse indicazioni a seconda del
colore della luce.
Negli anni cui si riferiscono le presenti
note, l’ingresso dei treni nelle stazioni era regolato da
appositi segnali ad ala, posti a distanze determinate e
manovrabili, per mezzo di trasmissioni flessibili, con leve
situate in vicinanza ai deviatoi estremi od anche presso i
fabbricati viaggiatori. Nelle stazioni più importanti anche
la partenza dei treni e le manovre erano regolate con
segnali impiantati in determinati punti. In questi casi le
leve di tutti i segnali erano riunite in gruppi con quelle
che comandavano i deviatoi ed erano azionate presso gli
apparecchi centrali di manovra.
La Stazione di Alessandria intorno agli anni '10 del XX
secolo
con segnali Saxby-Farmer.
Treno diretto alla
Stazione Termini (Roma) in transito sotto i "Tre Archi"
dell'acquedotto Felice - anno 1910.
Nella sottostante tabella sono riportati
tutti i tipi di segnali che erano in uso sulle linee dello
Stato e sono indicati anche tutti i tipi dei fanali relativi
ai segnali di cui trattasi e che si riportano nella relativa
immagine.
Tabella indicante i tipi di segnali in uso alle Ferrovie
dello Stato nel 1912 e, a lato le relative lanterne.
In basso, tipi di segnali indicati nella prima colonna
della tabella.
I semafori di cui trattiamo presentano, in senso trasversale
al binario, una o più ali portate da un albero verticale e
poste alla sinistra del medesimo rispetto ai treni ai quali
comandano. Queste ali sono girevoli attorno ad un perno e
possono assumere due posizioni: una orizzontale che indica
via impedita, l’altra inclinata che indica via libera.
Di notte proiettano, verso i treni, luce rossa per indicare
via impedita e luce verde per indicare via libera; dalla
parte opposta, luce verde quando l’ala è orizzontale e luce
bianca quando l’ala è inclinata. Sulle dette linee e su
quelle esercitate col sistema di blocco si impiegano
semafori con ali dipinte in arancione, terminate a coda di
pesce. Di notte i semafori danno luce color arancione verso
i treni in arrivo. La faccia opposta a quella dipinta in
rosso od in arancione nell’ala dei semafori, è dipinta in
bianco. I segnali vengono impiantati, di regola, alla destra
del binario rispetto alla direzione d’arrivo dei treni a cui
comandano; però nelle linee a doppio binario, causa la
ristrettezza dell’interbinario, vengono impiantati a
sinistra.
Semafori tipo F.S. ad una e due ali
L’albero di questi semafori è costituito da un ferro a
doppio T ed una base, anche essa in ferro, lo tiene incassato nel terreno. Il fanale
è alloggiato in una scatola collocata alla parte superiore dell’albero.
Ad esso è fissata un’ala che porta due fori circolari con
vetrini colorati collocati in modo da trovarsi dinanzi al fanale quando l’ala è orizzontale
(luce rossa) o quando è inclinata (luce verde). Una lunga
scala consente di accedere al fanale per l’accensione e, nel
contempo, serve anche di puntello all’albero. Sulla rete erano in
uso anche altri tipi di semafori in cui l’albero era a
traliccio; in questi semafori il fanale, per l’accensione e
la pulitura, veniva fatto discendere tramite un piccolo
argano lungo due guide
fissate all’albero. Su uno stesso albero semaforico
potevano essere montate più ali sia a destra che a
sinistra; in questo caso per i treni hanno significato
soltanto le ali situate a sinistra dell’albero.
Semaforo di preavviso con ala a coda di
pesce e disegno quotato di semaforo ad una ala.
Semaforo a due ali con albero a traliccio.
In questi semafori le
lanterne ed i filtri colorati sono posti più in basso.
Semafori tipo F.S. a sbalzo
In alcuni casi, per migliorarne le condizioni di
visibilità, il semaforo viene montato a sbalzo sull’albero in modo da
avvicinare l’ala al binario cui deve comandare. Questi semafori, detti a sbalzo o a mensola,
sono montati su una piantana formata con due
ferri ad U riuniti a traliccio, la quale regge un piccolo
ponte a sbalzo alla cui estremità si trova la parte
superiore del semaforo ad un’ala, sopra descritto. Tramite
una scala
a pioli si accede al ponte circondato da un
parapetto in ferro per la sicurezza del personale di
servizio. Un sistema di leve consente il movimento dell’ala per mezzo di
una trasmissione rigida.
Semaforo a sbalzo e suo disegno quotato.
Semafori tipo F.S. a candeliere
In tempi più recenti furono adottati dei semafori detti a
candeliere. In essi l’albero, ad una certa altezza,
sorreggeva una mensola sulla quale erano montati due o
alberi più piccoli, ciascuno provvisto di un’ala. In questi semafori la
prima ala a cominciare da sinistra, si riferisce alla prima
linea a sinistra, le seguenti verso destra alle
rispettive linee prese nello stesso ordine. L’ala che
si trova situata ad un’altezza maggiore delle altre comanda l’accesso alla linea diretta o a quella di tracciato
più corretto. Resta chiaro che ad ogni ala corrisponde
un apposito fanale. La pulizia ed accensione dei fanali si
fa stando sulla mensola a cui si accede per mezzo di
apposita scala.
Semaforo a candeliere a due ali e suo
disegno quotato.
Ponte a traliccio sul quale sono montati
più segnali a candeliere.
Cabina di manovra di semafori e deviatoi comandati da
acqua sotto pressione,
un sistema ideato nel 1883 dall'ing. Riccardo Bianchi.
L’iconografia a corredo dell’articolo appartiene alla
collezione dell’Autore. |