di Antonio Gamboni

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L’argomento di queste note scaturisce dalla recente gita ‘fuori-Porta’ fatta con gli amici del Clamfer. Avendo scelto di pranzare a Taurasi, quale occasione migliore per andare a vedere il famoso viadotto ferroviario che si trova sulla Avellino – Rocchetta S. Antonio?

Come già illustrato in altra parte di questo sito (vedi), la ferrovia Avellino - Rocchetta  Santa Venere (oggi Rocchetta S. Antonio) al tempo della sua inaugurazione (28 ottobre 1895) era gestita dalle Strade Ferrate del Mediterraneo. Su tale ferrovia, fra le fermate di Lapio (km 20+782) e di Taurasi (km 22+326), per superare il corso del fiume Calore, fu realizzato il ponte-viadotto più bello e più lungo della linea che, per la sua magnificenza, fu chiamato ‘Ponte Principe’.

Prospetto e pianta del ponte-viadotto tratto da una pubblicazione di fine '800 (coll. A. Gamboni).

In realtà si tratta di un viadotto progettato dall’ing. Sangiorgi delle Strade Ferrate del Mediterraneo e realizzato, tra il marzo e settembre del 1893, dalla Impresa Industriale Italiana Costruzioni Metalliche (I.I.I.C.M.) con sede in Castellammare di Stabia e facente capo al noto ingegnere Alfredo Cottrau.

La ferrovia corre a circa metà altezza tra travi a grandi maglie alte 10,60 metri. Per il montaggio furono costruiti tre grandi ponti di servizio in legno i quali costarono 60 mila lire.

In effetti tutto il viadotto, lungo circa 300 metri, è composto da tre travature di circa 98 metri di luce ciascuna che poggiano sulle spallette e su due pilastri intermedi; essi furono fondati utilizzando aria compressa. La sottostante vallata è a circa 35 metri. Ancora oggi il ponte è considerato un’opera eccezionale che testimonia il trionfo del progresso.

Sezione trasversa e particolari del ponte-viadotto tratto dalla stessa pubblicazione della figura precedente (coll. A. Gamboni).

Ma torniamo a quel 1893, e precisamente al 20 settembre, giorno del collaudo del ponte.

Sebbene non pubblicizzata, la notizia dell’avvenimento non passò inosservata alla comunità lapiana; infatti accorsero in massa le popolazioni di Lapi, di Taurasi e di tutti i paesi vicini. Riportiamo, di seguito, una cronaca del tempo che narra come l’evento fu festeggiato alla grande: “Il giorno 20 settembre cadente fu giorno d’inaspettata festa per il Comune di Lapio. Saputosi, appena il dì innanzi, che si sarebbe proceduto alle prove del grandioso ponte in ferro sul Calore, nel tronco ferroviario Avellino-Paternopoli, la voce corse come elettrica per tutto il paese e per i vicini comuni, ed accese di grande entusiasmo l’animo di tutti, già colpiti di ammirazione per la costruzione dell’opera colossale. A secondare il movimento popolare, per iniziativa del sindaco Caprio Errico e dei signori Mottola e Forte, fu improvvisata una dimostrazione, che riuscì veramente splendida ed imponente . . .

Rara fotografia dell'epoca che mostra le quattro locomotive mentre collaudano il Ponte.

(da Ogliari, Terra di Primati, biblioteca A. Gamboni)

. . . Imperocché il mattino del detto giorno 20 si fece giungere in Lapio una banda musicale, con la quale la intera Rappresentanza Municipale, preceduta dalla bandiera Nazionale, e seguita da una calca di popolo, percorse il paese, e quindi si recò festante alla propria Stazione, una delle più belle della linea per la sua ridente posizione. Quivi fu attesa la Commissione, che alle 8:30 a. m. arrivò con quattro macchine per le prove. L’arrivo fu salutato con tre salve di mortaretti e col suono della marcia reale, in mezzo all’unanime ovazione del popolo che gridava: Viva il Re! Viva la Mediterranea! Viva l’Impresa Industriale! La Commissione, dopo aver ringraziato tutti, procedette agli esperimenti. Al risultato delle prove, che non poteva riuscire più felice, lo scoppio fragoroso di una magnifica batteria echeggiò nella valle del Calore e la musica intonò di bel nuovo la marcia reale, mentre il popolo non cessava dall’acclamare entusiasticamente al re, alla Società, all’Impresa. Quindi la Rappresentanza Municipale sempre preceduta dal Concerto municipale e dal vessillo, percorse, per ben due volte, il ponte, seguitando nelle ovazioni al Capo Sezione, Sig. Menoni ed al corpo degl’ingegneri. Quasi fino a sera, poi, non solo i cittadini di Lapio, ma anche quelli dei vicini paesi si fermarono ad ammirare il maestoso ponte ed a passeggiare su di esso. Il giorno 20 settembre rimarrà memorando per Lapio”. Il 27 ottobre dello stesso anno, dopo il riuscito collaudo, il viadotto venne inaugurato in occasione dell’apertura Avellino - Paternopoli, primo tratto della ferrovia.

Durante la seconda guerra mondiale il ponte fu seriamente danneggiato tanto che, ad ostilità terminate, si rese necessario modificare la prima campata (lato Lapio) costruendo un pilone intermedio in muratura sul quale fu aggiunta una piccola travata metallica di circa 17 metri in sostituzione della vecchia testa di ponte in muratura.

       

La foto a destra, scattata da A. Bertagnin, mette in evidenza il ponte a travata metallica inferiore ed il pilone

che hanno sostituito, dopo il bombardamento, la spalletta in muratura visibile nel disegno a lato.

Oggi quel viadotto, che congiunge le sponde del fiume Calore tra Lapi e Taurasi, è muto testimone dei numerosi ponti in acciaio che caratterizzarono la storica, ma ormai dismessa, linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio.

Visione panoramica del Ponte Principe come si presenta oggi (foto A. Cozzolino).

Foto del Titolo di Biagio Palumbo

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