di Antonio Gamboni
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Furono i fratelli Pereire, Emile ed Isaac, a proporre
per primi la costruzione di una strada ferrata per
collegare Parigi a Saint Germain-en-Laye, luogo di
passeggiata domenicale molto apprezzato dai parigini per
la limitata distanza dalla capitale. La concessione,
sesta in Francia, ma prima per servizio viaggiatori,
risaliva al 1832 secondo un progetto studiato dagli
ingegneri Lamé, Clapeyron ed i fratelli Flachat. Il
sostegno dei banchieri ed una espressa volontà politica
si concretizzarono nella concessione del 9 settembre
1835 in seguito alla quale fu creata la “Compagnie
Paris-Saint Germain” per “gestire la costruzione e lo
sfruttamento” della costruenda ferrovia.
Per la posizione della stazione parigina di partenza
della linea fu scelto il versante nord-ovest e ciò in
previsione di interscambi con altre linee in corso di
studi.
I fratelli Emile ed Isaac Pereire (coll. A. Gamboni). |
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Se per la costruzione della ferrovia non erano sorti problemi, in compenso,
la scelta del capolinea di Parigi fu oggetto di accesi dibattiti. I
fratelli Pereire auspicavano un “imbarcadero” (così erano chiamate
le stazioni ferroviarie all’epoca) da costruirsi a Place de la
Madeleine, con un viadotto in direzione del sobborgo Batignolles. Purtroppo
vi furono delle proteste dei rivieraschi e la stazione fu spostata a
Place de l’Europe, in posizione sottoposta per cui si accedeva al
piano binari con rampe e gradinate.
La sottoposta
stazione di Parigi in una incisione dell'epoca;
si notino sul
fondo gli imbocchi della galleria sotto la Place de L'Europe.
(da sito internet)
All’epoca, la ferrovia terminava al porto di Le Pecq, sulla riva
destra della Senna, in quanto le locomotive non erano
sufficientemente
potenti
per affrontare l’ultima tratta in salita della collinetta di Saint
Germain. Anche se era stato previsto il doppio binario, in principio
la linea era a binario unico e non era stato previsto neppure un
incrocio dei treni a metà strada.
L’intero tracciato, lungo circa diciannove chilometri, si sviluppava in
pianura, non presentava nessuna difficoltà di costruzione né
comprendeva rampe elevate e curve strette. In quanto ad opere
d’arte, presentava un ponte sulla Senna ad Asnières ed un altro a
Chatou. I lavori furono condotti velocemente sotto la direzione
dell’ingegnere Eugenio Flachat.
Partita da
Place de l’Europe, la linea
sottopassava prima la piazza con una galleria di 264 metri, e
proseguiva in trincea fino all’acquedotto di circumvallazione vicino
al muro finanziero. Imboccava, quindi, un nuovo sotterraneo per
portarsi al sobborgo Batignolles e, superata questa località, transitava
sotto un ponte sul quale passava il sentiero da Monceaux a Clichy.
Arrivava infine, in linea retta ed in terrapieno, alla Senna, a 120
metri a monte del ponte Asnières dove traversava il fiume.
Il lungo rettilineo dai
Batignolles ad Asnières aveva uno sviluppo di 500 metri al quale
seguiva una larga curva che aveva termine al centro del vivaio di
Colombe. Qui iniziava un nuovo rettilineo lungo il quale si trovava
la città di Nanterre, dove fu aperta una stazione nel 1838. Ancora
un’ampia
curva, ma verso nord-ovest, raccordava questo rettilineo con quello
nel bosco di Vésinet, oltre Croissy e Chatou. Proprio in posizione
centrale della grande curva la strada ferrata incontrava due bracci
della Senna, formati dall’isola di Chiard, che attraversa su due
ponti: il primo a tre archi di 28 metri ciascuno, e il secondo con
tre archi di 30 metri.
Il rettilineo del
bosco Vésinet si estendeva fino a Le Pecq, dove sulla sinistra del
ponte venne eretta una monumentale stazione ferroviaria, per
l’arrivo e la partenza e dei viaggiatori, con un Hotel, un
ristorante e perfino un caffè.
Gli ingegneri posero molta cura per rendere minime le pendenze da
Parigi a Le Pecq; non altrettanto possibile fu, invece, da Le Pecq a
Saint-Germain a causa della differenza di altezza delle due
estremità della linea. Il problema sarà risolto in un secondo tempo
con l’impiego,
in questa ultima tratta, prima con un sistema atmosferico e poi con
locomotive più potenti.
Cartina con il
tracciato della strada ferrata fino a Le Pecq
(elab. A. Gamboni).
L’inaugurazione della Paris-Saint Germain
Anche se la ferrovia di cui trattiamo aveva il suo terminal a
La Pecq, nel corso dell’articolo continueremo ad indicarla come la strada ferrata da Parigi a
Saint Germain. Essa fu inaugurata giovedì 24
agosto 1837 alla presenza della regina di Francia Marie-Amélie
Borbone di Napoli poiché il re Louis-Philippe era stato dal governo “dissuaso di esporre la sua
persona ai rischi di un tale viaggio”.
Al suono degli ottoni di una fanfara militare, lo storico convoglio
trainato dalla locomotiva “Jackson” lasciò la primitiva stazione di
Saint-Lazare con
a bordo, riferiscono le cronache, seicento persone distribuite in sette vetture. Dopo un
viaggio di venticinque minuti si era a Le Pecq, dove era stato
approntato un rinfresco per gli invitati. Il convoglio ripartì per
Parigi alle tre e mezzo del pomeriggio ed alle quattro tutti erano
tornati alla stazione di partenza, felici, ma nel contempo
risollevati.
La cerimonia della
inaugurazione della Paris-Le Pecq in un dipinto di M. Lamarche (da
sito internet).
Due giorni dopo, sabato 26 agosto, la linea fu aperta al pubblico.
Molti furono i parigini che vollero provare un viaggio in ferrovia e
furono ben 18.000 i viaggiatori trasportati quel primo giorno di
esercizio. Tutta la stampa diede enorme risalto all’avvenimento. Nei
primi due mesi di attività furono trasportati 362.463 viaggiatori
con un fatturato di 440.216,95 franchi. Il viaggio costava 1 franco
nei wagons ed 1,5 franchi nelle vetture di lusso.
La rapidità del trasporto
ferroviario collegava due città in ventisei minuti contro le quattro
ore delle carrozze trainate da cavalli; la mancanza di comfort
non aveva per nulla scoraggiato il pubblico a viaggiare in ferrovia.
Le partenze dalla capitale avvenivano ogni 90 minuti, dalle ore 6
alle 12 e dalle 14 e 30 alle 20 e 30; il ritorno da Le Pecq aveva
luogo dopo 45 minuti di ciascun arrivo. Quando alcuni mesi più tardi
fu posto il secondo binario, il traffico migliorò sensibilmente. Nel
1838, ad un anno dalla inaugurazione, furono aperte due prime
stazioni a Nanterre ed a Chatou, poi altre due a Rueil ed a Colombe
nel 1844.
Intanto il progresso tecnico aveva permesso di congiungere Le Pecq a
Saint-Germain-en Laye mediante una ferrovia atmosferica che
analizzeremo in un prossimo articolo. A tale scopo fu costruito un
viadotto e la stazione di Le Pecq fu sostituita da quella di
Vésinet.
Il 14 aprile 1847 il primo treno arrivò a Saint-Germain spinto da un
sistema atmosferico. Poi, il 2 luglio del 1860, la trazione
atmosferica fu sostituita da quella a vapore con l’impiego di
potenti locomotive.
La coppia di ponti
ed il grande viadotto che portò la ferrovia da Le Pecq a
Saint-Germain.
L'incisione,
tratta da sito internet, risale al periodo posteriore alla trazione
atmosferica;
infatti, al traino
del convoglio vi è una locomotiva a vapore: la Hercule. |
Le locomotive
della Paris-Saint Germain |
Le prime locomotive impiegate sulla Paris-Saint Germain si
rifacevano a modelli inglesi del tipo “Planet Engine”, ovvero
locomotive con rodiggio tipo 1-1-0 costruite in Inghilterra da
Stephenson il quale, non potendo soddisfare tutte le richieste che
pervenivano da ogni parte, concesse ad alcuni costruttori la licenza
per costruire macchine del tipo “Planet”. Per quanto detto, le sei
locomotive 1-1-0 di prima dotazione della Paris-Saint Germain furono
fornite due (Jackson e Denis-Papin) dalla Murray,
Jackson e Fenton e
quattro (Bury, Paris, La Seine e Agle)
da Bury.
La locomotiva
"Jackson", una Planet costruita nel 1834 dalla Murray, Jackson e
Fenton (coll. A. Gamboni).
Le macchine di Fenton saranno trasformate in 1-1-1 nel 1844, in
seguito al noto incidente di Meudon, mentre le altre saranno ricostruite
nel 1852 secondo il tipo 1-1-1 T.
Quando le Planet arrivarono sulla nostra ferrovia, erano state già
superate e sostituite dal tipo 1-1-1. Pertanto la Paris-Saint
Germain dovette rivolgersi all’industria inglese per avere
l’autorizzazione a far costruire da industrie francesi pronte a
lanciarsi in questo nuovo mercato pieno di avvenire. Queste
locomotive saranno conosciute come “Patentée” proprio a causa delle
licenze necessarie alla loro costruzione.
La locomotiva
"Tayleur", una Patentée costruita nel 1835 da Tayleur (coll. A.
Gamboni).
Le prime 1-1-1 furono fornite da Tayleur tra il 1835 ed il 1836 ed
erano state battezzate: Le Dragon, L’Oise,
Saint-Germain, La Salamandre, Tayleur e Watt.
Seguirono nel 1840 Eole, Etna, Médée e
Vautour costruite da Haigh Foundry nel 1840. Vi era ancora la
Hercule, una macchina costruita da Vernon nel 1839 che, poiché
poco utilizzata, servirà a fornire parti per la costruzione delle
0-3-0 nel 1846. Tre anni dopo, nel 1849, la Compagnia costruì nelle
sue officine di Batignolles due nuove locomotive: la Hercule
di tipo 0-3-0 e la Antée di tipo 0-3-1. Queste locomotive,
molto più potenti delle altre, permetteranno di utilizzare anche
sull’ultima tratta, Le Pecq - Saint Germain, la trazione a vapore.
La locomotiva
"Antée", una 0-3-1 long-boiler costruita nel 1849
nelle Officine di
Batignolles
della Compagnie
Paris-Saint Germain
(coll. A. Gamboni).
In tempi successivi (1852) alcune locomotive della Compagnia di
Versailles Rive Droite vennero ad incrementare il parco della
Paris-Saint Germain, esse erano: France, Gironde,
L’Atalante, Eclair, La Flêche e Le Creusot.
Seguirono, nel 1854, le locotender 1-2-0 T studiate da Flachat:
Auteuil, Passy, Boulogne, Les Ternes,
Courcelles e Batignolles.
Le
vetture della Paris-Saint Germain
Come detto, la
Paris-Saint Germain fu la prima ferrovia francese adibita al
trasporto viaggiatori. Il materiale trainato in dotazione somigliava
moltissimo alle vetture stradali dell’epoca. Infatti, le carrozze
viaggiatori presentavano caratteristiche costruttive comuni alle
diligenze dell’epoca: fiancate sagomate e sedile per frenatore.
In origine, il parco
della Paris-Saint Germain sarà così formato: 7 Berline di prima
classe da 24 posti (tipo A3); 28 vetture di seconda classe (tipo B3)
e 70 carrozze di terza classe.
Vettura Berlina di
prima classe da 24 posti.
Questa tipologia
di carrozza la si trova nelle vetture della Liverpool-Manchester e
della Napoli-Nocera.
(riproduzione da
stampa d'epoca)
Alcune vetture di tipo
B3 erano chiuse e contenevano 30 posti all’interno e 6 scoperti
sull’imperiale, una disposizione tipica degli omnibus a cavalli
dell’epoca.
Il resto del parco
comprendeva carrozze di tipo B4 a 40 posti interni ed altri 28
sull’imperiale. Alcune vetture avevano un piccolo spazio occupato
dal frenatore, spazio che sacrificava due posti.
Le carrozze ad imperiale
aperto, in tempi successivi, saranno impiegate solo per il trasporto
in periferia.
Vettura di seconda
classe tipo B3 dalle caratteristiche grigliature laterali.
(coll. A. Gamboni)
La maggioranza del parco
era costituita dalle 70 vetture di terza classe, le quali, simili a
quelle di seconda, erano interamente scoperte ed offrivano soltanto
posti in piedi.
Si ha notizia che vi
erano anche delle carrozze furgone, ma di esse non si conosce il
quantitativo.
La consistenza dei
rotabili descritti subirà un veloce incremento tanto che, alla fine
del 1839, saranno presenti ben 205 veicoli.
"Le premier chemin
de fer parisienne"
(dipinto di Eugène
Courboin)
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