La città di Gragnano è associata, nell’immaginario
collettivo, all’idea di un fumante e appetitoso piatto di
pasta, che rappresenta la pietanza principe della dieta
mediterranea. I Gragnanesi, fin dal XVI secolo cominciarono
a produrre pasta in piccoli pastifici a conduzione
familiare.
Spaghetti ad asciugare al sole, all'esterno di una "fabbrica
di maccheroni".
(coll. A. Gamboni)
All’inizio era un alimento poco conosciuto, ma nel XVII
secolo una carestia colpì il Regno di Napoli e la pasta di
Gragnano sfamò, a basso costo, il popolo Napoletano; da quel
momento il consumo di pasta ebbe un incremento notevole ed
in breve questa pietanza fu conosciuta nel mondo. La
tradizione dei pastai a Gragnano si è consolidata nel tempo,
grazie anche al clima mite, al giusto grado di umidità ed
alla ventilazione che rendevano la zona ideale
all’essiccazione dei “maccheroni” che, ricordo, veniva fatta
all’aria aperta, per strada, davanti alle botteghe su
appositi stenditoi. A tutt’oggi sono operativi nella zona
molti pastifici che, dal 2013, si fregiano, a livello
europeo, del marchio “IGP Pasta di Gragnano”.
Ma l’argomento che voglio trattare non si riferisce a questa
eccellenza della gastronomia, ma ad una antenna ferroviaria
che si stacca dalla Stazione di Castellammare di Stabia per
giungere, a binario unico, dopo soli km 4,700 al capolinea
della Stazione di Gragnano, nel centro cittadino.
Un breve percorso ferroviario che oggi sospeso al traffico,
ma non dismesso, per anni invece ha visto transitare
continuamente treni passeggeri e merci.
La necessità di avere un collegamento ferroviario sia con
l’Italia tutta, che con il resto del Mondo attraverso il
Porto di Castellammare, derivava dal fabbisogno, a Gragnano,
di grosse partite di grano necessarie ad alimentare i mulini
locali. Se, com’è vero, all’inizio dell’attività produttiva
era sufficiente il grano prodotto nelle vallate ai piedi dei
Monti Lattari (circostanti Gragnano) e macinato in loco nei
tanti mulini sorti in località Valle dei Mulini, ben presto
fu necessario approvvigionarsi di grano delle migliori
qualità, quali lo ‘Amber durum’ ed il ‘Manitoba’ dal Canada,
il ‘Taganrog’ dalla Russia ed il ‘Saragolla’ pugliese. Era
altresì necessario mandare celermente la pasta in tutti i
paesi del Globo e, come scrisse in una relazione il
Consigliere Comunale Raffaele Dello Joio nel 1872, non
bastava più il trasporto con carretti o a dorso di mulo.
È storia ormai arcinota che il 3 Ottobre 1839 fu inaugurata
la prima tratta ferroviaria italiana tra Napoli e Portici, a
doppio binario e con trazione a vapore, commissionata
all’Ing. Bayard e voluta da Re Ferdinando II di Borbone. I
lavori proseguirono secondo il progetto e Torre del Greco fu
collegata il primo Maggio 1841. Poco più di un anno dopo, il
2 Agosto 1842, la ferrovia raggiunse Torre Annunziata e
Castellammare di Stabia.
Molte industrie sorsero ai margini della nuova ferrovia, che
interessò anche il bacino industriale di Gragnano, nel
frattempo divenuta la capitale mondiale della pasta, grazie
ai suoi mulini e pastifici.
Esterno e parte dell'interno di un depliant dell'epoca
edito da un noto pastificio di Gragnano (coll. A. Gamboni).
La Società delle Ferrovie
Meridionali, che dal 1862 gestiva l’ex Strada Ferrata del
Bayard, decise di realizzare una linea che, partendo dalla
Stazione di testa di Castellamare doveva giungere fino a
Gragnano, attraverso la valle nella quale sorgevano numerosi
pastifici.
Questa nuova tratta ferroviaria, della lunghezza di km
4,700, a binario unico e trazione a vapore, fu inaugurata il
4 maggio 1885.
Secondo la Legge 3048 del 27 aprile 1885, la
Castellammare-Gragnano era una linea in costruzione di 4a
Categoria.
In figura, la prima pagina del Verbale di Consegna (coll. E.
Castellettii).
La tratta per Gragnano, oggi elettrificata, si staccava, con
una inversione di marcia, dalla Stazione di testa di Castellammare e,
con unico binario, curvava verso destra, sottopassava la linea
per Sorrento della Circumvesuviana e la Strada Statale
Sorrentina e, dopo circa 2 km in rettilineo e leggera
salita, giungeva alla fermata di Madonna delle Grazie.
Questa
fermata, che si rese necessaria negli anni ‘60 del secolo
passato per servire la omonima frazione di Gragnano in
quanto dal
dopoguerra aveva ricevuto un forte sviluppo urbanistico, era
formata soltanto da un corto marciapiedi con pensilina
prospiciente la strada, al servizio dei viaggiatori.
Oltre questa fermata, la ferrovia procedeva in rettilineo
per km 2,500, con pendenza del 25 per mille in salita. Superava la Valle dei Mulini con un ponte in muratura a tre
arcate, l’unica opera architettonica degna di rilievo, ed in
pieno centro della cittadina correva parallela al Viale dei
Pastai e nella tratta finale alla via Vittorio Veneto. Qui
si attestava in una stazione capolinea
avente palazzina viaggiatori, scalo merci, tre binari di
testa e tronchini al servizio dei carri merci.
Il percorso della ferrovia Castellammare-Gragnano
(evidenziato in rosso) tratto
da una Cartina del Tourig Club Italiano (coll. A. Gamboni).
Orario ferroviario locale dell'ottobre 1890.
In esso sono riportate ben sei corse giornaliere
Napoli-Gragnano e ritorno e la presenza della 4a
classe (coll. A. Gamboni).
Prospetto della stazione di testa di Castellammare (coll. A.
Gamboni) e, in basso,
la pianta con il ricostruito piazzale binari con la linea per Gragnano
(coll. F. Ogliari).
Le strade di Gragnano sono orientate secondo l’asse
‘eliotermico’, per permettere l’essiccazione della pasta che,
come detto precedentemente, in tempi remoti avveniva per
strada al sole ed al vento. Fu necessario che le strade
fossero illuminate dal sole il più a lungo possibile e che
le brezze marine, umide, ed i venti montuosi, secchi,
soffiassero costantemente, per garantire la bontà dei
maccheroni, qualità assicurata anche dall’impasto con
l’acqua cristallina e dolce del fiume Vernotico, che allora
scorreva limpido e muoveva le pale dei mulini.
A tale scopo nel 1843 l’Architetto Camillo Ranieri modificò
il percorso di Corso Sancio, oggi Via Roma, per creare
strettoie e slarghi, allo scopo di migliorare la
ventilazione e ridusse l’altezza delle case per rendere la
via più soleggiata. Per garantire l’igiene era cura degli
addetti agli oltre 40 pastifici della zona tenere ben pulita
la strada, molto trafficata dai carretti e da greggi di
pecore, che spesso si fermavano presso gli stenditoi, a
rubare fili di spaghetti, linguine ed altri tipi di paste
lunghe, molto graditi ai loro palati!
Paralleli a queste strade correvano, sferragliando, i
convogli merci e passeggeri che animavano la linea
ferroviaria.
Le prime locomotive a vapore al traino dei
treni per Gragnano furono, con molta probabilità, quelle a
tre assi accoppiati della Rete Mediterranea. L’ipotesi è
suffragata dal fatto che, trattandosi di una linea punto a
punto, sia a Castellammare che a Gragnano la locomotiva
doveva riportarsi in testa al convoglio. Mentre nella
stazione di Castellammare (come si nota nella pianta) vi era
una piattaforma per la giratura della macchina, a Gragnano
la linea a binario unico aveva solo una coppia di deviatoi
per il salto della macchina che, pertanto, doveva
necessariamente essere una locotender.
Ben presto,
con la gestione FS, le vetuste locomotive della RM saranno
sostituite con le onnipresenti Gr 835 e Gr 880.
Convoglio al traino di una locotender RM 2778 proveniente da
Castellammare
e diretto a Napoli. L'immagine è tratta da cartolina
acquarellata (coll. E. Bowinkel).
Foto d'epoca della elettrificata stazione di Gragnano con sul fondo una
locotender FS del Gr 905.
(coll. A. Falcone)
Con l’elettrificazione della linea, avvenuta dopo la fine
della prima guerra mondiale, il traffico passeggeri si
avvalse delle elettromotrici E 623
ed E 624, che circolarono in servizio metropolitano
nel nodo di Napoli fino agli anni ’80 del secolo passato.
Nel 1970 fu istituita anche una relazione diretta Campi
Flegrei - Gragnano, esercitata con una E 623 e rimorchiata.
A causa del peso assiale delle motrici e dell’usura del
binario sulla salita di Gragnano, le “Varesine” furono
sostituite dalle ALe 803 021÷ 035 munite di gancio
automatico e carrelli alleggeriti, anch’esse in servizio
metropolitano da Napoli Centrale. Nell'ultimo periodo, la
linea per Gragnano era percorsa solo da convogli merci
trainati da D 214.
Dall’orario generale di servizio valido dal 23 maggio 1993
si evince che le ALe percorrevano la tratta Castellammare -
Gragnano in 12 minuti alla velocità ammessa di 30/65 km/h.
Orario generale di Servizio del biennio 1993-95 (coll. E.
Castelletti).
Dall’anno 2003, a causa della sempre minor frequentazione di
passeggeri, sulla tratta per Gragnano fu utilizzata una
automotrice ALe 668. Essendo, allora, la stazione di Gragnano
impresenziata, il capotreno apriva il cancello di accesso ai
viaggiatori con l’arrivo del primo treno al mattino e lo
richiudeva con l’ultima corsa la sera e ciò proseguì fino
alla sospensione del servizio, sparito dall’orario
ferroviario del dicembre 2010.
La linea sarà chiusa il 12 dicembre.
Sul
primo binario della stazione di Castellammare, lo scambio
verso Gragnano (foto A. Falcone).
Elettromotrice ALe 803 in sosta alla stazione di Gragnano
(foto A. Falcone).
Da questa data si
rincorrono voci di una possibile riattivazione della linea
per scopi turistici, ma ad oggi la ferrovia risulta ancora
sospesa al traffico, in uno stato di pietoso abbandono, come
mostrano: la catenaria asportata, le barriere dei passaggi a
livello divelte, la stazione abbandonata ed occupata al
piano superiore come civile abitazione (?), il tracciato
invaso da vegetazione e rifiuti, cosa che crea malumore nei
residenti della zona.
Tangibile quindi lo stato di disinteresse per una linea che,
invece, fu fortemente voluta e desiderata, quando fu
realizzata nel lontano 1885, come dimostra la sottostante lapide apposta
all’epoca.
Lapide apposta nella stazione di Gragnano (foto E.
Castelletti).
sulle tracce
del passato ...
foto di E. Castelletti |
Il Passaggio a Livello come si presenta oggi e
... la salita in rettilineo prima della fermata
di S. Maria delle Grazie.
Il Ponte in muratura atre archi sul fiume
Vernotico e ... lo Scalo Merci di Gragnano ormai
privo di binari.
La Stazione di Gragnano vista
dal primo binario e ... la pensilina che
sostituì la ormai chiusa sala di attesa.
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